This paper aims to provide an overview of the features and problems connected with the presence of permafrost in the Alps. In order to better develop these topics, the report initially talks about permafrost in general, its formation factors and how the different types of coverage affect the energy balance of the soil. In particular, it is highlighted as an absence of coverage allows the soil to cool considerably during the winter and in the summer heat; on one hand, the absence of a cover, be it vegetal or snowy or organic, will make the soil very more erodible, and other, effects of freeze-thaw cycles, due to the strong temperature changes, will have a higher magnitude going to make the soil less cohesive and again increasing the erodibility and the risk of rock fall. In particular, it has highlighted the importance of snow cover in the Alps thanks to its properties which enable it to insulate in part the soil from the air temperature as well it have important effects on the radiative balance. The report proceeds going to develop more and more issues related to Alpine permafrost: firstly the analysis of its spatial distribution globally, which is estimated using computer models. Of course, in addition to these distribution models, that are developed by climatic data recorded by the monitoring stations, there are also scientific methods for its detection. The report lists some of the methods used for its detection: infact, next to the direct method of making cores, which is not always easily adoptable if only for the fact that often the substrate is only made up of fragmented rock, there are some methods that allow us to locate it exploiting for example, some physical, thermal, etc., properties. In addition to scientific measurements, we can presume the presence of permafrost also by observation of the different vegetal communities present in the area, which indicate climatic and ecological conditions that may allow the presence of permafrost, or finally the observation of any geomorphological forms connected to a large part to the presence of permafrost, such as for instance rock glaciers. Hence the starting point for the analysis of periglacial geomorphology, i.e. the forms of cold enviroment not strictly related to glaciers. Particular attention is directed to the rock glaciers, if only for their easy identification given by their macroscopicity, but especially as good indicators of the presence of permafrost. Then have been analyzed the other forms that are put in place by the movement of material; it is always important to discern whether or not the motion is due to presence of permafrost, because in many case the movement is due to soil's water saturation. Finally, with regard to the geomorphology, are also mentioned patterned grounds and polygonal soil, which are encountered in permafrost areas but on whose origin the scientific community haven't still certain reasons. But the study of permafrost, however, is really important because in the alpine enviroment its degradation is causing a lot of damage and landslides.

Il presente lavoro mira a fornire una visione d'insieme delle caratteristiche e delle problematiche connesse alla presenza del permafrost in ambiente alpino. Per poter al meglio sviluppare questi argomenti, la relazione tratta inizialmente del permafrost in generale, dei suoi fattori di formazione e di come i diversi tipi di copertura influiscano sul bilancio energetico del suolo. In particolare si è evidenziato come un'assenza di copertura permetta al suolo di raffreddarsi notevolmente nel periodo invernale e scaldarsi in quello estivo; da una parte l'assenza di una copertura, sia essa vegetale o nevosa o di materiale organico, renderà il suolo molto più erodibile e dall'altra gli effetti dei cicli di gelo-disgelo, dovuti ai forti sbalzi termici, avranno un'elevata magnitudo andando a rendere il suolo meno coeso e aumentando nuovamente l'erodibilità e il pericolo di distacchi rocciosi. In particolare si è evidenziata l'importanza della copertura nevosa in ambiente alpino grazie alle sue caratteristiche che le permettono in parte di isolare il suolo dalla temperatura atmosferica oltre ad avere importanti effetti sul bilancio radiativo. Il lavoro prosegue andando a sviluppare sempre più le tematiche connesse all'alpine permafrost: in primis si è analizzata la sua distribuzione spaziale globale, che viene principalmente stimata attraverso modelli informatici. Ovviamente, accanto a questi modelli di distribuzione che prendono spunto da dati climatici provenienti dalle stazioni di rilevamento, vi sono anche metodi scientifici per la sua individuazione. Nella relazione vengono elencati alcuni dei metodi più utilizzati per la sua rilevazione; infatti, accanto al metodo diretto di effettuare dei carotaggi, azione non sempre facilmente adottabile se non altro per il fatto che spesso siamo di fronte ad un substrato lapideo, vi sono alcuni metodi che ci permettono di individuarlo senza dover effettuare questa operazione ma sfruttandone ad esempio alcune caratteristiche fisiche, termiche, etc. Oltre a misurazioni scientifiche, possiamo presumerne la presenza anche tramite l'osservazione delle diverse associazioni vegetali presenti nella zona, le quali possono indicare condizioni climatiche ed ecologiche che possono consentire la presenza del permafrost, oppure infine l'osservazione di eventuali forme geomorfologiche connesse in gran parte alla presenza di permafrost, quali ad esempio i rock glaciers. Di qui lo spunto per l'analisi della geomorfologia periglaciale, ossia delle forme di ambiente freddo non strettamente legate ai ghiacciai. Particolare attenzione si è rivolta verso i rock glaciers, se non altro per la loro facile individuazione, data la loro macroscopicità, ma soprattutto in quanto buoni indicatori di presenza del permafrost. Indi si sono analizzate le altre forme che vengono poste in essere dal movimento di materiale; è sempre importante discernere se il moto sia o meno dovuto al permafrost, in quanto tali forme spesso possono avere origine non periglaciale bensì ad esempio per saturazione idrica. Infine per quanto riguarda la geomorfologia si è accennato anche ai suoli strutturati e poligonali, i quali si riscontrano in ambienti con permafrost ma sulla cui origine non si hanno ancora motivazioni certe. Ma lo studio del permafrost però non è una pratica a sé stante e fine a sé stessa; il permafrost alpino, o meglio il suo degradamento, è causa di molti danni e dissesti in ambiente montano.

Il permafrost alpino: caratteristiche ed evoluzione legata ai cambiamenti climatici

PAONE, ANDREA
2011/2012

Abstract

Il presente lavoro mira a fornire una visione d'insieme delle caratteristiche e delle problematiche connesse alla presenza del permafrost in ambiente alpino. Per poter al meglio sviluppare questi argomenti, la relazione tratta inizialmente del permafrost in generale, dei suoi fattori di formazione e di come i diversi tipi di copertura influiscano sul bilancio energetico del suolo. In particolare si è evidenziato come un'assenza di copertura permetta al suolo di raffreddarsi notevolmente nel periodo invernale e scaldarsi in quello estivo; da una parte l'assenza di una copertura, sia essa vegetale o nevosa o di materiale organico, renderà il suolo molto più erodibile e dall'altra gli effetti dei cicli di gelo-disgelo, dovuti ai forti sbalzi termici, avranno un'elevata magnitudo andando a rendere il suolo meno coeso e aumentando nuovamente l'erodibilità e il pericolo di distacchi rocciosi. In particolare si è evidenziata l'importanza della copertura nevosa in ambiente alpino grazie alle sue caratteristiche che le permettono in parte di isolare il suolo dalla temperatura atmosferica oltre ad avere importanti effetti sul bilancio radiativo. Il lavoro prosegue andando a sviluppare sempre più le tematiche connesse all'alpine permafrost: in primis si è analizzata la sua distribuzione spaziale globale, che viene principalmente stimata attraverso modelli informatici. Ovviamente, accanto a questi modelli di distribuzione che prendono spunto da dati climatici provenienti dalle stazioni di rilevamento, vi sono anche metodi scientifici per la sua individuazione. Nella relazione vengono elencati alcuni dei metodi più utilizzati per la sua rilevazione; infatti, accanto al metodo diretto di effettuare dei carotaggi, azione non sempre facilmente adottabile se non altro per il fatto che spesso siamo di fronte ad un substrato lapideo, vi sono alcuni metodi che ci permettono di individuarlo senza dover effettuare questa operazione ma sfruttandone ad esempio alcune caratteristiche fisiche, termiche, etc. Oltre a misurazioni scientifiche, possiamo presumerne la presenza anche tramite l'osservazione delle diverse associazioni vegetali presenti nella zona, le quali possono indicare condizioni climatiche ed ecologiche che possono consentire la presenza del permafrost, oppure infine l'osservazione di eventuali forme geomorfologiche connesse in gran parte alla presenza di permafrost, quali ad esempio i rock glaciers. Di qui lo spunto per l'analisi della geomorfologia periglaciale, ossia delle forme di ambiente freddo non strettamente legate ai ghiacciai. Particolare attenzione si è rivolta verso i rock glaciers, se non altro per la loro facile individuazione, data la loro macroscopicità, ma soprattutto in quanto buoni indicatori di presenza del permafrost. Indi si sono analizzate le altre forme che vengono poste in essere dal movimento di materiale; è sempre importante discernere se il moto sia o meno dovuto al permafrost, in quanto tali forme spesso possono avere origine non periglaciale bensì ad esempio per saturazione idrica. Infine per quanto riguarda la geomorfologia si è accennato anche ai suoli strutturati e poligonali, i quali si riscontrano in ambienti con permafrost ma sulla cui origine non si hanno ancora motivazioni certe. Ma lo studio del permafrost però non è una pratica a sé stante e fine a sé stessa; il permafrost alpino, o meglio il suo degradamento, è causa di molti danni e dissesti in ambiente montano.
ITA
This paper aims to provide an overview of the features and problems connected with the presence of permafrost in the Alps. In order to better develop these topics, the report initially talks about permafrost in general, its formation factors and how the different types of coverage affect the energy balance of the soil. In particular, it is highlighted as an absence of coverage allows the soil to cool considerably during the winter and in the summer heat; on one hand, the absence of a cover, be it vegetal or snowy or organic, will make the soil very more erodible, and other, effects of freeze-thaw cycles, due to the strong temperature changes, will have a higher magnitude going to make the soil less cohesive and again increasing the erodibility and the risk of rock fall. In particular, it has highlighted the importance of snow cover in the Alps thanks to its properties which enable it to insulate in part the soil from the air temperature as well it have important effects on the radiative balance. The report proceeds going to develop more and more issues related to Alpine permafrost: firstly the analysis of its spatial distribution globally, which is estimated using computer models. Of course, in addition to these distribution models, that are developed by climatic data recorded by the monitoring stations, there are also scientific methods for its detection. The report lists some of the methods used for its detection: infact, next to the direct method of making cores, which is not always easily adoptable if only for the fact that often the substrate is only made up of fragmented rock, there are some methods that allow us to locate it exploiting for example, some physical, thermal, etc., properties. In addition to scientific measurements, we can presume the presence of permafrost also by observation of the different vegetal communities present in the area, which indicate climatic and ecological conditions that may allow the presence of permafrost, or finally the observation of any geomorphological forms connected to a large part to the presence of permafrost, such as for instance rock glaciers. Hence the starting point for the analysis of periglacial geomorphology, i.e. the forms of cold enviroment not strictly related to glaciers. Particular attention is directed to the rock glaciers, if only for their easy identification given by their macroscopicity, but especially as good indicators of the presence of permafrost. Then have been analyzed the other forms that are put in place by the movement of material; it is always important to discern whether or not the motion is due to presence of permafrost, because in many case the movement is due to soil's water saturation. Finally, with regard to the geomorphology, are also mentioned patterned grounds and polygonal soil, which are encountered in permafrost areas but on whose origin the scientific community haven't still certain reasons. But the study of permafrost, however, is really important because in the alpine enviroment its degradation is causing a lot of damage and landslides.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/131816