Le colture officinali vennero definite la prima volta dalla legge 99/1931 che indicava “per piante officinali si intendono le piante medicinali, aromatiche e da profumo”. Tali colture comprendono specie molto diverse tra loro e appartenenti a famiglie botaniche distinte, ma tutte caratterizzate dalla produzione di metaboliti secondari impiegati in campi diversi quali quello medico, cosmetico e salutistico. La coltivazione delle specie officiali non presenta grandi problematiche, tuttavia alcuni aspetti richiedono particolare attenzione e tra questi vi è la gestione delle malerbe. La presenza di erbe infestanti potrebbe portare a perdite economiche dovute sia alla riduzione delle produzioni, sia alla possibile riduzione qualitativa causata della contaminazione dei raccolti con parti vegetali delle malerbe. La flora infestante rilevabile in queste colture può essere costituita da diverse specie che sono generalmente più competitive, rispetto alle colture officinali, poiché spesso caratterizzate da un’elevata capacità germinativa, una consistente produzione di semi con elevata vitalità nel tempo, una maggiore capacità di assorbimento dei nutrienti dal terreno e una maggiore tolleranza agli stress ambientali. Tali caratteristiche rendono quindi necessario il controllo delle malerbe poiché in assenza di gestione le infestanti potrebbero portare ad elevate perdite produttive. La gestione delle malerbe nelle colture officinali può avvenire attraverso l’impiego di mezzi chimici, agronomici, meccanici e fisici. La difesa chimica è complicata dalla ridotta disponibilità di erbicidi autorizzati su queste colture. Le colture officinali rientrano infatti nella categoria delle cosiddette “very minor crops”, ovvero colture per le quali si registra un consumo medio giornaliero di prodotto al di sotto di 1,5 grammi per una persona di 60 kg e/o una superficie coltivata inferiore a 600 ettari. A causa della ridotta superficie coltivata, le ditte produttrici di erbicidi investono poco sulle colture officinali in quanto le spese per la registrazione di prodotti per colture poco diffuse supererebbero i ricavi ottenibili dalla vendita di tali prodotti. Nonostante le ridotte superfici investite, le “minor crops” occupano, tuttavia, una quota notevole di mercato e per tale ragione vengono definite high value crops. La lotta chimica è poco praticata anche a causa dall’elevata richiesta da parte dei consumatori di prodotti ottenuti da piante officinali coltivate con tecniche di agricoltura biologica. Tuttavia, in Italia, sono autorizzati alcuni erbicidi impiegabili nel diserbo delle colture officinali che permettono il controllo sia in post sia in pre- emergenza della maggior parte delle specie infestanti. Tra questi, alcuni prodotti sono autorizzati specificamente per colture officinali portaseme, ma il cui uso è vietato per le stesse specie che si coltivano per altri fini. In alternativa o ad integrazione dei mezzi chimici di gestione delle malerbe è possibile adottare anche altri metodi di lotta con l’obiettivo di limitare l’impiego di prodotti di sintesi ed evitare la costituzione di una flora infestante specializzata. I metodi di difesa agronomica includono una serie di azioni preventive atte a ridurre la presenza delle malerbe nella coltura. Tra questi, sono compresi la scelta della specie coltivata e della varietà, la tecnica e l’epoca di impianto, le rotazioni colturali, la pulizia dei macchinari, l’impiego di cover crops e un’adeguata fertilizzazione e i
Gestione delle malerbe nelle colture officinali
BELTRAMO, ALESSANDRO
2021/2022
Abstract
Le colture officinali vennero definite la prima volta dalla legge 99/1931 che indicava “per piante officinali si intendono le piante medicinali, aromatiche e da profumo”. Tali colture comprendono specie molto diverse tra loro e appartenenti a famiglie botaniche distinte, ma tutte caratterizzate dalla produzione di metaboliti secondari impiegati in campi diversi quali quello medico, cosmetico e salutistico. La coltivazione delle specie officiali non presenta grandi problematiche, tuttavia alcuni aspetti richiedono particolare attenzione e tra questi vi è la gestione delle malerbe. La presenza di erbe infestanti potrebbe portare a perdite economiche dovute sia alla riduzione delle produzioni, sia alla possibile riduzione qualitativa causata della contaminazione dei raccolti con parti vegetali delle malerbe. La flora infestante rilevabile in queste colture può essere costituita da diverse specie che sono generalmente più competitive, rispetto alle colture officinali, poiché spesso caratterizzate da un’elevata capacità germinativa, una consistente produzione di semi con elevata vitalità nel tempo, una maggiore capacità di assorbimento dei nutrienti dal terreno e una maggiore tolleranza agli stress ambientali. Tali caratteristiche rendono quindi necessario il controllo delle malerbe poiché in assenza di gestione le infestanti potrebbero portare ad elevate perdite produttive. La gestione delle malerbe nelle colture officinali può avvenire attraverso l’impiego di mezzi chimici, agronomici, meccanici e fisici. La difesa chimica è complicata dalla ridotta disponibilità di erbicidi autorizzati su queste colture. Le colture officinali rientrano infatti nella categoria delle cosiddette “very minor crops”, ovvero colture per le quali si registra un consumo medio giornaliero di prodotto al di sotto di 1,5 grammi per una persona di 60 kg e/o una superficie coltivata inferiore a 600 ettari. A causa della ridotta superficie coltivata, le ditte produttrici di erbicidi investono poco sulle colture officinali in quanto le spese per la registrazione di prodotti per colture poco diffuse supererebbero i ricavi ottenibili dalla vendita di tali prodotti. Nonostante le ridotte superfici investite, le “minor crops” occupano, tuttavia, una quota notevole di mercato e per tale ragione vengono definite high value crops. La lotta chimica è poco praticata anche a causa dall’elevata richiesta da parte dei consumatori di prodotti ottenuti da piante officinali coltivate con tecniche di agricoltura biologica. Tuttavia, in Italia, sono autorizzati alcuni erbicidi impiegabili nel diserbo delle colture officinali che permettono il controllo sia in post sia in pre- emergenza della maggior parte delle specie infestanti. Tra questi, alcuni prodotti sono autorizzati specificamente per colture officinali portaseme, ma il cui uso è vietato per le stesse specie che si coltivano per altri fini. In alternativa o ad integrazione dei mezzi chimici di gestione delle malerbe è possibile adottare anche altri metodi di lotta con l’obiettivo di limitare l’impiego di prodotti di sintesi ed evitare la costituzione di una flora infestante specializzata. I metodi di difesa agronomica includono una serie di azioni preventive atte a ridurre la presenza delle malerbe nella coltura. Tra questi, sono compresi la scelta della specie coltivata e della varietà, la tecnica e l’epoca di impianto, le rotazioni colturali, la pulizia dei macchinari, l’impiego di cover crops e un’adeguata fertilizzazione e iFile | Dimensione | Formato | |
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