Africa ed Eneide. Due opere per più aspetti molto simili ed accomunate da uno stesso destino, due poemi epici amati a tal punto dai loro autori da negare ad essi la pubblicazione: due capolavori, di cui il secondo non sempre degnamente apprezzato. Considerata a lungo un tentativo fallito di poema epico, l'Africa è una delle opere meno conosciute e studiate del Petrarca. Proprio per questo superficiale giudizio di valore, essa ha, da sempre, suscitato poco interesse tra gli studiosi, al punto che oggi saggi e contributi sono insufficienti per un adeguato studio dell'opera. Pochi i fruitori critici disposti ad apprezzare l'opera del Petrarca nel suo complesso e ancora meno quelli decisi ad impegnarsi in un lavoro sul testo. Il principale proposito di questa tesi è, dunque, quello di operare sul testo e rintracciare tutti quei luoghi del poema petrarchesco in cui compare un riferimento all'Eneide virgiliana, provando ad andare oltre la semplice raccolta dei loci similes, tanto presenti nell'opera da suscitare la curiosità di non pochi lettori già a partire dal quattordicesimo secolo. Di grande aiuto è l'opera di Vincenzo Fera, La revisione petrarchesca dell'Africa, a cui va riconosciuto il notevole merito di aver identificato ed isolato, nei margini del manoscritto Laurenziano Acquisti e Doni 441, le postille vergate dalla mano del Petrarca, analizzandole ed individuando, ove possibile, i rimandi agli auctores. Tutti questi loci saranno accuratamente, tradotti (dal momento che non esiste una trasposizione completa dell'opera in lingua italiana) e comparati con il modello; ci si soffermerà in particolar modo su quelle scene che saranno ritenute particolarmente indicative del fitto rapporto di corrispondenze tra le due opere, esaminandole e confrontandole con i relativi passi del poema virgiliano: la profezia del padre all'eroe (che da una parte vede protagonisti Scipione l'Africano ed il padre Publio, nell'eterea atmosfera del Somnius Scipionis contenuto nei primi due libri dell'opera di Petrarca, e dall'altra Enea ed Anchise nel regno dei morti, nel sesto libro dell'Eneide), il ricevimento al palazzo reale (tenutosi nella sontuosa reggia di Siface, per l'Africa e alle corti di Didone e Latino per il poema virgiliano), la storia d'amore (tra i protagonisti del libro quinto dell'Africa, Massinissa e Sofonisba, e quelli della virgiliana Eneide, Enea e Didone), la discesa nel regno dei morti (rispettivamente della defunta regina Sofonisba e di Enea alla ricerca del padre Anchise).
Africa ed Eneide a confronto. Studio comparativo a partire dalle postille petrarchesche autografe.
FISSORE, ALICE
2011/2012
Abstract
Africa ed Eneide. Due opere per più aspetti molto simili ed accomunate da uno stesso destino, due poemi epici amati a tal punto dai loro autori da negare ad essi la pubblicazione: due capolavori, di cui il secondo non sempre degnamente apprezzato. Considerata a lungo un tentativo fallito di poema epico, l'Africa è una delle opere meno conosciute e studiate del Petrarca. Proprio per questo superficiale giudizio di valore, essa ha, da sempre, suscitato poco interesse tra gli studiosi, al punto che oggi saggi e contributi sono insufficienti per un adeguato studio dell'opera. Pochi i fruitori critici disposti ad apprezzare l'opera del Petrarca nel suo complesso e ancora meno quelli decisi ad impegnarsi in un lavoro sul testo. Il principale proposito di questa tesi è, dunque, quello di operare sul testo e rintracciare tutti quei luoghi del poema petrarchesco in cui compare un riferimento all'Eneide virgiliana, provando ad andare oltre la semplice raccolta dei loci similes, tanto presenti nell'opera da suscitare la curiosità di non pochi lettori già a partire dal quattordicesimo secolo. Di grande aiuto è l'opera di Vincenzo Fera, La revisione petrarchesca dell'Africa, a cui va riconosciuto il notevole merito di aver identificato ed isolato, nei margini del manoscritto Laurenziano Acquisti e Doni 441, le postille vergate dalla mano del Petrarca, analizzandole ed individuando, ove possibile, i rimandi agli auctores. Tutti questi loci saranno accuratamente, tradotti (dal momento che non esiste una trasposizione completa dell'opera in lingua italiana) e comparati con il modello; ci si soffermerà in particolar modo su quelle scene che saranno ritenute particolarmente indicative del fitto rapporto di corrispondenze tra le due opere, esaminandole e confrontandole con i relativi passi del poema virgiliano: la profezia del padre all'eroe (che da una parte vede protagonisti Scipione l'Africano ed il padre Publio, nell'eterea atmosfera del Somnius Scipionis contenuto nei primi due libri dell'opera di Petrarca, e dall'altra Enea ed Anchise nel regno dei morti, nel sesto libro dell'Eneide), il ricevimento al palazzo reale (tenutosi nella sontuosa reggia di Siface, per l'Africa e alle corti di Didone e Latino per il poema virgiliano), la storia d'amore (tra i protagonisti del libro quinto dell'Africa, Massinissa e Sofonisba, e quelli della virgiliana Eneide, Enea e Didone), la discesa nel regno dei morti (rispettivamente della defunta regina Sofonisba e di Enea alla ricerca del padre Anchise).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/130870