Ho introdotto il mio lavoro analizzando il giambo attraverso la sua origine, valutando la funzione dell'io poetico nelle composizioni giambiche ed esaminando la produzione giambica come parte di una cultura tradizionale. In seguito mi sono soffermata sul giambografo Ipponatte analizzando i frammenti dedicati alle divinità. Ho affrontato la personalità del poeta attraverso il punto di vista della critica alessandrina e, soprattutto, bizantina, soffermandomi sul commento del vescovo bizantino Eustazio che accusa il poeta di blasfemia. Da qui ho spiegato in cosa consista la blasfemia nella cultura greca e quali potessero essere gli elementi carichi di simbologia rituale che nei frammenti ipponattei acquistano un nuovo significato. In particolar modo nel frammento 32 W. ho descritto in cosa consista il nuovo significato prosaico che assumono oggetti normalmente carichi di sacralità duranti i riti. Ho poi analizzato la critica alla quale vengono sottoposte le divinità, attraverso l'assimilazione con animali favolistici, emblematicamente espressa dal matronimico Maiadeus. Ho infine cercato di individuare, attraverso la disamina dei frammenti 34 W., 38 W., e 40 W., quali sono gli elementi linguistici attribuiti alle divinità, che contribuiscono a creare un effetto comico. In seguito, dall'analisi dei frammenti 39 W., 36 W., 102 W. ho evidenziato come, a mio avviso, da queste composizioni emerga una preferenza di Ipponatte verso divinità legate ai culti misterici di Demetra e Kore, motivo per cui la produzione del giambografo non si dovrebbe considerare unicamente parodica, ma, talvolta, anche austera. La mia conclusione infine è che il poeta, nei frammenti parodici, non abbia un atteggiamento di blasfemia nei confronti di divinità legate al culto olimpico, bensì che la sua parodia costituisca una critica alla modalità attraverso la quale si credeva alla religione olimpica: il mito. Al contrario, attraverso il suo atteggiamento austero nei confronti di divinità di ambito eleusino Ipponatte esprimerebbe il desiderio di sperimentare il proprio credo, senza affidarsi alla tradizione del "si dice". Proprio la dimensione esperienziale costituirebbe infatti, l'elemento discriminante tra il culto olimpico e il culto mistico di ambito eleusino.

Ipponatte tra parodia e recupero del sacro

ROMANO, ALESSIA
2011/2012

Abstract

Ho introdotto il mio lavoro analizzando il giambo attraverso la sua origine, valutando la funzione dell'io poetico nelle composizioni giambiche ed esaminando la produzione giambica come parte di una cultura tradizionale. In seguito mi sono soffermata sul giambografo Ipponatte analizzando i frammenti dedicati alle divinità. Ho affrontato la personalità del poeta attraverso il punto di vista della critica alessandrina e, soprattutto, bizantina, soffermandomi sul commento del vescovo bizantino Eustazio che accusa il poeta di blasfemia. Da qui ho spiegato in cosa consista la blasfemia nella cultura greca e quali potessero essere gli elementi carichi di simbologia rituale che nei frammenti ipponattei acquistano un nuovo significato. In particolar modo nel frammento 32 W. ho descritto in cosa consista il nuovo significato prosaico che assumono oggetti normalmente carichi di sacralità duranti i riti. Ho poi analizzato la critica alla quale vengono sottoposte le divinità, attraverso l'assimilazione con animali favolistici, emblematicamente espressa dal matronimico Maiadeus. Ho infine cercato di individuare, attraverso la disamina dei frammenti 34 W., 38 W., e 40 W., quali sono gli elementi linguistici attribuiti alle divinità, che contribuiscono a creare un effetto comico. In seguito, dall'analisi dei frammenti 39 W., 36 W., 102 W. ho evidenziato come, a mio avviso, da queste composizioni emerga una preferenza di Ipponatte verso divinità legate ai culti misterici di Demetra e Kore, motivo per cui la produzione del giambografo non si dovrebbe considerare unicamente parodica, ma, talvolta, anche austera. La mia conclusione infine è che il poeta, nei frammenti parodici, non abbia un atteggiamento di blasfemia nei confronti di divinità legate al culto olimpico, bensì che la sua parodia costituisca una critica alla modalità attraverso la quale si credeva alla religione olimpica: il mito. Al contrario, attraverso il suo atteggiamento austero nei confronti di divinità di ambito eleusino Ipponatte esprimerebbe il desiderio di sperimentare il proprio credo, senza affidarsi alla tradizione del "si dice". Proprio la dimensione esperienziale costituirebbe infatti, l'elemento discriminante tra il culto olimpico e il culto mistico di ambito eleusino.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/131446