Introduzione: Il rapido e marcato invecchiamento della popolazione, che ha caratterizzato l'Italia e l'Europa nelle ultime decadi, ha portato inevitabilmente ad un aumento di tutte le malattie età-associate, che sono diventate una tra le maggiori priorità sanitarie e sociali del nostro paese. Il manifestarsi delle malattie tipiche dell'anziano come le demenze tra cui la più comune è l'Alzheimer, facilitano l'insorgenza di condizioni di disabilità e di non autosufficienza, causando una crescita non indifferente del fabbisogno di assistenza. Le demenze e le loro complicanze costituiscono un problema rilevante sia nell'ambito ospedaliero come domiciliare, e sono oggetto di ricerche cliniche nell'identificare i metodi idonei della prevenzione e trattamento delle stesse con interventi farmacologici e non, rivolti non solo al controllo dei deficit cognitivi ma anche alla cura dei sintomi non cognitivi, delle malattie concorrenti, al miglioramento dello stato funzionale, o mirati a fornire un supporto al paziente ed alla famiglia durante il decorso della malattia. Obiettivo: L'obiettivo della tesi è rilevare, attraverso l'analisi della letteratura i metodi non farmacologici per prevenire la malnutrizione del anziano demente senza disfagia, l'utilizzo di strumenti e metodi a disposizione per mantenere una alimentazione sana e permettere al paziente di continuare ad apprezzare i suoi pasti contribuendo al tempo stesso a fargli mantenere un certo livello di autonomia. Materiale e Metodi: Sono stati consultati quattro banca dati biomediche: Medline-Pubmed, Cinahl, Emabase, Cochrane, per identificare tutti gli articoli riferite all'utilizzo di metodi non farmacologici per la prevenzione della malnutrizione nel anziano demente. Si è fatto riferimento anche a Google Scholar e pagine web per la ricerca dell'utilizzo dei metodi usati in Italia. Colloquio telefonico con la responsabile del progetto Finger Food dell'Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna. Parole chiavi: fedding, dementia diet, malnutrition, mealtimes, finger food, utensil less. Risultati: Una valutazione critica degli articoli sull'argomento hanno permesso di selezionare cinque studi condotti negli ultimi anni. In più di una ricerca è stato evidenziato che i cambiamenti ambientali sono necessari per creare una atmosfera più serena e accogliente nei momenti dei pasti, altri hanno sottolineato la necessità di 4 un costante aggiornamento e preparazione del personale di assistenza. Una ricerca sottolinea l'importanza del finger food come metodo per incoraggiare il paziente ad assumere gli alimenti con l'aiuto delle mani e serviti in piccole porzioni e divisi almeno in cinque volte al giorno. Conclusioni: L'alimentazione nell'anziano affetto di demenza è condizionata di molti fattori, tanto che è uno degli aspetti più importanti da sorvegliare. Infatti, in molti casi il momento del pasto diventa particolarmente critico e può di per sé scatenare comportamenti agitati o aggressivi e contribuire a determinare nel tempo uno scarso apporto nutrizionale fino alla malnutrizione. I metodi trovati in letteratura offrono vantaggi potenziali ma, il finger food da come risultato complessivo il miglioramento della qualità della vita dell'anziano, il ricupero di alcune capacità residue e soprattutto l'aumento dell'autostima.

L'USO DEI METODI NON FARMACOLOGICI NELL'ASSISTENZA INFERMIERISTICA PER PREVENIRE LA MALNUTRIZIONE DELL'ANZIANO CON DEMENZA

CAMACHO, CARMEN ROSA
2012/2013

Abstract

Introduzione: Il rapido e marcato invecchiamento della popolazione, che ha caratterizzato l'Italia e l'Europa nelle ultime decadi, ha portato inevitabilmente ad un aumento di tutte le malattie età-associate, che sono diventate una tra le maggiori priorità sanitarie e sociali del nostro paese. Il manifestarsi delle malattie tipiche dell'anziano come le demenze tra cui la più comune è l'Alzheimer, facilitano l'insorgenza di condizioni di disabilità e di non autosufficienza, causando una crescita non indifferente del fabbisogno di assistenza. Le demenze e le loro complicanze costituiscono un problema rilevante sia nell'ambito ospedaliero come domiciliare, e sono oggetto di ricerche cliniche nell'identificare i metodi idonei della prevenzione e trattamento delle stesse con interventi farmacologici e non, rivolti non solo al controllo dei deficit cognitivi ma anche alla cura dei sintomi non cognitivi, delle malattie concorrenti, al miglioramento dello stato funzionale, o mirati a fornire un supporto al paziente ed alla famiglia durante il decorso della malattia. Obiettivo: L'obiettivo della tesi è rilevare, attraverso l'analisi della letteratura i metodi non farmacologici per prevenire la malnutrizione del anziano demente senza disfagia, l'utilizzo di strumenti e metodi a disposizione per mantenere una alimentazione sana e permettere al paziente di continuare ad apprezzare i suoi pasti contribuendo al tempo stesso a fargli mantenere un certo livello di autonomia. Materiale e Metodi: Sono stati consultati quattro banca dati biomediche: Medline-Pubmed, Cinahl, Emabase, Cochrane, per identificare tutti gli articoli riferite all'utilizzo di metodi non farmacologici per la prevenzione della malnutrizione nel anziano demente. Si è fatto riferimento anche a Google Scholar e pagine web per la ricerca dell'utilizzo dei metodi usati in Italia. Colloquio telefonico con la responsabile del progetto Finger Food dell'Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna. Parole chiavi: fedding, dementia diet, malnutrition, mealtimes, finger food, utensil less. Risultati: Una valutazione critica degli articoli sull'argomento hanno permesso di selezionare cinque studi condotti negli ultimi anni. In più di una ricerca è stato evidenziato che i cambiamenti ambientali sono necessari per creare una atmosfera più serena e accogliente nei momenti dei pasti, altri hanno sottolineato la necessità di 4 un costante aggiornamento e preparazione del personale di assistenza. Una ricerca sottolinea l'importanza del finger food come metodo per incoraggiare il paziente ad assumere gli alimenti con l'aiuto delle mani e serviti in piccole porzioni e divisi almeno in cinque volte al giorno. Conclusioni: L'alimentazione nell'anziano affetto di demenza è condizionata di molti fattori, tanto che è uno degli aspetti più importanti da sorvegliare. Infatti, in molti casi il momento del pasto diventa particolarmente critico e può di per sé scatenare comportamenti agitati o aggressivi e contribuire a determinare nel tempo uno scarso apporto nutrizionale fino alla malnutrizione. I metodi trovati in letteratura offrono vantaggi potenziali ma, il finger food da come risultato complessivo il miglioramento della qualità della vita dell'anziano, il ricupero di alcune capacità residue e soprattutto l'aumento dell'autostima.
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