Plasma-derived medicinal products are derived from plasma donation [1]. Law 219/2005 has redesigned the national system for carrying out blood transfusion activities [2]. The Ministry of Health establishes quality and safety standards for the collection, control, processing, storage, and distribution of human blood and its components through two work programs: in the five years 2016-2020 for achieving self-sufficiency in plasma and derivatives [3]; in 2021 when the SARS-cov-2 pandemic led to a reduction in export and collection, outlining a significant shortage of these products for the near future [4]. Albumin is the most abundant plasma protein produced by the liver. The albumin content in an adult is about 35-50 g/l. Its use is based on the combination of oncotic and non-oncotic properties [5]. The guidelines indicate the conditions under which albumin administration, acute conditions, and chronic conditions may be used [6]. On the market, there are 5% and 20% albumin preparations authorized by AIFA [7]. Albumin is usually well tolerated, in fact, at the A.O.S. Croce and Carle di Cuneo there are no ADR reports in the interval of time 2017-2021. The national requirement is regulated by Note AIFA 15 [8]. At the Hospital, albumin is managed by a computer application called "WMT". Following the nominative request, the pharmacist assesses the correctness of the diagnosis and dosage. The purpose of this thesis is to evaluate, in the five years 2017-2021, the consumption of albumin that over the years has undergone an evolution to achieve the improvement of prescriptive appropriateness. The analysis focused on the following pathologies and procedures: pathologies with renal involvement, hepatic/gastroenterology, malnutrition and malabsorption pathologies, plasmapheresis procedures and areas of surgery, and cardiovascular and pathologies of the critical area. The consumption of 5% albumin is 56,000 grams and is administered during the plasmapheresis procedure, in which the pathology that is had a greater consumption is the vasculitis ANCA+ (25,500 grams). The consumption of 20% albumin is 1,606,805 grams. The pathologies in every clinical area for which the greatest amount of albumin has been used have been pathologies with renal involvement (159,000 grams), pathologies with hepatic/gastroenterological involvement (309,800 grams), plasmapheresis procedures (56,000 grams), malnutrition and malabsorption pathologies (19,000 grams) and procedures of the surgical and cardiovascular area and pathologies of critical area (303,350 grams). Specifically, the diseases that have shown greater consumption of albumin are nephrotic syndrome (152,350 grams), malnutrition (18,500 grams), ascites-free, and decompensated liver cirrhosis (262,350 grams), and hypovolemic shock (231,300 grams). Data were presented to clinicians and considerations emerged about the pathologies and therapeutic effects of albumin. In conclusion, the use of albumin appears to be substantially appropriate based on the reference guidelines. There is a need to draft shared and multidisciplinary protocols on the correct use of albumin and allow the hospital pharmacist to evaluate the appropriateness of the nominative requests received from the departments.
I medicinali plasmaderivati si ottengono dalla donazione di plasma [1]. La legge 219/2005 ha ridisegnato il sistema nazionale per lo svolgimento delle attività trasfusionali [2]. Il ministero della salute stabilisce le norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti tramite due programmi di lavoro: nel quinquennio 2016-2020 per il raggiungimento dell’autosufficienza di plasma e derivati[3]; nel 2021 in cui la pandemia da SARS-CoV-2 ha portato ad una riduzione dell’esportazione e raccolta delineando per il prossimo futuro una carenza significativa di questi prodotti[4]. L’albumina è la proteina plasmatica più abbondante, prodotta dal fegato. Il contenuto di albumina in un adulto è di circa 35-50 g/L. Il suo utilizzo si basa sulla combinazione delle proprietà oncotiche e non-oncotiche [5]. Le linee guida indicano le condizioni in cui è possibile ricorrere alla somministrazione di albumina, condizioni acute e condizioni croniche [6]. In commercio vi sono preparazioni di albumina al 5% e al 20% autorizzate dall’AIFA [7]. L’albumina è solitamente ben tollerata, infatti, presso l’A.O.S. Croce e Carle di Cuneo non vi sono segnalazioni ADR nell’intervallo di tempo 2017-2021. La prescrizione a livello nazionale è regolata dalla Nota AIFA 15 [8]. Presso l’Azienda Ospedaliera, l’albumina è gestita da un applicativo informatico definito “WMT”. In seguito alla richiesta nominativa, il farmacista valuta la correttezza della diagnosi e della posologia. Lo scopo di questa tesi è di andare a valutare, nel quinquennio 2017-2021, i consumi di albumina che negli anni hanno subito un’evoluzione così da giungere al miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. L’analisi si è focalizzata sulle seguenti patologie e procedure: patologie con interessamento renale, epato/gastroenterologico, patologie da malnutrizione e da malassorbimento, procedure di plasmaferesi e di area chirurgia e cardiovascolare e patologie di area critica. Il consumo di albumina al 5% è di 56.000 grammi e viene somministrata durante la procedura di plasmaferesi, in cui la patologia che è avuto un maggior consumo è la vasculite ANCA+ (25.500 grammi). Il consumo di albumina al 20% è di 1.606.805 grammi. Le patologie in ogni ambito clinico per le quali è stata utilizzata la maggior quantità di albumina sono state patologie con interessamento renale (159.000 grammi), patologie con interessamento epato/gastroenterologico (309.800 grammi), procedure di plasmaferesi (56.000 grammi), patologie da malnutrizione e da malassorbimento (19.000 grammi) e procedure di area chirurgica e cardiovascolare e patologie di area critica (303.350 grammi). Nello specifico le patologie che hanno mostrato un maggior consumo di albumina sono la sindrome nefrosica (152.350 grammi), malnutrizione (18.500 grammi), cirrosi epatica senza ascite e scompensata (262.350 grammi) e shock ipovolemico (231.300 grammi). Sono stati presentati i dati ai clinici e sono emerse considerazioni sulle patologie e sull’effetto terapeutico dell’albumina. In conclusione, emerge un utilizzo di albumina sostanzialmente appropriato sulla base delle linee guida di riferimento. Si ravvisa la necessità della redazione di protocolli condivisi e multidisciplinari sul corretto utilizzo di albumina anche per permettere al farmacista ospedaliero di poter valutare l’appropriatezza delle richieste nominative pervenute dai reparti.
Evoluzione dell'utilizzo dell'albumina umana negli ultimi cinque anni presso l'A.O. S. Croce e Carle di Cuneo: analisi dell'appropriatezza prescrittiva e valutazione dei fattori che ne hanno modificato l'uso.
CAFÀ, SHARON
2020/2021
Abstract
I medicinali plasmaderivati si ottengono dalla donazione di plasma [1]. La legge 219/2005 ha ridisegnato il sistema nazionale per lo svolgimento delle attività trasfusionali [2]. Il ministero della salute stabilisce le norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti tramite due programmi di lavoro: nel quinquennio 2016-2020 per il raggiungimento dell’autosufficienza di plasma e derivati[3]; nel 2021 in cui la pandemia da SARS-CoV-2 ha portato ad una riduzione dell’esportazione e raccolta delineando per il prossimo futuro una carenza significativa di questi prodotti[4]. L’albumina è la proteina plasmatica più abbondante, prodotta dal fegato. Il contenuto di albumina in un adulto è di circa 35-50 g/L. Il suo utilizzo si basa sulla combinazione delle proprietà oncotiche e non-oncotiche [5]. Le linee guida indicano le condizioni in cui è possibile ricorrere alla somministrazione di albumina, condizioni acute e condizioni croniche [6]. In commercio vi sono preparazioni di albumina al 5% e al 20% autorizzate dall’AIFA [7]. L’albumina è solitamente ben tollerata, infatti, presso l’A.O.S. Croce e Carle di Cuneo non vi sono segnalazioni ADR nell’intervallo di tempo 2017-2021. La prescrizione a livello nazionale è regolata dalla Nota AIFA 15 [8]. Presso l’Azienda Ospedaliera, l’albumina è gestita da un applicativo informatico definito “WMT”. In seguito alla richiesta nominativa, il farmacista valuta la correttezza della diagnosi e della posologia. Lo scopo di questa tesi è di andare a valutare, nel quinquennio 2017-2021, i consumi di albumina che negli anni hanno subito un’evoluzione così da giungere al miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. L’analisi si è focalizzata sulle seguenti patologie e procedure: patologie con interessamento renale, epato/gastroenterologico, patologie da malnutrizione e da malassorbimento, procedure di plasmaferesi e di area chirurgia e cardiovascolare e patologie di area critica. Il consumo di albumina al 5% è di 56.000 grammi e viene somministrata durante la procedura di plasmaferesi, in cui la patologia che è avuto un maggior consumo è la vasculite ANCA+ (25.500 grammi). Il consumo di albumina al 20% è di 1.606.805 grammi. Le patologie in ogni ambito clinico per le quali è stata utilizzata la maggior quantità di albumina sono state patologie con interessamento renale (159.000 grammi), patologie con interessamento epato/gastroenterologico (309.800 grammi), procedure di plasmaferesi (56.000 grammi), patologie da malnutrizione e da malassorbimento (19.000 grammi) e procedure di area chirurgica e cardiovascolare e patologie di area critica (303.350 grammi). Nello specifico le patologie che hanno mostrato un maggior consumo di albumina sono la sindrome nefrosica (152.350 grammi), malnutrizione (18.500 grammi), cirrosi epatica senza ascite e scompensata (262.350 grammi) e shock ipovolemico (231.300 grammi). Sono stati presentati i dati ai clinici e sono emerse considerazioni sulle patologie e sull’effetto terapeutico dell’albumina. In conclusione, emerge un utilizzo di albumina sostanzialmente appropriato sulla base delle linee guida di riferimento. Si ravvisa la necessità della redazione di protocolli condivisi e multidisciplinari sul corretto utilizzo di albumina anche per permettere al farmacista ospedaliero di poter valutare l’appropriatezza delle richieste nominative pervenute dai reparti.File | Dimensione | Formato | |
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