In Italy, the asparagus crop is limited, confined to specific areas and in small farm scale, although specialized and intensive. Nevertheless there is a need to expand crops which are not the most common commodities able to supply farm incomes. For doing so, the production chain has to be thoroughly analyzed to achieve the economical feasibility. Asparagus is cultivated all around the world and in the EU Germany, Spain and Italy are the most producers. Despite its third position, Italy is not self-sufficient with the domestic production, especially out of the center of the season, being the latter between the beginning of April and mid June. The asparagus crop is different from most of the other vegetable crops because in Italy it produces for a limited time in spring: most of vegetable crops are annual species and crop cycles last for some months only, reaching the market throughout the season due to different cultural systems used and advanced technologies. Conversely, asparagus is a perennial plant grown commercially for about ten years with annual fresh yield obtained in pick season during spring while out of the pick season the Italian product is available processed only. Several authors have analyzed the main problems of the cultivation of asparagus in Italy . Palumbo (2001 ) describes the supply chain from planting to harvest asparagus , highlighting the main problems that you will encounter : the choice of suitable land and the right variety , planting costs and difficulties in agronomic management system, particularly reference to weed control . Casulli (2001 ) analyzes in detail the main fungal diseases affecting asparagus , highlighting the potential dangers of infection and the risks related to their diffusion. Fusarium infection is the pathogen that causes the most problems in the cultivation , other diseases are Puccinia and Stemphylium . the market dynamics of the product are well described by Macchi , Bosi and Stalks (2006) through the study of the flow of goods within the EU. A competitive production chain of Italian asparagus is possible after dealing with the weaknesses of the system, by implementing good farming techniques and reaching different markets. Propagation material must be in perfect phytosanitary conditions, pest free and pest tolerant or resistant. Crop residues must be taken out of the field to avoid new plant contamination. Harvesting is still manually undertaken, thus not costly effective, although sorting and harvest care can enhance commercial quality characteristics. Producers associations and product labeling are supply chain strategic approaches to create supply concentration and added value to the product. In an increasingly globalized market, the production of niche products can be a valuable source of income for growers, capable of singling out the product and the territory where it is produced, while preserving the traditional products and local history of agriculture.
La coltura dell'asparago in Italia si presenta di limitata espansione, la coltivazione avviene in poche aree e su superfici ridotte, utilizzando tecniche specializzate ed intensive. Il crescente interesse del settore agricolo nella ricerca di colture secondarie che possano sostituire in parte le coltivazioni più diffuse rende necessario analizzare la loro filiera produttiva per valutarne la fattibilità e la convenienza economica. L'asparago viene coltivato in tutto il mondo, con Germania, Spagna e Italia i Paesi della UE a maggiore estensione. La coltivazione dell'asparago si distingue dalle principali colture orticole per la sua stagionalità limitata, in quanto il prodotto fresco nazionale è reperibile sul mercato per un periodo limitato: le maggiori specie orticole sono specie annuali che presentano cicli colturali corti e possono essere coltivate durante l'anno in diversi cicli attraverso l'utilizzo di tecniche di produzione e sistemi colturali diversi. L'asparago, diversamente, è una pianta perenne con cicli colturali fino a dieci anni, presenta produttività commerciale annuale e viene raccolto solamente durante la stagione primaverile; nei mesi estivi ed autunnali si presenta sul mercato come prodotto conservato. Diversi autori hanno analizzato le principali criticità della coltura dell'asparago in Italia. Palumbo (2001) descrive la filiera dell'asparago dall'impianto alla raccolta, mettendo in evidenza i principali problemi che vi si incontrano: scelta del terreno idoneo e della giusta varietà, costi di impianto e difficoltà nella gestione agronomica dell'impianto, con particolare riferimento al controllo delle malerbe. Casulli (2001) analizza approfonditamente le principali patologie fungine che colpiscono l'asparago, evidenziando la potenziale pericolosità delle infezioni ed i rischi legati alla loro diffusione. La fusariosi è il patogeno che maggiormente arreca problemi nella coltivazione; altre malattie largamente diffuse sono ruggine e stemfiliosi. le dinamiche di mercato del prodotto sono ben descritte da Macchi, Bosi e Stocchi (2006) attraverso lo studio dei flussi di merce all'interno dell'UE. Le maggiori problematiche relative alla coltivazione dell'asparago possono essere efficacemente superate. Per quanto riguarda la sanità degli impianti, la gestione dei residui colturali è determinante: la loro asportazione dal campo, a differenza dell'interramento, è utile ad allontanare una imponente fonte di inoculo costituita dalle spore presenti su di essi. L'utilizzo di materiale propagativo sano e la scelta di ibridi tolleranti o resistenti alle principali patologie può contribuire al mantenimento delle ottimali condizioni di sviluppo della coltura. Sebbene per alcune voci di costo, come la raccolta, non si possa intervenire per abbassarne significativamente l'entità, si può invece cercare di valorizzare il proprio prodotto per poter ottenere maggiori ricavi ed esaltarne la qualità. La creazione di consorzi e di marchi registrati è ormai una realtà in costante accrescimento e contribuisce a creare valore aggiunto che ripaghi gli agricoltori del loro consistente lavoro. In un mercato più globalizzato, la produzione territoriale può rappresentare una importante fonte di reddito, in grado di valorizzazione il prodotto ed il territorio che esso rappresenta, salvaguardando le produzioni tipiche e la storia locale dell'agricoltura.
La filiera dell'asparago dal campo alla tavola, criticità e possibili soluzioni
GRIVA, SIMONE
2012/2013
Abstract
La coltura dell'asparago in Italia si presenta di limitata espansione, la coltivazione avviene in poche aree e su superfici ridotte, utilizzando tecniche specializzate ed intensive. Il crescente interesse del settore agricolo nella ricerca di colture secondarie che possano sostituire in parte le coltivazioni più diffuse rende necessario analizzare la loro filiera produttiva per valutarne la fattibilità e la convenienza economica. L'asparago viene coltivato in tutto il mondo, con Germania, Spagna e Italia i Paesi della UE a maggiore estensione. La coltivazione dell'asparago si distingue dalle principali colture orticole per la sua stagionalità limitata, in quanto il prodotto fresco nazionale è reperibile sul mercato per un periodo limitato: le maggiori specie orticole sono specie annuali che presentano cicli colturali corti e possono essere coltivate durante l'anno in diversi cicli attraverso l'utilizzo di tecniche di produzione e sistemi colturali diversi. L'asparago, diversamente, è una pianta perenne con cicli colturali fino a dieci anni, presenta produttività commerciale annuale e viene raccolto solamente durante la stagione primaverile; nei mesi estivi ed autunnali si presenta sul mercato come prodotto conservato. Diversi autori hanno analizzato le principali criticità della coltura dell'asparago in Italia. Palumbo (2001) descrive la filiera dell'asparago dall'impianto alla raccolta, mettendo in evidenza i principali problemi che vi si incontrano: scelta del terreno idoneo e della giusta varietà, costi di impianto e difficoltà nella gestione agronomica dell'impianto, con particolare riferimento al controllo delle malerbe. Casulli (2001) analizza approfonditamente le principali patologie fungine che colpiscono l'asparago, evidenziando la potenziale pericolosità delle infezioni ed i rischi legati alla loro diffusione. La fusariosi è il patogeno che maggiormente arreca problemi nella coltivazione; altre malattie largamente diffuse sono ruggine e stemfiliosi. le dinamiche di mercato del prodotto sono ben descritte da Macchi, Bosi e Stocchi (2006) attraverso lo studio dei flussi di merce all'interno dell'UE. Le maggiori problematiche relative alla coltivazione dell'asparago possono essere efficacemente superate. Per quanto riguarda la sanità degli impianti, la gestione dei residui colturali è determinante: la loro asportazione dal campo, a differenza dell'interramento, è utile ad allontanare una imponente fonte di inoculo costituita dalle spore presenti su di essi. L'utilizzo di materiale propagativo sano e la scelta di ibridi tolleranti o resistenti alle principali patologie può contribuire al mantenimento delle ottimali condizioni di sviluppo della coltura. Sebbene per alcune voci di costo, come la raccolta, non si possa intervenire per abbassarne significativamente l'entità, si può invece cercare di valorizzare il proprio prodotto per poter ottenere maggiori ricavi ed esaltarne la qualità. La creazione di consorzi e di marchi registrati è ormai una realtà in costante accrescimento e contribuisce a creare valore aggiunto che ripaghi gli agricoltori del loro consistente lavoro. In un mercato più globalizzato, la produzione territoriale può rappresentare una importante fonte di reddito, in grado di valorizzazione il prodotto ed il territorio che esso rappresenta, salvaguardando le produzioni tipiche e la storia locale dell'agricoltura.File | Dimensione | Formato | |
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