This thesis project concerns armor C.33 belonging to armor B.48, from the Royal Armory in Turin and made by the brescian armorer Lorenzo Saiano in the late 17th century. The study and restoration conducted have made it possible to give back to the artifact the value of which it had been deprived for years, since it had been kept in storage being considered a historical forgery. Through this long journey, articulated in several stages and coordinated by a constantly evolving experience, it was possible to arrive at what can be considered the most important datum for the history of this armor, namely its authenticity. Despite the complexities encountered in corroborating the hypothesis that it belonged to a carabin officer, the archival and photographic investigations conducted have made it possible to reconstruct the succession of events involving the breastplate and the rest of the components of the armor during the period of its display at the Beaumont Gallery. Thanks to the fundamental discovery of the signature on the breastplate, it was possible to trace the activity of the armorer Lorenzo Saiano, arriving at the conclusion that this cuirass should be placed chronologically within the last works made and known to date, of Brescian manufacture. Through visual observation and the aid of in-depth scientific investigations conducted on the artifact, several peculiarities were found, such as the singular use of Prussian blue as a filler of the background of the decoration made by chiseling, of which there are no bibliographical references, and the non-contemporaneity in the making of the panziera with respect to the rest of the armor. The cleaning intervention employed in order to recover the integrity of the pictorial backgrounds characteristic of the cuirass involved the application of a little-known methodology, which involves the use of gelling substances on a painted metal support. Another relevant phase of the restoration work is the reassembly of the connecting elements to the back, which sees the reuse of the original rivets with a screw system useful to avoid replacements. The digital realization of a modern museum support obtained through software has given the possibility of conferring greater display functionality to the armor. This proposal, which takes into account the fragility of the velvet and leather connecting elements, is an aspect related to preventive conservation that complements the restoration work with a view to better transmission to the future of all the components of the armor.

Il presente progetto di tesi concerne la corazza C.33 appartenente all’armatura B.48, proveniente dall’Armeria Reale di Torino e realizzata dall’armarolo bresciano Lorenzo Saiano verso la fine del XVII secolo. Lo studio ed il restauro condotti hanno permesso di restituire al manufatto quel valore di cui era stata privata per anni, poiché conservata presso i depositi essendo ritenuta un falso storico. Attraverso questo lungo percorso articolato in più fasi, coordinate da un’esperienza in continuo divenire, si è potuti giungere a quello che si può considerare il dato più importante per la storia di questa corazza, ovvero la sua autenticità. Grazie alla fondamentale scoperta della firma sul petto si è potuto risalire all’attività dell’armarolo Lorenzo Saiano arrivando a constatare che questa corazza si dovrebbe collocare cronologicamente entro le ultime opere realizzate e ad oggi note, di manifattura bresciana. Nonostante le prime complessità riscontrate nell’avvalorarne l’ipotesi di appartenenza ad un ufficiale dei carabini, le indagini archivistiche e fotografiche hanno invece permesso di ricostruire il susseguirsi degli eventi che hanno visto coinvolta la corazza ed il resto dei componenti dell’armatura, durante il periodo di esposizione presso la Galleria Beaumont. Tramite l’osservazione visiva e il sussidio di approfondite indagini scientifiche condotte sul manufatto si sono riscontrate diverse peculiarità, quali il singolare utilizzo del blu di Prussia come riempimento del fondo della decorazione realizzata a cesello, di cui non esistono riscontri bibliografici, e la non contemporaneità nella realizzazione della panziera rispetto al resto della corazza. L’intervento di pulitura adoperato al fine di recuperare l’integrità delle campiture pittoriche caratteristiche della corazza ha previsto l’applicazione di una metodologia poco conosciuta, che prevede l’utilizzo di sostanze gelificanti su un supporto metallico dipinto. Un’ulteriore fase rilevante dell’intervento di restauro è il rimontaggio degli elementi di raccordo alla schiena, che vede il riutilizzo dei ribattini originali con un sistema a vite utile ad evitare sostituzioni. La realizzazione digitale di un moderno supporto museale ottenuto attraverso un software ha dato la possibilità di conferire una maggiore funzionalità espositiva alla corazza. Tale proposta, che tiene in considerazione la fragilità degli elementi di raccordo in velluto e cuoio, è un aspetto legato alla conservazione preventiva che completa l’intervento di restauro nell’ottica di una migliore trasmissione al futuro di tutte le componenti della corazza.

Studio e restauro di una corazza bresciana del XVII secolo proveniente dall'Armeria Reale di Torino

CAMOLETTO, GIORGIA
2020/2021

Abstract

Il presente progetto di tesi concerne la corazza C.33 appartenente all’armatura B.48, proveniente dall’Armeria Reale di Torino e realizzata dall’armarolo bresciano Lorenzo Saiano verso la fine del XVII secolo. Lo studio ed il restauro condotti hanno permesso di restituire al manufatto quel valore di cui era stata privata per anni, poiché conservata presso i depositi essendo ritenuta un falso storico. Attraverso questo lungo percorso articolato in più fasi, coordinate da un’esperienza in continuo divenire, si è potuti giungere a quello che si può considerare il dato più importante per la storia di questa corazza, ovvero la sua autenticità. Grazie alla fondamentale scoperta della firma sul petto si è potuto risalire all’attività dell’armarolo Lorenzo Saiano arrivando a constatare che questa corazza si dovrebbe collocare cronologicamente entro le ultime opere realizzate e ad oggi note, di manifattura bresciana. Nonostante le prime complessità riscontrate nell’avvalorarne l’ipotesi di appartenenza ad un ufficiale dei carabini, le indagini archivistiche e fotografiche hanno invece permesso di ricostruire il susseguirsi degli eventi che hanno visto coinvolta la corazza ed il resto dei componenti dell’armatura, durante il periodo di esposizione presso la Galleria Beaumont. Tramite l’osservazione visiva e il sussidio di approfondite indagini scientifiche condotte sul manufatto si sono riscontrate diverse peculiarità, quali il singolare utilizzo del blu di Prussia come riempimento del fondo della decorazione realizzata a cesello, di cui non esistono riscontri bibliografici, e la non contemporaneità nella realizzazione della panziera rispetto al resto della corazza. L’intervento di pulitura adoperato al fine di recuperare l’integrità delle campiture pittoriche caratteristiche della corazza ha previsto l’applicazione di una metodologia poco conosciuta, che prevede l’utilizzo di sostanze gelificanti su un supporto metallico dipinto. Un’ulteriore fase rilevante dell’intervento di restauro è il rimontaggio degli elementi di raccordo alla schiena, che vede il riutilizzo dei ribattini originali con un sistema a vite utile ad evitare sostituzioni. La realizzazione digitale di un moderno supporto museale ottenuto attraverso un software ha dato la possibilità di conferire una maggiore funzionalità espositiva alla corazza. Tale proposta, che tiene in considerazione la fragilità degli elementi di raccordo in velluto e cuoio, è un aspetto legato alla conservazione preventiva che completa l’intervento di restauro nell’ottica di una migliore trasmissione al futuro di tutte le componenti della corazza.
ITA
This thesis project concerns armor C.33 belonging to armor B.48, from the Royal Armory in Turin and made by the brescian armorer Lorenzo Saiano in the late 17th century. The study and restoration conducted have made it possible to give back to the artifact the value of which it had been deprived for years, since it had been kept in storage being considered a historical forgery. Through this long journey, articulated in several stages and coordinated by a constantly evolving experience, it was possible to arrive at what can be considered the most important datum for the history of this armor, namely its authenticity. Despite the complexities encountered in corroborating the hypothesis that it belonged to a carabin officer, the archival and photographic investigations conducted have made it possible to reconstruct the succession of events involving the breastplate and the rest of the components of the armor during the period of its display at the Beaumont Gallery. Thanks to the fundamental discovery of the signature on the breastplate, it was possible to trace the activity of the armorer Lorenzo Saiano, arriving at the conclusion that this cuirass should be placed chronologically within the last works made and known to date, of Brescian manufacture. Through visual observation and the aid of in-depth scientific investigations conducted on the artifact, several peculiarities were found, such as the singular use of Prussian blue as a filler of the background of the decoration made by chiseling, of which there are no bibliographical references, and the non-contemporaneity in the making of the panziera with respect to the rest of the armor. The cleaning intervention employed in order to recover the integrity of the pictorial backgrounds characteristic of the cuirass involved the application of a little-known methodology, which involves the use of gelling substances on a painted metal support. Another relevant phase of the restoration work is the reassembly of the connecting elements to the back, which sees the reuse of the original rivets with a screw system useful to avoid replacements. The digital realization of a modern museum support obtained through software has given the possibility of conferring greater display functionality to the armor. This proposal, which takes into account the fragility of the velvet and leather connecting elements, is an aspect related to preventive conservation that complements the restoration work with a view to better transmission to the future of all the components of the armor.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/130477