Lo scrittore californiano John Steinbeck tra i precursori dell'¿environmental literature¿: analisi del rapporto uomo - natura attraverso la rilettura eco-critica della bibliografia e suo contributo pedagogico-didattico. Fin dagli anni Novanta, il metodo interpretativo dell'Ecocriticism, particolarmente radicato negli Stati Uniti, cerca di legare alla cultura umanistica la riflessione etica sulle problematiche ambientali che minacciano la sopravvivenza umana e del pianeta in generale, sviluppando una forma di impegno culturale militante a favore dell'ambiente. Per la verità l'analisi sulle conseguenze dell'interazione tra uomo e Natura appartiene alla riflessione letteraria di ogni tempo, basti ricordare il De Rerum Natura di Lucrezio o il Physiologus greco, i bestiari del XIII-XIV secolo, oppure Nature (1836) di Emerson Ralph Waldo, Walden ovvero vita nei boschi (1847) di Henry David Thoreau, oppure ancora Moby Dick (1851) di Arthur Melville, A Sand County Almanac (1949) di Aldo Leopold o Silent Spring (1962) di Rachel Carson. La mia tesi si propone di contribuire alle ricerche letterarie dedicate al rapporto tra natura e letteratura, concentrandosi sull'opera del premio Nobel californiano John Ernst Steinbeck (1902-1968), nel tentativo di dimostrare come lo scrittore, fedele all'idea di natura come componente indissolubile dell'umanità, riuscì a trasmettere molteplici spunti di riflessione eco-ambientalista. Egli sublimò l'aspetto antropologico della società americana dai primi anni del Novecento fino agli anni Sessanta circa, con particolare attenzione alle problematiche sociali e ai rapporti simmetrico/asimmetrici che tra i suoi componenti vennero a crearsi. Analizzò la chimerica contraddizione della Terra Promessa (gli Stati Uniti, la terra delle Opportunità) e la trasformazione, alienante, del nucleo famigliare americano, inserendo argomenti didattico-pedagogici degni di rilievo. L'immagine che si delinea è quella di una società povera, legata primordialmente alla natura ed ai suoi segreti e rituali, contrapposta ad una società opulenta, meccanizzata e lontana da qualsiasi tipo di coscienza morale nonchè ecologica. Le descrizioni dei fenomeni naturali e dell'ambiente divengono coprotagoniste a tutti gli effetti, ed è proprio su questa riflessione, a mio parere, che inizia a concretizzarsi la possibilità di uno Steinbeck precursore dell'Ecocriticism e dell'Environmental literature: la natura risulta essere essenziale per l'esistenza umana e per la sua sopravvivenza, così come dovrebbe essere il rispetto della stessa. Non è più concepibile una visione antropocentrica, bensì si tratta dell'uomo gettato nella mischia degli elementi: la natura a confronto con la vita umana.
MOTIVI ETICO-AMBIENTALI IN JOHN STEINBECK: UNA LETTURA ECOCRITICA A PARTIRE DAL DIARIO DI BORDO DEL MARE DI CORTEZ
GHIGA, PAOLO
2012/2013
Abstract
Lo scrittore californiano John Steinbeck tra i precursori dell'¿environmental literature¿: analisi del rapporto uomo - natura attraverso la rilettura eco-critica della bibliografia e suo contributo pedagogico-didattico. Fin dagli anni Novanta, il metodo interpretativo dell'Ecocriticism, particolarmente radicato negli Stati Uniti, cerca di legare alla cultura umanistica la riflessione etica sulle problematiche ambientali che minacciano la sopravvivenza umana e del pianeta in generale, sviluppando una forma di impegno culturale militante a favore dell'ambiente. Per la verità l'analisi sulle conseguenze dell'interazione tra uomo e Natura appartiene alla riflessione letteraria di ogni tempo, basti ricordare il De Rerum Natura di Lucrezio o il Physiologus greco, i bestiari del XIII-XIV secolo, oppure Nature (1836) di Emerson Ralph Waldo, Walden ovvero vita nei boschi (1847) di Henry David Thoreau, oppure ancora Moby Dick (1851) di Arthur Melville, A Sand County Almanac (1949) di Aldo Leopold o Silent Spring (1962) di Rachel Carson. La mia tesi si propone di contribuire alle ricerche letterarie dedicate al rapporto tra natura e letteratura, concentrandosi sull'opera del premio Nobel californiano John Ernst Steinbeck (1902-1968), nel tentativo di dimostrare come lo scrittore, fedele all'idea di natura come componente indissolubile dell'umanità, riuscì a trasmettere molteplici spunti di riflessione eco-ambientalista. Egli sublimò l'aspetto antropologico della società americana dai primi anni del Novecento fino agli anni Sessanta circa, con particolare attenzione alle problematiche sociali e ai rapporti simmetrico/asimmetrici che tra i suoi componenti vennero a crearsi. Analizzò la chimerica contraddizione della Terra Promessa (gli Stati Uniti, la terra delle Opportunità) e la trasformazione, alienante, del nucleo famigliare americano, inserendo argomenti didattico-pedagogici degni di rilievo. L'immagine che si delinea è quella di una società povera, legata primordialmente alla natura ed ai suoi segreti e rituali, contrapposta ad una società opulenta, meccanizzata e lontana da qualsiasi tipo di coscienza morale nonchè ecologica. Le descrizioni dei fenomeni naturali e dell'ambiente divengono coprotagoniste a tutti gli effetti, ed è proprio su questa riflessione, a mio parere, che inizia a concretizzarsi la possibilità di uno Steinbeck precursore dell'Ecocriticism e dell'Environmental literature: la natura risulta essere essenziale per l'esistenza umana e per la sua sopravvivenza, così come dovrebbe essere il rispetto della stessa. Non è più concepibile una visione antropocentrica, bensì si tratta dell'uomo gettato nella mischia degli elementi: la natura a confronto con la vita umana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/132431