L’orazione De bigis di Isocrate, composta nel breve periodo da logografo dell’autore, è un testo che non si lascia definire facilmente: si presenta come un discorso giudiziario scritto per Alcibiade figlio, ma a ben vedere si tratta di un lungo elogio del più celebre padre dell’imputato. Riunisce in sé, dunque, istanze provenienti sia dall’oratoria giudiziaria, sia da quella epidittica. Questo studio, dopo aver offerto una breve panoramica su Isocrate logografo e aver ricostruito il percorso storico tortuoso e non del tutto chiaro che l’orazione 16 ha dovuto attraversare (capitolo 1), si propone di commentare le forme verbali più rilevanti del testo, con una particolare attenzione ai valori aspettuali, sfruttati da Isocrate per rileggere il passato, talvolta modificandolo, e per darne un’interpretazione che metta sotto una luce estremamente positiva la figura di Alcibiade padre. Accanto agli aspetti, però, si tenta di mettere in evidenza anche alcuni legami sintattici che influiscono sulla strategia retorica di questo discorso, che è sia un’apologia sia un elogio di uno dei personaggi più controversi della storia di Atene (capitoli 2 e 3).

Tra elogio e apologia: scelte aspettuali e strategie retoriche nella "De bigis" di Isocrate

SASSO, MICHELA
2021/2022

Abstract

L’orazione De bigis di Isocrate, composta nel breve periodo da logografo dell’autore, è un testo che non si lascia definire facilmente: si presenta come un discorso giudiziario scritto per Alcibiade figlio, ma a ben vedere si tratta di un lungo elogio del più celebre padre dell’imputato. Riunisce in sé, dunque, istanze provenienti sia dall’oratoria giudiziaria, sia da quella epidittica. Questo studio, dopo aver offerto una breve panoramica su Isocrate logografo e aver ricostruito il percorso storico tortuoso e non del tutto chiaro che l’orazione 16 ha dovuto attraversare (capitolo 1), si propone di commentare le forme verbali più rilevanti del testo, con una particolare attenzione ai valori aspettuali, sfruttati da Isocrate per rileggere il passato, talvolta modificandolo, e per darne un’interpretazione che metta sotto una luce estremamente positiva la figura di Alcibiade padre. Accanto agli aspetti, però, si tenta di mettere in evidenza anche alcuni legami sintattici che influiscono sulla strategia retorica di questo discorso, che è sia un’apologia sia un elogio di uno dei personaggi più controversi della storia di Atene (capitoli 2 e 3).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/131697