Milan Kundera (Brno, 1929), è autore di romanzi in gran parte incentrati attorno ad eventi storici e politici cechi e internazionali, ed è stato per tanto spesso considerato dalla critica uno «scrittore impegnato» e un «letterato dissidente». Benché la dimensione storica dell’esistenza occupi uno spazio fondamentale nei romanzi kunderiani, l’autore si è sempre categoricamente discostato da interpretazioni meramente ideologiche delle proprie opere, e non si è mai identificato con le prime ricezioni critiche internazionali dei suoi romanzi, quasi tutte impegnate nella disamina del loro contenuto storico e politico. Negli ultimi decenni, la critica ha per lo più abbandonato questo terreno di discussione, preferendo concentrare il dibattito attorno alla raffinata struttura dei romanzi di Kundera. In particolare, uno degli aspetti più interessanti della pratica artistica kunderiana è la profonda contaminazione fra la primigenia formazione musicale dell’autore (figlio di un musicologo ed egli stesso avviato fin da giovanissimo allo studio della musica) e la sua successiva attività di romanziere. Nell'analisi delle influenze fra romanzo e musica nella pratica artistica kunderiana è possibile rilevare: 1) Un ritrovato interesse per l'aspetto formale e compositivo dei testi letterari, ispirato tanto dalle opere dei padri fondatori del Romanzo moderno (Cervantes, Rabelais, Diderot e Sterne) e dei Modernisti (in particolare Broch, Musil e Kafka) quanto dallo studio delle composizioni di musicisti come Beethoven, Chopin e Janáček. 2) La volontà di ribaltare il normale paradigma narrativo fondato sull'unità d'azione, al fine di sostituire ad essa come forza di coesione del romanzo l'unità tematica. 3) L'onnipresente sforzo compositivo da parte di Kundera di creare all'interno del testo romanzesco una sofisticata struttura polifonica. L’attenzione dedicata da Kundera alla struttura tecnica e stilistica dei propri romanzi si rivela – al momento di costituire un giudizio circa la politicità o meno di questi testi – l’elemento dirimente per poter affermare che, in quanto opere costruite sfruttando prevalentemente i due principi compositivi della «variazione su tema» e della «polifonia», i romanzi kunderiani sono intrinsecamente a-politici poiché – come già dimostrato dallo studio del romanzo polifonico dostoevskijano condotto da Michail Bachtin – qualunque romanzo costruito secondo principi polifonici tende per propria natura a sottrarsi ad interpretazioni meramente ideologiche. Scopo della presente dissertazione sarà sistematizzare le dichiarazioni di Kundera riguardo il suo progetto di romanzo tematico e polifonico, per offrirne una definizione teorica coerente, che permetta di orientarsi nella raffinata geometria dei suoi romanzi. A questo proposito: 1) si rileveranno le principali tecniche compositive tratte dalla musica che rendono possibile fondare l'unità del romanzo sulla ricorrenza degli stessi temi piuttosto che sulla continuità della narrazione; 2) si metteranno a confronto la teoria di Michail Bachtin del romanzo polifonico dostoevskijano e quella di Kundera, portando a questo modo alla luce somiglianze e discrepanze fra queste due differenti definizioni di "polifonia"; 3) si analizzeranno i due romanzi di Kundera "Lo scherzo" (1965) e "Il libro del riso e dell’oblio" (1978) al fine di sondare, sul terreno pratico della produzione artistica dell’autore, l’applicazione i due principi compositivi dell’unità tematica e della polifonia.

Milan Kundera e il Romanzo Polifonico: fondamenti teorici e pratica artistica

FUMAROLA, MARIANNA
2021/2022

Abstract

Milan Kundera (Brno, 1929), è autore di romanzi in gran parte incentrati attorno ad eventi storici e politici cechi e internazionali, ed è stato per tanto spesso considerato dalla critica uno «scrittore impegnato» e un «letterato dissidente». Benché la dimensione storica dell’esistenza occupi uno spazio fondamentale nei romanzi kunderiani, l’autore si è sempre categoricamente discostato da interpretazioni meramente ideologiche delle proprie opere, e non si è mai identificato con le prime ricezioni critiche internazionali dei suoi romanzi, quasi tutte impegnate nella disamina del loro contenuto storico e politico. Negli ultimi decenni, la critica ha per lo più abbandonato questo terreno di discussione, preferendo concentrare il dibattito attorno alla raffinata struttura dei romanzi di Kundera. In particolare, uno degli aspetti più interessanti della pratica artistica kunderiana è la profonda contaminazione fra la primigenia formazione musicale dell’autore (figlio di un musicologo ed egli stesso avviato fin da giovanissimo allo studio della musica) e la sua successiva attività di romanziere. Nell'analisi delle influenze fra romanzo e musica nella pratica artistica kunderiana è possibile rilevare: 1) Un ritrovato interesse per l'aspetto formale e compositivo dei testi letterari, ispirato tanto dalle opere dei padri fondatori del Romanzo moderno (Cervantes, Rabelais, Diderot e Sterne) e dei Modernisti (in particolare Broch, Musil e Kafka) quanto dallo studio delle composizioni di musicisti come Beethoven, Chopin e Janáček. 2) La volontà di ribaltare il normale paradigma narrativo fondato sull'unità d'azione, al fine di sostituire ad essa come forza di coesione del romanzo l'unità tematica. 3) L'onnipresente sforzo compositivo da parte di Kundera di creare all'interno del testo romanzesco una sofisticata struttura polifonica. L’attenzione dedicata da Kundera alla struttura tecnica e stilistica dei propri romanzi si rivela – al momento di costituire un giudizio circa la politicità o meno di questi testi – l’elemento dirimente per poter affermare che, in quanto opere costruite sfruttando prevalentemente i due principi compositivi della «variazione su tema» e della «polifonia», i romanzi kunderiani sono intrinsecamente a-politici poiché – come già dimostrato dallo studio del romanzo polifonico dostoevskijano condotto da Michail Bachtin – qualunque romanzo costruito secondo principi polifonici tende per propria natura a sottrarsi ad interpretazioni meramente ideologiche. Scopo della presente dissertazione sarà sistematizzare le dichiarazioni di Kundera riguardo il suo progetto di romanzo tematico e polifonico, per offrirne una definizione teorica coerente, che permetta di orientarsi nella raffinata geometria dei suoi romanzi. A questo proposito: 1) si rileveranno le principali tecniche compositive tratte dalla musica che rendono possibile fondare l'unità del romanzo sulla ricorrenza degli stessi temi piuttosto che sulla continuità della narrazione; 2) si metteranno a confronto la teoria di Michail Bachtin del romanzo polifonico dostoevskijano e quella di Kundera, portando a questo modo alla luce somiglianze e discrepanze fra queste due differenti definizioni di "polifonia"; 3) si analizzeranno i due romanzi di Kundera "Lo scherzo" (1965) e "Il libro del riso e dell’oblio" (1978) al fine di sondare, sul terreno pratico della produzione artistica dell’autore, l’applicazione i due principi compositivi dell’unità tematica e della polifonia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/132273