Ho pensato di trattare il tema dell'eterno ritorno perché penso che nella vita di ogni uomo ci sia un ripetersi delle cose in eterno. Penso inoltre che le persone a me attorno siano già state fatte da un essere superiore per stare con noi. A me sembra che quelle persone siano state create prima dei tempi; io ho l'impressione di aver già conosciuto quelle anime nel passato; e quindi da allora ritorneremmo per concludere l'inconcluso: e per inconcluso intendo ciò che non si è potuto completare, quindi una azione di uno dei ritorni precedenti. Mosso da questo interesse e convinzione, ho voluto con curiosità confrontarmi con lo storico delle religioni Mircea Eliade e il filosofo Friedrich Nietzsche, che all'eterno ritorno hanno dedicato diversi studi. Che cosa ho trovato? In Eliade, l'eterno ritorno è rivolto alla dimensione del sacro. Qui si scorge che i miti rivelano una vita nascosta e riportano gli individui a ricordarsi del tempo originario in cui non c'era il peccato. E così riaffiorano i ricordi di un tempo primordiale in cui non vi era la sofferenza. Spostando ora l'attenzione su Nietzsche si può dire di lui che il suo pensiero capovolga quanto sostenesse Mircea Eliade. Per comprendere questo, Vale la pena, ora, citare una frase di Karl Löwith, che a sua volta citava Nietzsche: "Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: - Questa vita dovrai viverla ancora innumerevoli volte e non ci sarà mai in essa niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te - [...]. Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte
L'eterno ritorno nel pensiero di Friedrich Nietzsche e Mircea Eliade
ZITOLI, ANDREA
2012/2013
Abstract
Ho pensato di trattare il tema dell'eterno ritorno perché penso che nella vita di ogni uomo ci sia un ripetersi delle cose in eterno. Penso inoltre che le persone a me attorno siano già state fatte da un essere superiore per stare con noi. A me sembra che quelle persone siano state create prima dei tempi; io ho l'impressione di aver già conosciuto quelle anime nel passato; e quindi da allora ritorneremmo per concludere l'inconcluso: e per inconcluso intendo ciò che non si è potuto completare, quindi una azione di uno dei ritorni precedenti. Mosso da questo interesse e convinzione, ho voluto con curiosità confrontarmi con lo storico delle religioni Mircea Eliade e il filosofo Friedrich Nietzsche, che all'eterno ritorno hanno dedicato diversi studi. Che cosa ho trovato? In Eliade, l'eterno ritorno è rivolto alla dimensione del sacro. Qui si scorge che i miti rivelano una vita nascosta e riportano gli individui a ricordarsi del tempo originario in cui non c'era il peccato. E così riaffiorano i ricordi di un tempo primordiale in cui non vi era la sofferenza. Spostando ora l'attenzione su Nietzsche si può dire di lui che il suo pensiero capovolga quanto sostenesse Mircea Eliade. Per comprendere questo, Vale la pena, ora, citare una frase di Karl Löwith, che a sua volta citava Nietzsche: "Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: - Questa vita dovrai viverla ancora innumerevoli volte e non ci sarà mai in essa niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te - [...]. Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volteFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/131066