L'Ottocento è stato un secolo ricco di contraddizioni, in mezzo a due giganti, il secolo dei Lumi e il Novecento, e ha saputo interiorizzare il passato per guardare al futuro, accogliere l'antico modernizzandolo nelle forme e nello stile e ridandogli nuova vita. Oggetto di questo mio lavoro è Saffo, tragedia lirica in tre atti, che va in scena per la prima volta il 29 Novembre 1840 al Teatro San Carlo di Napoli. Autore dell'opera è Giovanni Pacini, compositore attivo principalmente nella prima parte del diciannovesimo secolo, restato a lungo nell'ombra ma che ha arricchito la produzione musicale dell'Ottocento con la sua musica e soprattutto con le sue opere teatrali. Il mio lavoro procede attraverso una sintetica introduzione sulla musica nel Romanticismo, concentrandosi in particolare sul teatro d'opera italiano, accennando al teatro d'opera francese, e sulle trasformazioni strutturali che incorrono a partire dalla fine del Settecento e che si consolidano a partire dai primi anni dell'Ottocento. È dedicata, inoltre, una specifica attenzione al genere della tragédie lyrique, a cui appartiene Saffo. Il secondo capitolo tratta interamente della vita e della carriera artistica del compositore catanese Giovanni Pacini, delle sue opere principali e della sua poetica, ripercorse attraverso la lettura delle sue memorie autobiografiche e di altri importanti documenti. Il capitolo successivo è dedicato alla sua opera più famosa, la citata Saffo, su libretto di un poeta esperto come Salvadore Cammarano, giudicata dai critici un tassello importante della storia dell'opera italiana. Analizzando quest'opera il mio intento è quello di dimostrare come il lavoro di Pacini sia emblematico del connubio tra antico e moderno nella piena maturità del Romanticismo italiano. Sebbene alcuni critici ravvisino nelle opere paciniane uno spirito conservatore e anacronistico rispetto al suo tempo, Saffo dimostra come, nonostante la poco praticata scelta di un soggetto antico in pieno Romanticismo, si possa parlare di una vera e propria sensibilità romantica del maestro catanese, pienamente fedele alla sua epoca artistica e musicale. Il mio intento è quello di costruire un'analisi sia musicale che drammaturgica della tragedia e di inserirla nel suo contesto storico-artistico. La parte finale dell'analisi dell'opera e il successivo commento sono volti a mettere in risalto come in quest'opera convivano aspetti tradizionali, elementi innovativi e al tempo stesso alcune interessanti anomalie rispetto alle scelte dominanti verso la prima metà dell'Ottocento. Nella conclusione al mio lavoro mi propongo di evidenziare, alla luce dell'analisi condotta, come un'opera musicale, nonostante il suo apparente anacronismo, possa farsi portavoce delle idee e soprattutto della sensibilità di un'epoca storica e in questo caso particolare, dell'Ottocento.
Saffo di Giovanni Pacini: un'armonia di antico e moderno nel cuore del Romanticismo
BAUSANO, CHIARA
2011/2012
Abstract
L'Ottocento è stato un secolo ricco di contraddizioni, in mezzo a due giganti, il secolo dei Lumi e il Novecento, e ha saputo interiorizzare il passato per guardare al futuro, accogliere l'antico modernizzandolo nelle forme e nello stile e ridandogli nuova vita. Oggetto di questo mio lavoro è Saffo, tragedia lirica in tre atti, che va in scena per la prima volta il 29 Novembre 1840 al Teatro San Carlo di Napoli. Autore dell'opera è Giovanni Pacini, compositore attivo principalmente nella prima parte del diciannovesimo secolo, restato a lungo nell'ombra ma che ha arricchito la produzione musicale dell'Ottocento con la sua musica e soprattutto con le sue opere teatrali. Il mio lavoro procede attraverso una sintetica introduzione sulla musica nel Romanticismo, concentrandosi in particolare sul teatro d'opera italiano, accennando al teatro d'opera francese, e sulle trasformazioni strutturali che incorrono a partire dalla fine del Settecento e che si consolidano a partire dai primi anni dell'Ottocento. È dedicata, inoltre, una specifica attenzione al genere della tragédie lyrique, a cui appartiene Saffo. Il secondo capitolo tratta interamente della vita e della carriera artistica del compositore catanese Giovanni Pacini, delle sue opere principali e della sua poetica, ripercorse attraverso la lettura delle sue memorie autobiografiche e di altri importanti documenti. Il capitolo successivo è dedicato alla sua opera più famosa, la citata Saffo, su libretto di un poeta esperto come Salvadore Cammarano, giudicata dai critici un tassello importante della storia dell'opera italiana. Analizzando quest'opera il mio intento è quello di dimostrare come il lavoro di Pacini sia emblematico del connubio tra antico e moderno nella piena maturità del Romanticismo italiano. Sebbene alcuni critici ravvisino nelle opere paciniane uno spirito conservatore e anacronistico rispetto al suo tempo, Saffo dimostra come, nonostante la poco praticata scelta di un soggetto antico in pieno Romanticismo, si possa parlare di una vera e propria sensibilità romantica del maestro catanese, pienamente fedele alla sua epoca artistica e musicale. Il mio intento è quello di costruire un'analisi sia musicale che drammaturgica della tragedia e di inserirla nel suo contesto storico-artistico. La parte finale dell'analisi dell'opera e il successivo commento sono volti a mettere in risalto come in quest'opera convivano aspetti tradizionali, elementi innovativi e al tempo stesso alcune interessanti anomalie rispetto alle scelte dominanti verso la prima metà dell'Ottocento. Nella conclusione al mio lavoro mi propongo di evidenziare, alla luce dell'analisi condotta, come un'opera musicale, nonostante il suo apparente anacronismo, possa farsi portavoce delle idee e soprattutto della sensibilità di un'epoca storica e in questo caso particolare, dell'Ottocento.File | Dimensione | Formato | |
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