La tesi ha l’obiettivo di fornire un quadro generale sul mockumentary (finto documentario), uno stile cinematografico che vuole ingannare il pubblico sulla veridicità di un prodotto di finzione, servendosi dei codici tipici del documentario. In particolare, il seguente studio si concentra nell’analizzare il found footage (filmato trovato), la tecnica a cui il mockumentary fa frequentemente ricorso, e che trova la sua massima espressione in chiave horror. L’aspetto di unire, con l’inganno, la realtà e la finzione attraverso il found footage horror è il focus principale della tesi per mostrare il sintomo più inquietante della società contemporanea: il rapporto controverso dei media e della tecnologia digitale con l’uomo nel mondo reale. La tesi infatti mostra come il finto documentario si sia sviluppato negli anni da un obiettivo principalmente comico a uno maggiormente drammatico e inquietante, facendo riferimento a numerosi autori che hanno affrontato la medesima questione in passato, e di pellicole del settore che mostrano in maniera diversa tra loro il problema attuale dei media e della tecnologia. Il seguente elaborato è diviso in tre capitoli per illustrare in maniera efficace e coerente la questione. Nel primo capitolo vengono delineate le origini, gli sviluppi e le caratteristiche del finto documentario, il suo rapporto con il mondo televisivo e cinematografico, analizzando in particolare le diverse modalità di ricezione del pubblico nei confronti del prodotto mockumentary. Il primo capitolo serve come preludio per concentrarsi nella parte centrale del cosiddetto found footage, soprattutto quello horror, mostrando i suoi rapporti con altre forme artistiche (letteratura gotica, il teatro) e con il cinema horror del passato. Nello specifico un’ampia parte della dissertazione verte sulle caratteristiche peculiari di questa tecnica, che sono poi il tratto fondamentale per capire il rapporto del mockumentary con i media e la tecnologia: il ruolo del digitale, la campagna promozionale del prodotto, l’utilizzo della telecamera, il rapporto con altri media (videogiochi). L’ultimo capitolo infine analizza alcune pellicole found footage horror, quelle più famose ed apprezzate, per mostrare nel concreto in che modo il mockumentary affronta il problema che si prefigge la tesi in maniera efficace e pertinente.

Mockumentary e found footage horror: studio sulla dicotomia tra realtà e finzione nel cinema e nella società

CUCCHI, DAVIDE
2021/2022

Abstract

La tesi ha l’obiettivo di fornire un quadro generale sul mockumentary (finto documentario), uno stile cinematografico che vuole ingannare il pubblico sulla veridicità di un prodotto di finzione, servendosi dei codici tipici del documentario. In particolare, il seguente studio si concentra nell’analizzare il found footage (filmato trovato), la tecnica a cui il mockumentary fa frequentemente ricorso, e che trova la sua massima espressione in chiave horror. L’aspetto di unire, con l’inganno, la realtà e la finzione attraverso il found footage horror è il focus principale della tesi per mostrare il sintomo più inquietante della società contemporanea: il rapporto controverso dei media e della tecnologia digitale con l’uomo nel mondo reale. La tesi infatti mostra come il finto documentario si sia sviluppato negli anni da un obiettivo principalmente comico a uno maggiormente drammatico e inquietante, facendo riferimento a numerosi autori che hanno affrontato la medesima questione in passato, e di pellicole del settore che mostrano in maniera diversa tra loro il problema attuale dei media e della tecnologia. Il seguente elaborato è diviso in tre capitoli per illustrare in maniera efficace e coerente la questione. Nel primo capitolo vengono delineate le origini, gli sviluppi e le caratteristiche del finto documentario, il suo rapporto con il mondo televisivo e cinematografico, analizzando in particolare le diverse modalità di ricezione del pubblico nei confronti del prodotto mockumentary. Il primo capitolo serve come preludio per concentrarsi nella parte centrale del cosiddetto found footage, soprattutto quello horror, mostrando i suoi rapporti con altre forme artistiche (letteratura gotica, il teatro) e con il cinema horror del passato. Nello specifico un’ampia parte della dissertazione verte sulle caratteristiche peculiari di questa tecnica, che sono poi il tratto fondamentale per capire il rapporto del mockumentary con i media e la tecnologia: il ruolo del digitale, la campagna promozionale del prodotto, l’utilizzo della telecamera, il rapporto con altri media (videogiochi). L’ultimo capitolo infine analizza alcune pellicole found footage horror, quelle più famose ed apprezzate, per mostrare nel concreto in che modo il mockumentary affronta il problema che si prefigge la tesi in maniera efficace e pertinente.
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