Alla base di questo elaborato vi è l’analisi delle differenti prospettive interne all’organizzazione, la cui evoluzione si intreccia con quella dei paradigmi sociali e con lo sviluppo delle tecnologie digitali. Dal taylorismo e la società di massa, fino all’attuale panorama fluido e reticolare, il focus si pone sul fattore umano, inteso come soggetto attivo nei processi di costruzione di senso. La motivazione che alimenta la mia passione per le dinamiche interne deriva da uno sguardo esperienziale in contesti organizzativi articolati e complessi. Ho avuto modo di cogliere un denominatore comune in diverse realtà aziendali: la mancanza di un flusso comunicativo che intrecci top down e bottom up. Questo provoca spesso difficoltà nella gestione interna e nella motivazione dei propri collaboratori. Dunque, ho pensato a un possibile modello di riferimento per favorire il passaggio da una comunicazione unidirezionale al concetto di interazione, inteso come un scambio articolato in cui entrano in gioco molteplici variabili. Ho individuato così il modello di intelligenze multiple proposto da Hce, Human Connection Engineering, in cui vengono proposte cinque macro aree che raggruppano un ampio numero di variabili in grado di influenzare l’esito di ogni interazione. Hce si occupa di studiare il funzionamento delle strutture cerebrali basandosi sulle più recenti e ricerche in campo neuro scientifico. Oltre alla prospettiva neuro scientifica introdotta da Hce, utile a comprendere le dinamiche intervenienti nella comunicazione, ho introdotto anche uno sguardo semiotico, di matrice per lo più strutturalista, in grado di restituire la componente relativistica e culturale alle interpretazioni di senso. Ed è proprio nell’incontro tra prospettive rappresentazionali della realtà e vedute costruttiviste del senso individuale che risiede la chiave di lettura del mio lavoro. L’obiettivo è quello di fornire una prospettiva globale e interdisciplinare che si collochi esattamente nel punto di equilibrio tra top down e bottom up. Pertanto, l’intera tesi si dispiega seguendo parallelamente strutture tra di loro interdipendenti, che si evolvono nel tempo attraverso processi di reciproca influenza, progredendo verso una graduale presa di coscienza della centralità dell’individuo: dalle teorie organizzative, passando per le teorie sociologiche fino all’evolversi dei concetti di comunicazione, sempre più sensibili ai processi cognitivi individuali e alle rappresentazioni narrative.

IL BENESSERE ORGANIZZATIVO: DAL TAYLOR-FORDISMO ALLA CENTRALITÀ DELLE INTERAZIONI UMANE IN OTTICA INTERDISCIPLINARE

SACCHETTO, LUANA
2020/2021

Abstract

Alla base di questo elaborato vi è l’analisi delle differenti prospettive interne all’organizzazione, la cui evoluzione si intreccia con quella dei paradigmi sociali e con lo sviluppo delle tecnologie digitali. Dal taylorismo e la società di massa, fino all’attuale panorama fluido e reticolare, il focus si pone sul fattore umano, inteso come soggetto attivo nei processi di costruzione di senso. La motivazione che alimenta la mia passione per le dinamiche interne deriva da uno sguardo esperienziale in contesti organizzativi articolati e complessi. Ho avuto modo di cogliere un denominatore comune in diverse realtà aziendali: la mancanza di un flusso comunicativo che intrecci top down e bottom up. Questo provoca spesso difficoltà nella gestione interna e nella motivazione dei propri collaboratori. Dunque, ho pensato a un possibile modello di riferimento per favorire il passaggio da una comunicazione unidirezionale al concetto di interazione, inteso come un scambio articolato in cui entrano in gioco molteplici variabili. Ho individuato così il modello di intelligenze multiple proposto da Hce, Human Connection Engineering, in cui vengono proposte cinque macro aree che raggruppano un ampio numero di variabili in grado di influenzare l’esito di ogni interazione. Hce si occupa di studiare il funzionamento delle strutture cerebrali basandosi sulle più recenti e ricerche in campo neuro scientifico. Oltre alla prospettiva neuro scientifica introdotta da Hce, utile a comprendere le dinamiche intervenienti nella comunicazione, ho introdotto anche uno sguardo semiotico, di matrice per lo più strutturalista, in grado di restituire la componente relativistica e culturale alle interpretazioni di senso. Ed è proprio nell’incontro tra prospettive rappresentazionali della realtà e vedute costruttiviste del senso individuale che risiede la chiave di lettura del mio lavoro. L’obiettivo è quello di fornire una prospettiva globale e interdisciplinare che si collochi esattamente nel punto di equilibrio tra top down e bottom up. Pertanto, l’intera tesi si dispiega seguendo parallelamente strutture tra di loro interdipendenti, che si evolvono nel tempo attraverso processi di reciproca influenza, progredendo verso una graduale presa di coscienza della centralità dell’individuo: dalle teorie organizzative, passando per le teorie sociologiche fino all’evolversi dei concetti di comunicazione, sempre più sensibili ai processi cognitivi individuali e alle rappresentazioni narrative.
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