Questo lavoro di tesi consiste in una personale riflessione e rielaborazione della mia esperienza di tirocinio presso il Nucleo degli Stati Vegetativi della Struttura Residenziale di Santena. È una ricerca di Antropologia Medica svolta secondo l'approccio metodologico della Medicina Narrativa. Tre sono essenzialmente i grandi temi trattati, primo fra tutti il concetto di malattia intesi sia in senso antropologico che in quello biomedico, e in questo caso stretto si è parlato dello Stato Vegetativo. L'attenzione è stata, poi, spostata sul forte impatto psicologico che questa patologia ha sui parenti dei pazienti in coma. Sono stati presi in considerazione i vissuti e le esperienze di vita di questi soggetti e si è constatata l'impossibilità di usufruire e di fare riferimento ad un immaginario collettivo e universalmente condivisibile a riguardo di questa patologia. Si entra, dunque, qui nel fulcro del lavoro: l'analisi delle storie di vita da me raccolte tramite le interviste previste dal mio progetto di ricerca. Descrivendo prima il ruolo dell'antropologo in una struttura sanitaria, ho dato spazio, nel capitolo finale, innanzitutto alla lettura secondo le categorie della medicina narrativa dei racconti dei parenti carichi di metafore, emotività e talvolta illusioni, e infine ad alcune mie considerazioni.
IL COMA: TRA SOSPENSIONE E IMMAGINARIO. RICERCA DI ANTROPOLOGIA MEDICA NEL NUCLEO DEGLI STATI VEGETATIVI.
ROSSO, DEBORAH
2012/2013
Abstract
Questo lavoro di tesi consiste in una personale riflessione e rielaborazione della mia esperienza di tirocinio presso il Nucleo degli Stati Vegetativi della Struttura Residenziale di Santena. È una ricerca di Antropologia Medica svolta secondo l'approccio metodologico della Medicina Narrativa. Tre sono essenzialmente i grandi temi trattati, primo fra tutti il concetto di malattia intesi sia in senso antropologico che in quello biomedico, e in questo caso stretto si è parlato dello Stato Vegetativo. L'attenzione è stata, poi, spostata sul forte impatto psicologico che questa patologia ha sui parenti dei pazienti in coma. Sono stati presi in considerazione i vissuti e le esperienze di vita di questi soggetti e si è constatata l'impossibilità di usufruire e di fare riferimento ad un immaginario collettivo e universalmente condivisibile a riguardo di questa patologia. Si entra, dunque, qui nel fulcro del lavoro: l'analisi delle storie di vita da me raccolte tramite le interviste previste dal mio progetto di ricerca. Descrivendo prima il ruolo dell'antropologo in una struttura sanitaria, ho dato spazio, nel capitolo finale, innanzitutto alla lettura secondo le categorie della medicina narrativa dei racconti dei parenti carichi di metafore, emotività e talvolta illusioni, e infine ad alcune mie considerazioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/131019