La minaccia posta dalle specie alloctone è in continuo aumento a causa dei cambiamenti del clima, della globalizzazione e del commercio. Questi fenomeni vengono classificati come una delle principali cause di perdita della biodiversità globale. Oltre ad arrecare danni all’ambiente e ai servizi ecosistemici, le specie esotiche possono rappresentare una minaccia per l’agricoltura, l’economia e anche per l’uomo. I tarli asiatici appartenenti al genere Anoplophora rappresentano uno degli esempi di specie esotiche invasive recentemente introdotte dall’Asia con il commercio vivaistico e il materiale da imballaggio (bancali in legno non trattato). Si tratta di due specie di coleotteri cerambicidi polifagi, Anoplophora chinensis (Forster) e Anoplophora glabripennis (Motschulsky) la cui presenza è stata osservata per la prima volta al di fuori del territorio cinese nel 1996 negli Stati Uniti. Il primo focolaio di infestazione in Europa di A. chinensis è stato individuato nel 2000 in Lombardia, nei pressi di Milano, mentre A. glabripennis è stata segnalata per la prima volta in Austria nel 2001. La presenza di quest’ultima specie è stata accertata anche in Lombardia, Veneto e nell’estate 2018 anche in Piemonte, nei comuni di Vaie (TO) e Cuneo. Singoli focolai sono stati ripetutamente segnalati in vari Paesi europei, come in Germania, Francia, Paesi Bassi e Inghilterra. In considerazione dell’elevato rischio fitosanitario entrambe le specie sono state dichiarate da quarantena in tutti i Paesi dell'Unione Europea. Questi coleotteri hanno dimensioni medio-grandi (20-37 mm) e aspetto allungato e robusto, caratterizzato da antenne particolarmente lunghe. Il corpo è di colore nero brillante con il dorso punteggiato di macchie bianche, mentre le zampe e la base delle antenne sono ricoperte da una pubescenza bluastra. Gli adulti si nutrono a carico della corteccia di rametti apicali non ancora lignificati, provocandone il successivo disseccamento. Ogni femmina adulta è in grado di deporre fino ad oltre un centinaio di uova, posizionate singolarmente sotto la corteccia in una caratteristica tasca ovigera ad "imbuto'. Le larve sono bianche, apode e prive di peli. Queste scavano lunghe gallerie all'interno del legno compromettendo di conseguenza la vitalità e la stabilità delle piante ospiti. Giunta a maturità, la larva si impupa e la metamorfosi si completa con lo sfarfallamento dell’adulto, che abbandona il fusto scavando un foro di uscita perfettamente circolare del diametro di circa 10-15 mm. Il posizionamento dei fori di sfarfallamento è utile per differenziare le infestazioni delle due specie, in quanto A. chinensis crea dei fori nella zona del colletto e/o sulle radici affioranti, mentre nel caso della specie congenere A. glabripennis i fori si localizzano principalmente lungo il fusto e le branche principali. L’intero ciclo di sviluppo si compie generalmente in 1-2 anni, in relazione alle condizioni climatiche. Entrambi i fitofagi rappresentano una seria minaccia per i vivai di piante ornamentali, arboree o arbustive, per le coltivazioni di piante da frutto e per gli ecosistemi urbani e forestali di pianura. La loro pericolosità deriva dall'estrema polifagia e dalla capacità di attaccare sia piante indebolite che esemplari in pieno vigore vegetativo, con particolare predilezione per aceri, ippocastani, betulle, noccioli, faggi, platani e querce

Anoplophora chinensis e Anoplophora glabripennis: due specie esotiche invasive da quarantena

MURA, ELIA
2020/2021

Abstract

La minaccia posta dalle specie alloctone è in continuo aumento a causa dei cambiamenti del clima, della globalizzazione e del commercio. Questi fenomeni vengono classificati come una delle principali cause di perdita della biodiversità globale. Oltre ad arrecare danni all’ambiente e ai servizi ecosistemici, le specie esotiche possono rappresentare una minaccia per l’agricoltura, l’economia e anche per l’uomo. I tarli asiatici appartenenti al genere Anoplophora rappresentano uno degli esempi di specie esotiche invasive recentemente introdotte dall’Asia con il commercio vivaistico e il materiale da imballaggio (bancali in legno non trattato). Si tratta di due specie di coleotteri cerambicidi polifagi, Anoplophora chinensis (Forster) e Anoplophora glabripennis (Motschulsky) la cui presenza è stata osservata per la prima volta al di fuori del territorio cinese nel 1996 negli Stati Uniti. Il primo focolaio di infestazione in Europa di A. chinensis è stato individuato nel 2000 in Lombardia, nei pressi di Milano, mentre A. glabripennis è stata segnalata per la prima volta in Austria nel 2001. La presenza di quest’ultima specie è stata accertata anche in Lombardia, Veneto e nell’estate 2018 anche in Piemonte, nei comuni di Vaie (TO) e Cuneo. Singoli focolai sono stati ripetutamente segnalati in vari Paesi europei, come in Germania, Francia, Paesi Bassi e Inghilterra. In considerazione dell’elevato rischio fitosanitario entrambe le specie sono state dichiarate da quarantena in tutti i Paesi dell'Unione Europea. Questi coleotteri hanno dimensioni medio-grandi (20-37 mm) e aspetto allungato e robusto, caratterizzato da antenne particolarmente lunghe. Il corpo è di colore nero brillante con il dorso punteggiato di macchie bianche, mentre le zampe e la base delle antenne sono ricoperte da una pubescenza bluastra. Gli adulti si nutrono a carico della corteccia di rametti apicali non ancora lignificati, provocandone il successivo disseccamento. Ogni femmina adulta è in grado di deporre fino ad oltre un centinaio di uova, posizionate singolarmente sotto la corteccia in una caratteristica tasca ovigera ad "imbuto'. Le larve sono bianche, apode e prive di peli. Queste scavano lunghe gallerie all'interno del legno compromettendo di conseguenza la vitalità e la stabilità delle piante ospiti. Giunta a maturità, la larva si impupa e la metamorfosi si completa con lo sfarfallamento dell’adulto, che abbandona il fusto scavando un foro di uscita perfettamente circolare del diametro di circa 10-15 mm. Il posizionamento dei fori di sfarfallamento è utile per differenziare le infestazioni delle due specie, in quanto A. chinensis crea dei fori nella zona del colletto e/o sulle radici affioranti, mentre nel caso della specie congenere A. glabripennis i fori si localizzano principalmente lungo il fusto e le branche principali. L’intero ciclo di sviluppo si compie generalmente in 1-2 anni, in relazione alle condizioni climatiche. Entrambi i fitofagi rappresentano una seria minaccia per i vivai di piante ornamentali, arboree o arbustive, per le coltivazioni di piante da frutto e per gli ecosistemi urbani e forestali di pianura. La loro pericolosità deriva dall'estrema polifagia e dalla capacità di attaccare sia piante indebolite che esemplari in pieno vigore vegetativo, con particolare predilezione per aceri, ippocastani, betulle, noccioli, faggi, platani e querce
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/131998