Il tema della tesi ruota intorno alla crescita economica degli ultimi due secoli e mezzo e alla soddisfazione di vita dell'essere umano, visto non solo in termini di benessere economico. L'obiettivo della produzione illimitata e la logica della massimizzazione del profitto fine a se stesso, non è sostenibile dal punto di vista dell'umanità. L'attenzione costante e morbosa posta nei confronti del PIL, l'indicatore macroeconomico principale usato per valutare il benessere di un paese, è ormai sterile ed presenta macroscopiche carenze sostanziali. Viene analizzato il PIL, dal punto di vista qualitatio e i suoi limiti sostanziali. Il PIL come valore dei beni prodotti in termini di utilità prodotta non è sempre veritiero. Esso quantifica anche le attività volte a produrre o annullare danni e disutilità presenti nelle comunità e non quantifica la produzione domestica, le attività svolte a favore di terzi in modo volontario, la produzione derivante da attività sommerse. Attenzione è posta alla qualità del bene prodotto e consumato e alla qualità dei cicli di produzione nella dimensione di crescita sostenibile. La ricerca dei limiti del PIL avviene attraverso il cosiddetto paradosso della felicità, che evidenzia la mancanza di correlazione positiva tra la crescita economica e la crescita del benessere e felicità della persona. Al paradosso della felicità negli ultimi anni, si affianca il paradosso della salute, legato oltre che alle aspettative del progresso scientifico in medicina, anche al crescente allontanamento dell'ambiente esterno dai limiti del sistema naturale. L'economia del benessere vede l'introduzione di indici di sviluppo sostenibile in grado di fornire la misurazioni dei progressi verso società sostenibili. Nasce la necessità di un'economia fondata sulla sostenibilità ambientale e l'equità proiettata verso una nuova idea di benessere della società. Un caso macroeconomico realistico ed applicato dagli anni Settanta in un paese himalayano, il Regno del Bhutan, è costituito dalla sostituzione del PIL con un indice che considera la felicità, felicità interna lorda o FIL. Ritorno alle origini del significato di economia. Particolare attenzione al concetto di utilità dei cicli di produzione e dei prodotti. Il terzo capitolo è dedicato alla felicità nell'economia civile. La letteratura fornita da L. Bruni è utile a comprendere come l'economia oggi concepita dimostri alcune lacune. Viene espresso il concetto di felicità degli economisti dal Settecento ad oggi (i quali richiamano Aristotele e la sua eudaimonia). La reciprocità, il benessere, la collaborazione, la felicità, sono le parole chiavi di un'economia felice. La produzione di reciprocità è un concetto inedito; il microcredito è un suo esempio. La scelta di portafoglio, il movimento di decrescita, la scelta individuale consapevole, la spiritualità, la transizione verso un nuovo paradigma, sono le possibili alternative alle criticità della crescita economica infinita. Il rispetto del Pianeta e degli esseri viventi è presupposto principale per vivere in armonia con essi e con gli altri. Oltre la dualità del bene e del male, la domanda è <<in che direzione desidero andare e che ruolo ho in questa vita?>>. Non esiste una verità o un modello assoluto per uscire da un modello insostenibile di crescita economica. Tuttavia è evidente che il comportamento economico del singolo individuo e delle istituzioni hanno un ruolo determinante per il recupero d

Crescita economica e benessere. Insonstenibilità della crescita economica infinita

VITERBO, MARIA ANGELA
2011/2012

Abstract

Il tema della tesi ruota intorno alla crescita economica degli ultimi due secoli e mezzo e alla soddisfazione di vita dell'essere umano, visto non solo in termini di benessere economico. L'obiettivo della produzione illimitata e la logica della massimizzazione del profitto fine a se stesso, non è sostenibile dal punto di vista dell'umanità. L'attenzione costante e morbosa posta nei confronti del PIL, l'indicatore macroeconomico principale usato per valutare il benessere di un paese, è ormai sterile ed presenta macroscopiche carenze sostanziali. Viene analizzato il PIL, dal punto di vista qualitatio e i suoi limiti sostanziali. Il PIL come valore dei beni prodotti in termini di utilità prodotta non è sempre veritiero. Esso quantifica anche le attività volte a produrre o annullare danni e disutilità presenti nelle comunità e non quantifica la produzione domestica, le attività svolte a favore di terzi in modo volontario, la produzione derivante da attività sommerse. Attenzione è posta alla qualità del bene prodotto e consumato e alla qualità dei cicli di produzione nella dimensione di crescita sostenibile. La ricerca dei limiti del PIL avviene attraverso il cosiddetto paradosso della felicità, che evidenzia la mancanza di correlazione positiva tra la crescita economica e la crescita del benessere e felicità della persona. Al paradosso della felicità negli ultimi anni, si affianca il paradosso della salute, legato oltre che alle aspettative del progresso scientifico in medicina, anche al crescente allontanamento dell'ambiente esterno dai limiti del sistema naturale. L'economia del benessere vede l'introduzione di indici di sviluppo sostenibile in grado di fornire la misurazioni dei progressi verso società sostenibili. Nasce la necessità di un'economia fondata sulla sostenibilità ambientale e l'equità proiettata verso una nuova idea di benessere della società. Un caso macroeconomico realistico ed applicato dagli anni Settanta in un paese himalayano, il Regno del Bhutan, è costituito dalla sostituzione del PIL con un indice che considera la felicità, felicità interna lorda o FIL. Ritorno alle origini del significato di economia. Particolare attenzione al concetto di utilità dei cicli di produzione e dei prodotti. Il terzo capitolo è dedicato alla felicità nell'economia civile. La letteratura fornita da L. Bruni è utile a comprendere come l'economia oggi concepita dimostri alcune lacune. Viene espresso il concetto di felicità degli economisti dal Settecento ad oggi (i quali richiamano Aristotele e la sua eudaimonia). La reciprocità, il benessere, la collaborazione, la felicità, sono le parole chiavi di un'economia felice. La produzione di reciprocità è un concetto inedito; il microcredito è un suo esempio. La scelta di portafoglio, il movimento di decrescita, la scelta individuale consapevole, la spiritualità, la transizione verso un nuovo paradigma, sono le possibili alternative alle criticità della crescita economica infinita. Il rispetto del Pianeta e degli esseri viventi è presupposto principale per vivere in armonia con essi e con gli altri. Oltre la dualità del bene e del male, la domanda è <>. Non esiste una verità o un modello assoluto per uscire da un modello insostenibile di crescita economica. Tuttavia è evidente che il comportamento economico del singolo individuo e delle istituzioni hanno un ruolo determinante per il recupero d
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/133043