Lo stress legato all'attività lavorativa costituisce una delle sfide principali con cui l'Unione Europea, e l'Italia in particolare, devono confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza. Tra le professioni più esposte al rischio di stress c'è quella dell'insegnante, un profilo professionale che negli ultimi anni ha subìto profondi cambiamenti. La continua richiesta di competenze socio-educative, psicologiche, relazionali e gestionali sottopone gli insegnanti, ogni giorno, a prolungati stati di stress, a cui essi non sono sempre in grado di reagire utilizzando le proprie strategie e risorse, correndo il rischio di arrivare alle soglie di un vero e proprio esaurimento psichico, fisico e attitudinale che prende il nome di burnout. Diventa dunque indispensabile, pensare di affrontare concretamente questo fenomeno, elaborando modelli d'intervento per prevenirlo o limitarne gli effetti negativi. Le soluzioni da mettere in atto nella scuola sono tuttavia difficili da realizzare, perché richiedono una sensibilità politica al problema, ora pressoché inesistente, non sono sempre chiaramente identificabili e, a volte, sono anche molto costose. Di qui l'importanza degli interventi sull'individuo, volti a modificare l'atteggiamento verso se stesso e l'ambiente circostante, stimolando la sua capacità di gestione dello stress. Ѐ a partire da quest'ultima considerazione che ho condotto una ricerca, in collaborazione con uno psicologo di Torino, sottoponendo un gruppo di docenti (alcuni in servizio presso un asilo nido, altri una scuola dell'infanzia e altri presso una scuola primaria) a un training psico-fisico basato su tecniche di rilassamento allo scopo di sviluppare in loro più consapevolezza sulla natura e sull'impatto dello stress, migliorare la loro risposta di rilassamento e sviluppare abilità di coping, a cui poter attingere per aumentare tolleranza e resistenza allo stress e affrontare futuri cambiamenti.
BENESSERE O MALESSERE A SCUOLA: GESTIONE DELLO STRESS NEGLI INSEGNANTI
AMURRI, MONICA
2011/2012
Abstract
Lo stress legato all'attività lavorativa costituisce una delle sfide principali con cui l'Unione Europea, e l'Italia in particolare, devono confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza. Tra le professioni più esposte al rischio di stress c'è quella dell'insegnante, un profilo professionale che negli ultimi anni ha subìto profondi cambiamenti. La continua richiesta di competenze socio-educative, psicologiche, relazionali e gestionali sottopone gli insegnanti, ogni giorno, a prolungati stati di stress, a cui essi non sono sempre in grado di reagire utilizzando le proprie strategie e risorse, correndo il rischio di arrivare alle soglie di un vero e proprio esaurimento psichico, fisico e attitudinale che prende il nome di burnout. Diventa dunque indispensabile, pensare di affrontare concretamente questo fenomeno, elaborando modelli d'intervento per prevenirlo o limitarne gli effetti negativi. Le soluzioni da mettere in atto nella scuola sono tuttavia difficili da realizzare, perché richiedono una sensibilità politica al problema, ora pressoché inesistente, non sono sempre chiaramente identificabili e, a volte, sono anche molto costose. Di qui l'importanza degli interventi sull'individuo, volti a modificare l'atteggiamento verso se stesso e l'ambiente circostante, stimolando la sua capacità di gestione dello stress. Ѐ a partire da quest'ultima considerazione che ho condotto una ricerca, in collaborazione con uno psicologo di Torino, sottoponendo un gruppo di docenti (alcuni in servizio presso un asilo nido, altri una scuola dell'infanzia e altri presso una scuola primaria) a un training psico-fisico basato su tecniche di rilassamento allo scopo di sviluppare in loro più consapevolezza sulla natura e sull'impatto dello stress, migliorare la loro risposta di rilassamento e sviluppare abilità di coping, a cui poter attingere per aumentare tolleranza e resistenza allo stress e affrontare futuri cambiamenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/131884