Rimboschimenti nel piano subalpino: storia, tecniche e problematiche

The present study is about the reforestation in subalpine plan; from a theoretical point of view and analyzing concepts, methods and techniques, knowledge is then applied in an on-field study. In Italy there are more than 400,000 hectares of reforested areas, some of which have stability problems because in the past have not been taken into account some fundamental ecological principles; the main objective of reforestation, from the 50s to the 70s, was not focused on production or protection, but was aimed to create employment. In fact, for a long time the typical plant of subalpine afforestation has used a regular planting pattern, which led to the development of uniforms, monoplanes and closed woodlands, with short hair and concentrated at the top, dense and structured and unstable scrub, subjected to crashes from snow, wind and attacks by insects and pathogens. Currently the reforestation of high altitude use as plant type the so-called "clusters", i.e. groups of plants, usually monospecific, which act as a single individual defending very well from the many adversities present at these altitudes. The systems are based on collective training to small groups of natural subalpine forest, especially the Norway spruce and Pinus cembra forest's. A reforestation carried out in the subalpine plan must take into account site factors such as exposure, slope, altitude, etc¿ as well as other site characteristics as mountains, ridges, watersheds, projections, Near stumps, etc. .. The forester, using these data and his ecological knowledge, firstly has to choose with which species perform reforestation and then finding the most suitable position for each plant or group of plants or seed. In fact there are three types of systems: plantations with indviduals in pot (more expensive, but with greater likelihood of successful implantation), plantations with bare root (lower costs, but not recommended in mountain environments) and finally plants made by direct seeding on the ground (less expensive, but with low probability of success). The area examined in this study is Vencorère in Valle d'Aosta, an altitude between 1750 and 1850 m above sea level. In 2005, the area was interested by a fire of high intensity, burning about 190 ha of forest. Five years later, due to the low natural regeneration and the protective function of the old forest, were performed 2 reforestations (one in fall and one in spring) out of a total of 3 ha. In the plots were established small collectives ranging in size from 2-3 to 7-8 m², elongated or elliptical in form, using small bumps and the most favorable areas to the emergence of the regeneration (below stumps and boulders). Tillage consisted of a total removal of the soil with turf and turning down the same to create a flat ridge. A pitch out of 5 has been left unmanaged to make sure that homesteading naturally regeneration would happen, while in half of the remaining pads was performed a direct sowing with seed Larix decidua Miller. In the remaining plots were used seed of Pinus sylvestris L.. At 2 years after the first sowing the results are not satisfactory: in areas where autumn sowing was carried larch has grown only in 3% of cases, with an average of an individual per pitch; Scots pine has grown on about 30% of the plots, with an average of 2.3 plants per pitch; regeneration in plots left unmanaged was nil. The spring planting was more effective, although the renewal of pitches left to free development was nil too. Th

Il presente studio tratta i rimboschimenti effettuati nel piano subalpino; partendo da un approfondimento teorico ed analizzando concetti, metodi e tecniche, le conoscenze vengono successivamente applicate in uno studio sul campo. In Italia vi sono più di 400.000 ha di superfici rimboschite, alcune delle quali hanno problemi di stabilità poichè in passato non sono stati presi in considerazione alcuni principi ecologici fondamentali; l'obiettivo principale dei rimboschimenti, dagli anni '50 agli anni '70, non era di tipo produttivo o di protezione, ma occupazionale. Difatti per molto tempo le specie utilizzate non sono state quelle più adatte alla stazione, l'impianto tipico dei rimboschimenti subalpini è stato di tipo andante con sesto d'impianto regolare, il che ha portato allo sviluppo di boschi uniformi, monoplani e chiusi, con chiome corte e concentrate in alto, strutturati in perticaie dense e instabili, soggette a schianti da neve, da vento e ad attacchi di insetti e patogeni. Attualmente per i rimboschimenti d'alta quota viene utilizzato un diverso tipo d'impianto: il rimboschimento a gruppi, generalmente monospecifici, che agiscono come un unico individuo difendendosi molto bene dalle numerose avversità presenti a queste altitudini. Gli impianti a gruppi si ispirano alle formazioni a piccoli gruppi del bosco naturale subalpino, in particolar modo alle peccete e alle cembrete. Un rimboschimento effettuato nel piano subalpino deve tenere in considerazione sia i fattori macrostazionali come esposizione, pendenza, altitudine ecc., sia le caratteristiche microstazionali come rilievi, displuvi, impluvi, sporgenze, dintorni di ceppaie, ecc.. Il tecnico forestale, utilizzando questi dati e le proprie conoscenze ecologiche, dovrà dapprima scegliere con quali specie effettuare il rimboschimento e successivamente trovare la sistemazione più adatta ad ogni pianta, gruppo di piante o seme. Infatti esistono 3 tipologie d'impianto: piantagioni con postime in pane di terra (più costose, ma con maggiore probabilità di riuscita dell'impianto), piantagioni con postime a radice nuda (costi più contenuti, ma sconsigliate in ambienti montani) ed infine impianti effettuati con semina diretta sul terreno (meno costosi, ma con bassa probabilità di riuscita). L'area presa in esame dal presente studio si trova a Vencorère in Valle d'Aosta, ad un' altitudine compresa tra i 1750 e i 1850 m s.l.m.. Nel 2005 la zona è stata colpita da un incendio di elevata intensità, che ha percorso circa 190 ha di bosco. Cinque anni dopo, a causa della scarsissima rinnovazione naturale e della funzione di protezione esercitata dal vecchio bosco, sono stati eseguiti 2 interventi di rimboschimento (uno autunnale ed uno primaverile) su un totale di 3 ha di superficie. Nell'area sono state create piazzole per ospitare la messa a dimora di piccoli gruppi dalle dimensioni variabili dai 2-3 ai 7-8 m², di forma allungata o ellittica, sfruttando i piccoli dossi e le zone più favorevoli all'affermarsi della rinnovazione (a valle di ceppaie e massi). La lavorazione del terreno è consistita in una rimozione totale della zolla con cotica erbosa e ribaltamento a valle della stessa per creare un ciglione pianeggiante. Una piazzola su 5 è stata lasciata ¿nuda¿ per fare in modo che si insediasse naturalmente la rinnovazione, mentre in metà delle piazzole rimanenti è stata eseguita una semina diretta con sementi di Larix decidua Miller. Nelle restanti piazzole sono state impiegate sementi di