Tale lavoro di tesi si inserisce all'interno di un lungo e articolato dibattito critico che ha come protagonisti Giovanni Battista Niccolini e Vittorio Alfieri e che si propone, mettendo a confronto le due produzioni tragiche, di farne emergere le affinità e le divergenze. Prendendo preliminarmente in esame le opere e la critica di ciascun autore al fine di coglierne le specificità letterarie, l'elaborato vuole apportare maggiore chiarezza sul rapporto che lega i due tragediografi soffermandosi, specificatamente, su alcuni elementi rilevanti, a mio parere, delle loro opere tragiche. Oltre a registrare il rilievo che Niccolini assume nell'Ottocento e che lo porta, in talune circostanze, ad essere accostato al sommo Alfieri, tale studio cerca però anche, approfondendo determinati aspetti stilistici di entrambi gli autori, di dare o meno fondamento al giudizio per cui il pisano sarebbe anzitutto un emulo dell'illustre predecessore. Rispettando gli elementi di specificità di uno e dell'altro autore, l'elaborato si pone di rintracciarvi le somiglianze stilistiche e tematiche. Si è partiti dalla formazione, dalle prime letture e dall'approccio letterario, fino alla vocazione tragica. Il lavoro tenta soprattutto di spiegare come e perché sia Alfieri che Niccolini si siano avvicinati alla tragedia e come l'abbiano rinnovata. Entrambi aspirano a creare ad una tragedia nuova, moderna, capace di superare, nel caso di Alfieri, la tragedia francese e, nel caso di Niccolini, proprio quella del «grand'uomo» piemontese. Ho cercato di dimostrare come se da un lato Niccolini cerca di prendere le distanze da Alfieri, dall'altro mostra non poche analogie sul piano dello stile. Ma quale modello di tragedia propongono Alfieri e Niccolini e in che rapporto si pongono le loro tragedie? E che ruolo ha il momento storico in cui vengono scritte? Per cercare di rispondere si è scelto, infine, di prendere in esame alcuni personaggi secondari delle tragedie di Alfieri e di Niccolini, vale a dire i confidenti, studiati solo nei casi in cui essi ricoprano un ruolo attivo all'interno dell'azione, e il coro. Tali, in generale, sono le tappe affrontate in questo lavoro di tesi, che ha l'intento di fondo di apportare degli elementi di riflessione e di offrire nuovi spunti su un tema ancora poco approfondito dalla critica contemporanea.

«A una nuova civiltà conviene una nuova tragedia»: Vittorio Alfieri e Giovan Battista Niccolini

DI GIACOMO, GIULIA
2014/2015

Abstract

Tale lavoro di tesi si inserisce all'interno di un lungo e articolato dibattito critico che ha come protagonisti Giovanni Battista Niccolini e Vittorio Alfieri e che si propone, mettendo a confronto le due produzioni tragiche, di farne emergere le affinità e le divergenze. Prendendo preliminarmente in esame le opere e la critica di ciascun autore al fine di coglierne le specificità letterarie, l'elaborato vuole apportare maggiore chiarezza sul rapporto che lega i due tragediografi soffermandosi, specificatamente, su alcuni elementi rilevanti, a mio parere, delle loro opere tragiche. Oltre a registrare il rilievo che Niccolini assume nell'Ottocento e che lo porta, in talune circostanze, ad essere accostato al sommo Alfieri, tale studio cerca però anche, approfondendo determinati aspetti stilistici di entrambi gli autori, di dare o meno fondamento al giudizio per cui il pisano sarebbe anzitutto un emulo dell'illustre predecessore. Rispettando gli elementi di specificità di uno e dell'altro autore, l'elaborato si pone di rintracciarvi le somiglianze stilistiche e tematiche. Si è partiti dalla formazione, dalle prime letture e dall'approccio letterario, fino alla vocazione tragica. Il lavoro tenta soprattutto di spiegare come e perché sia Alfieri che Niccolini si siano avvicinati alla tragedia e come l'abbiano rinnovata. Entrambi aspirano a creare ad una tragedia nuova, moderna, capace di superare, nel caso di Alfieri, la tragedia francese e, nel caso di Niccolini, proprio quella del «grand'uomo» piemontese. Ho cercato di dimostrare come se da un lato Niccolini cerca di prendere le distanze da Alfieri, dall'altro mostra non poche analogie sul piano dello stile. Ma quale modello di tragedia propongono Alfieri e Niccolini e in che rapporto si pongono le loro tragedie? E che ruolo ha il momento storico in cui vengono scritte? Per cercare di rispondere si è scelto, infine, di prendere in esame alcuni personaggi secondari delle tragedie di Alfieri e di Niccolini, vale a dire i confidenti, studiati solo nei casi in cui essi ricoprano un ruolo attivo all'interno dell'azione, e il coro. Tali, in generale, sono le tappe affrontate in questo lavoro di tesi, che ha l'intento di fondo di apportare degli elementi di riflessione e di offrire nuovi spunti su un tema ancora poco approfondito dalla critica contemporanea.
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