Il titolo del D.d.l. costituzionale 8 aprile 2014 n.1429, ha come obiettivi il ¿superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione¿. Così come da premesse del relatore, la riforma è orientata a risolvere la ¿cronica debolezza degli esecutivi e la lentezza e la farraginosità dei procedimenti legislativi¿, a risolvere ¿le difficoltà di attuazione di una legislazione alluvionale e troppo spesso instabile e confusa¿ e mitigare ¿l'elevata conflittualità tra i diversi livelli di governo¿. Nelle pagine che seguono si tenterà di sintetizzare analiticamente il contenuto del D.d.l. costituzionale A.S. 1429-B così come approvato in prima deliberazione dalla Camera il 10 marzo 2015, organizzando l'esposizione secondo il ragionamento della riforma proposta dal Governo. Si partirà dai cambiamenti che riguardano le strutture del bicameralismo differenziato per poi giungere alle funzioni delle due camere e al procedimento legislativo oggetto della riforma. Si passerà dunque per la rilevante revisione del Titolo V, per arrivare alle novità in tema di abolizione del C.N.E.L., di nuove maggioranze per l'elezione del Capo dello Stato, di istituti di partecipazione popolare. Il capitolo secondo prende le mosse da una analisi critica del contenuto della riforma, seguendo nell'esposizione un principio di parallelismo con gli argomenti trattati nel primo capitolo. Si cercherà quindi di mettere in evidenza le perplessità espresse da più parti in ordine alla previsioni del nuovo Senato, alle disarmonie del nuovo procedimento legislativo oggetto della riforma e i rischi di un abuso del c.d. ¿voto a data certa¿, i nuovi equilibri di governo tra Stato e Regioni e le conseguenze del combinato disposto tra la nuova legge elettorale c.d. Italicum e la riforma costituzionale. Il terzo capitolo tratta del metodo utilizzato nella progettazione e nella discussione della riforma costituzionale. Si partirà dal tratteggiare la procedura che la Costituzione prevede per gli interventi di modifica passando per una breve ricostruzione dei metodi utilizzati per i progetti di riforma della Costituzione nell'ultimo trentennio. Si tenterà quindi di evidenziare alcuni dei passaggi maggiormente controversi nella fase di discussione della riforma, per infine illustrare le insidie cui andrà incontro il progetto di riforma qualora dovesse scattare il meccanismo del referendum costituzionale. Infine, senza alcuna pretesa di esaustività, si tenterà nelle conclusioni di trarre un bilancio complessivo delle argomentazioni riportate nei capitoli precedenti, in ordine alla tecnica seguita per approvare la riforma e alle perplessità emerse da più parti, evidenziando le possibili conseguenze della riforma sulla forma di governo parlamentare delineata dalla Costituzione. Si porrà la questione dell'eventuale impoverimento della democrazia italiana se la riforma venisse approvata in questo testo.

Riforme (in)costituzionali?

LORUSSO, STEFANO
2014/2015

Abstract

Il titolo del D.d.l. costituzionale 8 aprile 2014 n.1429, ha come obiettivi il ¿superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione¿. Così come da premesse del relatore, la riforma è orientata a risolvere la ¿cronica debolezza degli esecutivi e la lentezza e la farraginosità dei procedimenti legislativi¿, a risolvere ¿le difficoltà di attuazione di una legislazione alluvionale e troppo spesso instabile e confusa¿ e mitigare ¿l'elevata conflittualità tra i diversi livelli di governo¿. Nelle pagine che seguono si tenterà di sintetizzare analiticamente il contenuto del D.d.l. costituzionale A.S. 1429-B così come approvato in prima deliberazione dalla Camera il 10 marzo 2015, organizzando l'esposizione secondo il ragionamento della riforma proposta dal Governo. Si partirà dai cambiamenti che riguardano le strutture del bicameralismo differenziato per poi giungere alle funzioni delle due camere e al procedimento legislativo oggetto della riforma. Si passerà dunque per la rilevante revisione del Titolo V, per arrivare alle novità in tema di abolizione del C.N.E.L., di nuove maggioranze per l'elezione del Capo dello Stato, di istituti di partecipazione popolare. Il capitolo secondo prende le mosse da una analisi critica del contenuto della riforma, seguendo nell'esposizione un principio di parallelismo con gli argomenti trattati nel primo capitolo. Si cercherà quindi di mettere in evidenza le perplessità espresse da più parti in ordine alla previsioni del nuovo Senato, alle disarmonie del nuovo procedimento legislativo oggetto della riforma e i rischi di un abuso del c.d. ¿voto a data certa¿, i nuovi equilibri di governo tra Stato e Regioni e le conseguenze del combinato disposto tra la nuova legge elettorale c.d. Italicum e la riforma costituzionale. Il terzo capitolo tratta del metodo utilizzato nella progettazione e nella discussione della riforma costituzionale. Si partirà dal tratteggiare la procedura che la Costituzione prevede per gli interventi di modifica passando per una breve ricostruzione dei metodi utilizzati per i progetti di riforma della Costituzione nell'ultimo trentennio. Si tenterà quindi di evidenziare alcuni dei passaggi maggiormente controversi nella fase di discussione della riforma, per infine illustrare le insidie cui andrà incontro il progetto di riforma qualora dovesse scattare il meccanismo del referendum costituzionale. Infine, senza alcuna pretesa di esaustività, si tenterà nelle conclusioni di trarre un bilancio complessivo delle argomentazioni riportate nei capitoli precedenti, in ordine alla tecnica seguita per approvare la riforma e alle perplessità emerse da più parti, evidenziando le possibili conseguenze della riforma sulla forma di governo parlamentare delineata dalla Costituzione. Si porrà la questione dell'eventuale impoverimento della democrazia italiana se la riforma venisse approvata in questo testo.
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