La tesi intende dimostrare che il crollo della domanda interna registratosi in seguito alla crisi globale non dipende esclusivamente dalla conseguente riduzione del vincolo di bilancio, ma anche e soprattutto dal cambiamento epocale nelle abitudini di consumo degli Italiani. Attraverso l'analisi del mercato dell'auto e dei ¿complementari¿ carburanti per autotrazione (entrambi hanno visto ridursi di molto il loro valore assoluto), e attraverso l'analisi del successo di vendite degli Hard Discount alimentari (per l'effetto di sostituzione di beni di marca e costosi con beni non di marca e molto meno costosi) si certifica che la composizione dei panieri ha subito una variazione dovuta alla scelta dei consumatori. Attraverso l'analisi dei bollettini della Banca d'Italia che certificano l'aumento del risparmio si può inoltre dimostrare che una fetta del reddito disponibile viene destinata a ¿riserva¿, a causa del calo di fiducia nell'andamento dell'economia (almeno a breve termine). Si conclude asserendo che non sarà sufficiente che il reddito torni ad innalzarsi perché i consumi ritornino al livello pre crisi, e che, di conseguenza¿, sarà necessaria una spinta ¿psicologica¿ da parte del Governo, tesa a far rinascere la fiducia dei consumatori e delle imprese, e ad invogliare fra questi coloro che ancora ne hanno la possibilità, a ritornare ad un ¿normale¿ livello di spesa e di investimenti.

Crisi mondiale e cambiamento delle abitudini di consumo degli Italiani: una svolta epocale

BONO, VALERIO
2012/2013

Abstract

La tesi intende dimostrare che il crollo della domanda interna registratosi in seguito alla crisi globale non dipende esclusivamente dalla conseguente riduzione del vincolo di bilancio, ma anche e soprattutto dal cambiamento epocale nelle abitudini di consumo degli Italiani. Attraverso l'analisi del mercato dell'auto e dei ¿complementari¿ carburanti per autotrazione (entrambi hanno visto ridursi di molto il loro valore assoluto), e attraverso l'analisi del successo di vendite degli Hard Discount alimentari (per l'effetto di sostituzione di beni di marca e costosi con beni non di marca e molto meno costosi) si certifica che la composizione dei panieri ha subito una variazione dovuta alla scelta dei consumatori. Attraverso l'analisi dei bollettini della Banca d'Italia che certificano l'aumento del risparmio si può inoltre dimostrare che una fetta del reddito disponibile viene destinata a ¿riserva¿, a causa del calo di fiducia nell'andamento dell'economia (almeno a breve termine). Si conclude asserendo che non sarà sufficiente che il reddito torni ad innalzarsi perché i consumi ritornino al livello pre crisi, e che, di conseguenza¿, sarà necessaria una spinta ¿psicologica¿ da parte del Governo, tesa a far rinascere la fiducia dei consumatori e delle imprese, e ad invogliare fra questi coloro che ancora ne hanno la possibilità, a ritornare ad un ¿normale¿ livello di spesa e di investimenti.
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