Con il presente elaborato ho tentato di analizzare l'origine della tortura toccando la sua evoluzione dalla Roma repubblicana fino al Medioevo per poi giungere alle aspre critiche dei più moderni filosofi come Voltaire, Beccaria e molti altri. L'origine della tortura giudiziaria si ravvisa già nelle antiche civiltà dell'estrema Asia per poi arrivare alle più vicine società greche e romane. Ma è la Chiesa che gioca un ruolo determinante per il recupero della nozione e dell'impiego della tortura, come testimonia la promulgazione della bolla Ad extirpanda di Innocenzo ⅠⅤ del 1252. Il procedimento inquisitorio che andava a sostituire prevalentemente quello accusatorio, consentiva di istruire il processo sulla base di semplici “dicerie”. Tale procedimento rendeva libero l'inquisitore di indagare e di istruire un processo d'ufficio. Una breve ma dettagliata analisi è stata rivolta all'Inquisizione soprattutto in riferimento ai processi alle streghe. Si è analizzata la testimonianza di Friedrich Von Spee, confessore di molte streghe. Si analizza l'opera del medico divenuto il “braccio destro” del giudice durante la tortura. Il medico non può disinteressarsi della tortura giudiziaria, pur tenendo conto del limite rappresentato dalla riserva assoluta di competenza dei giuristi. Si studia il dolore, il quale può essere accresciuto grazie ad una serie di accorgimenti pratici e a seconda della gravità del fatto. I veri problemi discussi dagli autori furono però la distinzione tra confessione spontanea ed estorta ed il suo valore probatorio; l'importanza della ratifica ed il tempo del tormento. Molteplici furono i dibattiti circa la possibilità affidata al giudice di poter interrogare il soggetto sulla partecipazione di eventuali complici. Si osserva quale valore potesse avere la confessione circa i propri complici ma anche la confessione rilasciata dietro false promesse. Ed è proprio qui che le mie ricerche si concentrano sul caso del Boccalaro. Giovane sarto accusato di cospirazione e condannato per lesa Maestà. I punti analizzati sono due. Il primo è l'atteggiamento generale nei confronti della magia nera. La magia offre risposte che sfuggono alla ragione della scienza e della religione. In riferimento agli informatori tutte le accuse rivolte al Boccalaro si fondano sulle deposizioni del Barbero, del Borzino e Christoforo Cera, dei vicini di cella che mossero accuse per ottenere privilegi che venivano concessi ai possessori di informazioni contro la corona. Bisogna da subito considerare due riflessioni: in primis la consapevolezza di ottenere delle ricompense quali trattamenti di favore, sconti di pena. Un'altra è quella dei “rancori personali”. La sentenza di morte per lesa Maestà con conseguente impiccagione modificata all'ultimo dal monarca vuole essere una chiara dimostrazione della sua “magnanimità”. Analizzando la vicenda del Boccalaro dobbiamo confrontarla con le varie critiche mosse da Voltaire, Beccaria e anche il Manzoni. Si analizza il problema morale, sociale, politico della tortura. Il giovane Beccaria, infatti metterà in discussione l'intera legislazione criminale e processuale italiana. Infine, un breve cenno ai timidi tentativi di abolizione nei paesi Europei e al processo penale di Milano.

ASPETTI DELLA TORTURA GIUDIZIARIA NEL TARDO DIRITTO COMUNE

GARBO, CRISTINA
2019/2020

Abstract

Con il presente elaborato ho tentato di analizzare l'origine della tortura toccando la sua evoluzione dalla Roma repubblicana fino al Medioevo per poi giungere alle aspre critiche dei più moderni filosofi come Voltaire, Beccaria e molti altri. L'origine della tortura giudiziaria si ravvisa già nelle antiche civiltà dell'estrema Asia per poi arrivare alle più vicine società greche e romane. Ma è la Chiesa che gioca un ruolo determinante per il recupero della nozione e dell'impiego della tortura, come testimonia la promulgazione della bolla Ad extirpanda di Innocenzo ⅠⅤ del 1252. Il procedimento inquisitorio che andava a sostituire prevalentemente quello accusatorio, consentiva di istruire il processo sulla base di semplici “dicerie”. Tale procedimento rendeva libero l'inquisitore di indagare e di istruire un processo d'ufficio. Una breve ma dettagliata analisi è stata rivolta all'Inquisizione soprattutto in riferimento ai processi alle streghe. Si è analizzata la testimonianza di Friedrich Von Spee, confessore di molte streghe. Si analizza l'opera del medico divenuto il “braccio destro” del giudice durante la tortura. Il medico non può disinteressarsi della tortura giudiziaria, pur tenendo conto del limite rappresentato dalla riserva assoluta di competenza dei giuristi. Si studia il dolore, il quale può essere accresciuto grazie ad una serie di accorgimenti pratici e a seconda della gravità del fatto. I veri problemi discussi dagli autori furono però la distinzione tra confessione spontanea ed estorta ed il suo valore probatorio; l'importanza della ratifica ed il tempo del tormento. Molteplici furono i dibattiti circa la possibilità affidata al giudice di poter interrogare il soggetto sulla partecipazione di eventuali complici. Si osserva quale valore potesse avere la confessione circa i propri complici ma anche la confessione rilasciata dietro false promesse. Ed è proprio qui che le mie ricerche si concentrano sul caso del Boccalaro. Giovane sarto accusato di cospirazione e condannato per lesa Maestà. I punti analizzati sono due. Il primo è l'atteggiamento generale nei confronti della magia nera. La magia offre risposte che sfuggono alla ragione della scienza e della religione. In riferimento agli informatori tutte le accuse rivolte al Boccalaro si fondano sulle deposizioni del Barbero, del Borzino e Christoforo Cera, dei vicini di cella che mossero accuse per ottenere privilegi che venivano concessi ai possessori di informazioni contro la corona. Bisogna da subito considerare due riflessioni: in primis la consapevolezza di ottenere delle ricompense quali trattamenti di favore, sconti di pena. Un'altra è quella dei “rancori personali”. La sentenza di morte per lesa Maestà con conseguente impiccagione modificata all'ultimo dal monarca vuole essere una chiara dimostrazione della sua “magnanimità”. Analizzando la vicenda del Boccalaro dobbiamo confrontarla con le varie critiche mosse da Voltaire, Beccaria e anche il Manzoni. Si analizza il problema morale, sociale, politico della tortura. Il giovane Beccaria, infatti metterà in discussione l'intera legislazione criminale e processuale italiana. Infine, un breve cenno ai timidi tentativi di abolizione nei paesi Europei e al processo penale di Milano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/130534