Vulvovaginal candidiasis (vvC) is a frequent and common distressing disease affecting up to 75% of the women of fertile age. Host factors, especially local defense deficiencies, gene polymorphisms, allergic factors, serum glucose levels, antibiotics, psychosocial stress and estrogens, influence the risk for a vulvovaginal candidiasis In 15% of these cases the mycotic infection may evolve in a ¿cyclic recurrent type¿ (RvvC) defined as four or more discrete episodes of mycotic vulvovaginitis per year. The most often etiological agent in vvC is Candida albicans, a commensal. VvC has a negative effect on women's personal confidence and self-esteem: it may cause or contribute to psycosexual problems; it may as well cause discomfort, uneasiness, sense of shame, or unworthiness in informing both doctor and partner about the inconveniences of such a recurring infection. Different classes of antimycotic drugs are available to treat these fungal infections. The azoles, particularly fluconazole, remain among the most common antifungal drugs, but their intensive clinical use for both therapy and prophylaxis has favoured the emergence of resistant strains. Understanding of anti-candida host defence mechanisms in the vagina has developed slowly and, despite a growing list of recognised risk factors, a fundamental grasp of pathogenic mechanisms continues to elude us. The absence of rapid, simple, and inexpensive diagnostic tests continues to result in both overdiagnosis and underdiagnosis of vulvovaginal candidiasis. The phenomenon of drug resistance and the antifungal drug side effects has raised interest in substances of natural origin as a therapeutic alternative. Essential oils from aromatic plants have been shown to have antimicrobial, antifungal, antioxidant, anticancer and other pharmacological activities. However, since the clinical microbiological data, although promising, are insufficient, further pre-clinical and clinical scientific validation is required to take the appropriate therapeutic and preventive measures, specially in those patients with a recurrent disease.

La vulvovaginite da Candida (vvC) rappresenta ancora oggi un problema diffuso in tutto il mondo ed in tutti gli strati della societa', specialmente nelle donne in eta' riproduttiva, nonostante i progressi ottenuti in campo terapeutico negli ultimi 30-40 anni. Le vvC sono classificate in non-complicate e complicate, sulla base di criteri quali sintomatologia, frequenza di manifestazione della patologia, agente patogeno, caratteristiche dell'ospite, che consentono di delineare modelli diversi ed innovativi di malattia. Le candidosi non-complicate sono manifestazioni acute con eventuali recidive occasionali caratterizzate da sintomi moderati o intensi, determinate da C. albicans e coinvolgenti donne senza altre patologie e non in gravidanza. Le candidosi complicate (RvvC) includono le forme ricorrenti con almeno 4 episodi in un anno; sono caratterizzate da sintomatologia moderata-severa, determinate da Candida non- albicans, spesso non presentano fattori scatenanti identificabili, anche se generalmente insorgono in particolari condizioni favorenti quali diabete, immunodeficienza o condizioni di importanti cambiamenti ormonali (es. in gravidanza). La difficolta' nella comprensione dei meccanismi di difesa vaginali diretti contro l'infezione micotica, dei meccanismi patogenetici alla base del quadro clinico e la mancanza di test diagnostici rapidi, semplici e poco costosi, sono causa di frequenti errori nell'individuazione dell'infezione e della sua patogenesi. La pressione epidemiologica, esercitata dall'incremento della candidosi, ha determinato un'accelerazione significativa nella conoscenza della biologia di questi lieviti, ed ha spinto alla ricerca di nuovi farmaci. In contrasto con il gran numero di antibiotici e chemioterapici disponibili per il trattamento delle infezioni batteriche, la realizzazione di farmaci antifungini efficaci e non tossici, ha sempre incontrato grandi difficoltà, riconducibili alla comune struttura eucariotica delle cellule fungine ed animali. A questo problema si aggiunge lo sviluppo e l'aumento di resistenza da parte delle specie di Candida verso gli antimicotici anche piu' comuni. Infatti, si è osservato che le vvC risultano sempre più refrattarie alla terapia con antifungini ed, in particolare, al fluconazolo, farmaco d'elezione per queste patologie. Per tali ragioni, sarebbe fondamentale oltre ad un utilizzo più razionale dei farmaci attivi nei confronti dei ceppi fungini, l'introduzione di nuove molecole di supporto alle terapie note, dimostrandosi efficaci nei confronti dei ceppi resistenti e poco o per nulla tossiche per l'organismo umano. A questo scopo, negli ultimi anni, anche la fitoterapia sta tentando di dare il proprio contributo attraverso l'introduzione e l'utilizzo di prodotti naturali. Gli oli essenziali potrebbero costituire un' integrazione e, in alcuni casi estremi, un'alternativa alla terapia antimicotica, in particolare nei casi di RvvC, refrattari alla terapia convenzionale. Infatti questi composti, oltre a dimostrare una notevole attività antimicrobica, possiedono proprietà biologiche e terapeutiche multifunzionali (antinfiammatorie, immunomodulanti, ecc.). Un grande numero di OE e i loro costituenti sono stati ben caratterizzati in vitro per la loro attività nei confronti di lieviti e di altri funghi. Tuttavia, poichè i dati microbiologico-clinici pur promettenti sono insufficienti, si richiedono ulteriori conferme scientifiche sia dal punto di vista pre-clinico che clinico.

Candidosi vulvovaginale:aspetti clinico-terapeutici e cure alternative a base di oli essenziali

GUGLIERMETTI, MARIA
2012/2013

Abstract

La vulvovaginite da Candida (vvC) rappresenta ancora oggi un problema diffuso in tutto il mondo ed in tutti gli strati della societa', specialmente nelle donne in eta' riproduttiva, nonostante i progressi ottenuti in campo terapeutico negli ultimi 30-40 anni. Le vvC sono classificate in non-complicate e complicate, sulla base di criteri quali sintomatologia, frequenza di manifestazione della patologia, agente patogeno, caratteristiche dell'ospite, che consentono di delineare modelli diversi ed innovativi di malattia. Le candidosi non-complicate sono manifestazioni acute con eventuali recidive occasionali caratterizzate da sintomi moderati o intensi, determinate da C. albicans e coinvolgenti donne senza altre patologie e non in gravidanza. Le candidosi complicate (RvvC) includono le forme ricorrenti con almeno 4 episodi in un anno; sono caratterizzate da sintomatologia moderata-severa, determinate da Candida non- albicans, spesso non presentano fattori scatenanti identificabili, anche se generalmente insorgono in particolari condizioni favorenti quali diabete, immunodeficienza o condizioni di importanti cambiamenti ormonali (es. in gravidanza). La difficolta' nella comprensione dei meccanismi di difesa vaginali diretti contro l'infezione micotica, dei meccanismi patogenetici alla base del quadro clinico e la mancanza di test diagnostici rapidi, semplici e poco costosi, sono causa di frequenti errori nell'individuazione dell'infezione e della sua patogenesi. La pressione epidemiologica, esercitata dall'incremento della candidosi, ha determinato un'accelerazione significativa nella conoscenza della biologia di questi lieviti, ed ha spinto alla ricerca di nuovi farmaci. In contrasto con il gran numero di antibiotici e chemioterapici disponibili per il trattamento delle infezioni batteriche, la realizzazione di farmaci antifungini efficaci e non tossici, ha sempre incontrato grandi difficoltà, riconducibili alla comune struttura eucariotica delle cellule fungine ed animali. A questo problema si aggiunge lo sviluppo e l'aumento di resistenza da parte delle specie di Candida verso gli antimicotici anche piu' comuni. Infatti, si è osservato che le vvC risultano sempre più refrattarie alla terapia con antifungini ed, in particolare, al fluconazolo, farmaco d'elezione per queste patologie. Per tali ragioni, sarebbe fondamentale oltre ad un utilizzo più razionale dei farmaci attivi nei confronti dei ceppi fungini, l'introduzione di nuove molecole di supporto alle terapie note, dimostrandosi efficaci nei confronti dei ceppi resistenti e poco o per nulla tossiche per l'organismo umano. A questo scopo, negli ultimi anni, anche la fitoterapia sta tentando di dare il proprio contributo attraverso l'introduzione e l'utilizzo di prodotti naturali. Gli oli essenziali potrebbero costituire un' integrazione e, in alcuni casi estremi, un'alternativa alla terapia antimicotica, in particolare nei casi di RvvC, refrattari alla terapia convenzionale. Infatti questi composti, oltre a dimostrare una notevole attività antimicrobica, possiedono proprietà biologiche e terapeutiche multifunzionali (antinfiammatorie, immunomodulanti, ecc.). Un grande numero di OE e i loro costituenti sono stati ben caratterizzati in vitro per la loro attività nei confronti di lieviti e di altri funghi. Tuttavia, poichè i dati microbiologico-clinici pur promettenti sono insufficienti, si richiedono ulteriori conferme scientifiche sia dal punto di vista pre-clinico che clinico.
ITA
Vulvovaginal candidiasis (vvC) is a frequent and common distressing disease affecting up to 75% of the women of fertile age. Host factors, especially local defense deficiencies, gene polymorphisms, allergic factors, serum glucose levels, antibiotics, psychosocial stress and estrogens, influence the risk for a vulvovaginal candidiasis In 15% of these cases the mycotic infection may evolve in a ¿cyclic recurrent type¿ (RvvC) defined as four or more discrete episodes of mycotic vulvovaginitis per year. The most often etiological agent in vvC is Candida albicans, a commensal. VvC has a negative effect on women's personal confidence and self-esteem: it may cause or contribute to psycosexual problems; it may as well cause discomfort, uneasiness, sense of shame, or unworthiness in informing both doctor and partner about the inconveniences of such a recurring infection. Different classes of antimycotic drugs are available to treat these fungal infections. The azoles, particularly fluconazole, remain among the most common antifungal drugs, but their intensive clinical use for both therapy and prophylaxis has favoured the emergence of resistant strains. Understanding of anti-candida host defence mechanisms in the vagina has developed slowly and, despite a growing list of recognised risk factors, a fundamental grasp of pathogenic mechanisms continues to elude us. The absence of rapid, simple, and inexpensive diagnostic tests continues to result in both overdiagnosis and underdiagnosis of vulvovaginal candidiasis. The phenomenon of drug resistance and the antifungal drug side effects has raised interest in substances of natural origin as a therapeutic alternative. Essential oils from aromatic plants have been shown to have antimicrobial, antifungal, antioxidant, anticancer and other pharmacological activities. However, since the clinical microbiological data, although promising, are insufficient, further pre-clinical and clinical scientific validation is required to take the appropriate therapeutic and preventive measures, specially in those patients with a recurrent disease.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/133078