Le Infrastrutture Verdi (I.V.) sono un argomento di rilievo sempre maggiore, trattato in diversi settori: ecologico, sociale, economico. Ciò che le rende così interessanti è il loro importante contributo nell’incrementare la resilienza degli ecosistemi urbani. La resilienza indica la capacità di adattamento degli ecosistemi al manifestarsi di condizioni di disturbo. In particolare, il cambiamento climatico e la crescente urbanizzazione sono due dei fenomeni che gravemente minacciano gli ambienti naturali ed antropici e la qualità della vita di ogni essere vivente. Partendo da un’approfondita ricerca bibliografica, la relazione finale esamina il significato e l’evoluzione del concetto di I.V., le direttive valide sul piano europeo, fino alla Strategia dell’Unione Europea per le I.V., e le indicazioni fornite sul piano italiano dalla Strategia nazionale, indispensabili per la gestione delle aree verdi e lo sviluppo sostenibile delle città. Sono evidenziati gli elementi delle I.V., suddivisi in base alla struttura, alla funzione e ai servizi ecosistemici forniti: parchi, giardini storici, verde attrezzato, alberature stradali, tetti e pareti verdi. Affinché le città dimostrino maggiore resilienza, è necessario sia che le I.V. siano presenti in numero adeguato, sia che risultino più efficienti possibile nello svolgimento delle loro funzioni. Sono stati dunque studiati molteplici criteri di valutazione, seguendo metodi strutturali e funzionali. La regola dei 3-30-300, formulata da Konijnendijk, è un esempio di metodo strutturale. Essa stabilisce che la quantità di verde è adeguata se ogni cittadino può osservare almeno tre alberi dalle finestre della sua residenza, abita in un quartiere con almeno il 30% di copertura arborea ed è in grado di raggiungere un parco di dimensioni adeguate situato ad una distanza massima di 300 m da casa. Lo studio condotto da Hansen e Pauleit segue invece un metodo funzionale. È proposto un quadro concettuale che analizza i differenti aspetti multifunzionali, tra cui l’integrità e l’accessibilità delle I.V., il numero di servizi ecosistemici generati, la loro domanda e le preferenze degli utenti per aiutare i soggetti competenti nell’elaborazione di un piano che abbia come obiettivi lo sviluppo sostenibile. Questi criteri di valutazione sono interessanti da considerare per il potenziamento delle I.V. e l’incremento della resilienza urbana. Per concludere, sono stati selezionati due casi studio per verificare in che modo viene affrontato il tema delle I.V. in due città europee note per il loro patrimonio naturale: Torino ed Amsterdam. Per ognuna è stato analizzato il Piano strategico, mettendo a confronto le due realtà ed evidenziando gli obiettivi, le analogie e le differenze della pianificazione e della gestione delle aree verdi urbane. Risulta quindi evidente quanto la resilienza urbana sostenuta dalle I.V. sia indispensabile per contrastare i fenomeni negativi che disturbano l’equilibrio degli ecosistemi e la salute degli esseri viventi.
Il ruolo strategico delle Infrastrutture Verdi per città più resilienti
ZUCCHINI, MATILDA
2020/2021
Abstract
Le Infrastrutture Verdi (I.V.) sono un argomento di rilievo sempre maggiore, trattato in diversi settori: ecologico, sociale, economico. Ciò che le rende così interessanti è il loro importante contributo nell’incrementare la resilienza degli ecosistemi urbani. La resilienza indica la capacità di adattamento degli ecosistemi al manifestarsi di condizioni di disturbo. In particolare, il cambiamento climatico e la crescente urbanizzazione sono due dei fenomeni che gravemente minacciano gli ambienti naturali ed antropici e la qualità della vita di ogni essere vivente. Partendo da un’approfondita ricerca bibliografica, la relazione finale esamina il significato e l’evoluzione del concetto di I.V., le direttive valide sul piano europeo, fino alla Strategia dell’Unione Europea per le I.V., e le indicazioni fornite sul piano italiano dalla Strategia nazionale, indispensabili per la gestione delle aree verdi e lo sviluppo sostenibile delle città. Sono evidenziati gli elementi delle I.V., suddivisi in base alla struttura, alla funzione e ai servizi ecosistemici forniti: parchi, giardini storici, verde attrezzato, alberature stradali, tetti e pareti verdi. Affinché le città dimostrino maggiore resilienza, è necessario sia che le I.V. siano presenti in numero adeguato, sia che risultino più efficienti possibile nello svolgimento delle loro funzioni. Sono stati dunque studiati molteplici criteri di valutazione, seguendo metodi strutturali e funzionali. La regola dei 3-30-300, formulata da Konijnendijk, è un esempio di metodo strutturale. Essa stabilisce che la quantità di verde è adeguata se ogni cittadino può osservare almeno tre alberi dalle finestre della sua residenza, abita in un quartiere con almeno il 30% di copertura arborea ed è in grado di raggiungere un parco di dimensioni adeguate situato ad una distanza massima di 300 m da casa. Lo studio condotto da Hansen e Pauleit segue invece un metodo funzionale. È proposto un quadro concettuale che analizza i differenti aspetti multifunzionali, tra cui l’integrità e l’accessibilità delle I.V., il numero di servizi ecosistemici generati, la loro domanda e le preferenze degli utenti per aiutare i soggetti competenti nell’elaborazione di un piano che abbia come obiettivi lo sviluppo sostenibile. Questi criteri di valutazione sono interessanti da considerare per il potenziamento delle I.V. e l’incremento della resilienza urbana. Per concludere, sono stati selezionati due casi studio per verificare in che modo viene affrontato il tema delle I.V. in due città europee note per il loro patrimonio naturale: Torino ed Amsterdam. Per ognuna è stato analizzato il Piano strategico, mettendo a confronto le due realtà ed evidenziando gli obiettivi, le analogie e le differenze della pianificazione e della gestione delle aree verdi urbane. Risulta quindi evidente quanto la resilienza urbana sostenuta dalle I.V. sia indispensabile per contrastare i fenomeni negativi che disturbano l’equilibrio degli ecosistemi e la salute degli esseri viventi.File | Dimensione | Formato | |
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