The present work is concerned with a literary genre that, despite knowing an indisputable and enduring success among lay readers, has seen a remarkable shortage of poetically oriented research: in the context of detective or crime fiction, publications that strive to combine decades of studies from the field of literary criticism to stylistic theoretical frameworks are still fairly rare, and, thus, continuous work such as that undertaken by Christiana Gregoriou in the last two decades (2002-2020) on the matter proves to be all the more noteworthy. The broader, general aim of this dissertation is to offer an introductory evaluation and application of some of the most original theoretical notions derived from Gregoriou’s analytical model on social deviation and generic and linguistic deviance in contemporary crime fiction to two well-known novels by Agatha Christie, pertaining to the historical period commonly referred to as the ‘Golden Age’ of detective novel. Despite the overall stylistic vocation of the present work, the first chapter addresses issues of literary interest, assessing the presence of elements of generic deviance in the novels at hand as for the conventions commonly followed by Golden Age practitioners regarding motive behind fictional criminal conduct: having proved by original means that And Then There Were None and Curtain ultimately mark the introduction of ‘motiveless crime’ in the genre (as otherwise stated by Woods 1997), the dissertation provides an account of the new types of criminals (or ‘criminal archetypes’) that, according to Gregoriou, have formed as a result, and attempts to compare the characteristics thus assigned to said archetypes to those of the main criminal figures in Christie’s novels, namely Justice Wargrave and Stephen Norton. The transition to stylistic and poetic issues is marked by evaluating the effects that authorial choice as for Gregoriou’s criminal archetypes may have on readerly ‘sympathetic tendencies’ and by assessing – in the second chapter of the dissertation – the role played by specific stylistic variants (i.e. ‘type of narration’ and ‘point of view’) along with textual content in this regard. The third chapter focuses on the third and final stylistic variant explicitly related by Gregoriou to the positioning of fictional criminals on the cline of moral justification, that is to say, that of ‘mind style’: having introduced Gregoriou’s original notions of ‘criminal mind style’ (as for narratives which grant direct access to the criminal figure’s consciousness) and ‘potential criminal mind style’ (as far as the detecting figure is concerned), the final part of the chapter attempts to draw a case study of Justice Wargrave and Hercule Poirot’s confessions at the end of And Then There Were None and Curtain by tracking some of the linguistic strategies pertaining the realm of figurative language which Gregoriou ascribes to crime-related mind styles (e.g. extended metaphorical patterning, literalised metaphors, de-idiomatized idioms and manipulation of linguistic connotations). The fourth and final chapter brings the case study to its conclusion by broadening its focus to linguistic phenomena that are to do more specifically with semantic matters of agency and responsibility, with the evaluation of the grammatical processes of nominalisation and personification, as well as of choices of transitivity which either conceptualise abstracts concepts in physical terms or present inanimate objec
La tesi in esame riguarda un genere letterario che, pur continuando a riscuotere un successo indiscutibile e duraturo tra il pubblico generale, ha visto, finora, un numero relativamente esiguo di lavori nel campo della stilistica: per quello che riguarda la letteratura gialla o criminale, le pubblicazioni che cercano di combinare anni di ricerca nell’ambito della critica letteraria con i modelli interpretativi offerti dalla linguistica sono ancora piuttosto rare, e, pertanto, un interesse continuo come quello dimostrato da Christiana Gregoriou sull’argomento negli ultimi vent’anni (2002-2020) risulta tanto più notevole. L’obiettivo generale di questa tesi è di offrire una valutazione introduttiva e un’applicazione di alcuni dei concetti più originali derivati dal modello analitico di Gregoriou relativo alla devianza sociale, letteraria e linguistica nella letteratura criminale contemporanea rispetto a due dei romanzi più noti di Agatha Christie ascrivibili al periodo comunemente noto come ‘Età Classica’ del romanzo giallo. Nonostante l’interesse del presente lavoro sia, soprattutto, stilistico, il primo capitolo della tesi riguarda temi di ordine più letterario, valutando la presenza, nelle opere in esame, di elementi che deviano dalle pratiche comunemente seguite dagli autori dell’‘Età Classica’ nell’attribuire un movente alla condotta criminale dei propri personaggi: avendo dimostrato con mezzi originali che i due romanzi marcano, di fatto, l’introduzione nella letteratura di genere di ‘crimini senza movente’ (come altrimenti sostenuto da Woods nel 1997), la tesi fornisce un resoconto dei nuovi tipi di criminali (o di ‘archetipi criminali’) che, secondo Gregoriou, si sarebbero formati di conseguenza, e tenta di confrontare le caratteristiche attribuite a tali archetipi a quelle delle principali figure criminali nelle opere in oggetto, ossia del giudice Wargrave e di Stephen Norton. Il passaggio ad argomenti di carattere linguistico è condotto tramite lo studio dei possibili effetti della scelta autoriale di tali archetipi criminali rispetto alla valutazione dei crimini da essi commessi da parte del lettore, e – nel secondo capitolo – del ruolo svolto a tale riguardo da alcune varianti stilistiche (quali il tipo di narrazione e di punto di vista) insieme al contenuto del testo. Il terzo capitolo della tesi considera la terza e ultima variante stilistica che Gregoriou riconduce esplicitamente alla valutazione della condotta criminale, ossia quella di ‘stile mentale’ (mind style): dopo aver introdotto i concetti originali di ‘stile mentale criminale’ (criminal mind style) e di ‘stile mentale criminale potenziale’ (potential criminal mind style), la parte conclusiva del capitolo tenta di delineare uno studio delle lettere scritte dal giudice Wargrave e da Hercule Poirot alla fine di E non ne rimase nessuno e Sipario, considerando alcune delle strategie linguistiche pertinenti al linguaggio figurativo comunemente attribuite da Gregoriou a ‘mind style’ relativi a condotte criminali. Questo studio viene portato a conclusione nel quarto e ultimo capitolo valutando fenomeni linguistici attinenti all’attribuzione di responsabilità e di capacità di agire (agency), quali i processi grammaticali di personificazione e nominalizzazione, nonché scelte relative al sistema della transitività e alla presentazione di concetti astratti e oggetti inanimati, rispettivamente, in termini di entità concrete ed esseri viventi.
Archetipi e stili mentali criminali: elementi di devianza sociale, letteraria e linguistica in "Dieci piccoli indiani: e non ne rimase nessuno" (1939) e "Sipario" (1940-45) di Agatha Christie
FONTANA, ARIANNA
2020/2021
Abstract
La tesi in esame riguarda un genere letterario che, pur continuando a riscuotere un successo indiscutibile e duraturo tra il pubblico generale, ha visto, finora, un numero relativamente esiguo di lavori nel campo della stilistica: per quello che riguarda la letteratura gialla o criminale, le pubblicazioni che cercano di combinare anni di ricerca nell’ambito della critica letteraria con i modelli interpretativi offerti dalla linguistica sono ancora piuttosto rare, e, pertanto, un interesse continuo come quello dimostrato da Christiana Gregoriou sull’argomento negli ultimi vent’anni (2002-2020) risulta tanto più notevole. L’obiettivo generale di questa tesi è di offrire una valutazione introduttiva e un’applicazione di alcuni dei concetti più originali derivati dal modello analitico di Gregoriou relativo alla devianza sociale, letteraria e linguistica nella letteratura criminale contemporanea rispetto a due dei romanzi più noti di Agatha Christie ascrivibili al periodo comunemente noto come ‘Età Classica’ del romanzo giallo. Nonostante l’interesse del presente lavoro sia, soprattutto, stilistico, il primo capitolo della tesi riguarda temi di ordine più letterario, valutando la presenza, nelle opere in esame, di elementi che deviano dalle pratiche comunemente seguite dagli autori dell’‘Età Classica’ nell’attribuire un movente alla condotta criminale dei propri personaggi: avendo dimostrato con mezzi originali che i due romanzi marcano, di fatto, l’introduzione nella letteratura di genere di ‘crimini senza movente’ (come altrimenti sostenuto da Woods nel 1997), la tesi fornisce un resoconto dei nuovi tipi di criminali (o di ‘archetipi criminali’) che, secondo Gregoriou, si sarebbero formati di conseguenza, e tenta di confrontare le caratteristiche attribuite a tali archetipi a quelle delle principali figure criminali nelle opere in oggetto, ossia del giudice Wargrave e di Stephen Norton. Il passaggio ad argomenti di carattere linguistico è condotto tramite lo studio dei possibili effetti della scelta autoriale di tali archetipi criminali rispetto alla valutazione dei crimini da essi commessi da parte del lettore, e – nel secondo capitolo – del ruolo svolto a tale riguardo da alcune varianti stilistiche (quali il tipo di narrazione e di punto di vista) insieme al contenuto del testo. Il terzo capitolo della tesi considera la terza e ultima variante stilistica che Gregoriou riconduce esplicitamente alla valutazione della condotta criminale, ossia quella di ‘stile mentale’ (mind style): dopo aver introdotto i concetti originali di ‘stile mentale criminale’ (criminal mind style) e di ‘stile mentale criminale potenziale’ (potential criminal mind style), la parte conclusiva del capitolo tenta di delineare uno studio delle lettere scritte dal giudice Wargrave e da Hercule Poirot alla fine di E non ne rimase nessuno e Sipario, considerando alcune delle strategie linguistiche pertinenti al linguaggio figurativo comunemente attribuite da Gregoriou a ‘mind style’ relativi a condotte criminali. Questo studio viene portato a conclusione nel quarto e ultimo capitolo valutando fenomeni linguistici attinenti all’attribuzione di responsabilità e di capacità di agire (agency), quali i processi grammaticali di personificazione e nominalizzazione, nonché scelte relative al sistema della transitività e alla presentazione di concetti astratti e oggetti inanimati, rispettivamente, in termini di entità concrete ed esseri viventi.File | Dimensione | Formato | |
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