La conoscenza è essenziale per l'efficienza del sistema economico. La crescita in efficienza di un sistema economico dipende fortemente dalla quantità e dalla qualità di conoscenza che funge da input intermediario per la produzione dei beni economici. La conoscenza è un bene economico particolare in quanto caratterizzato da non esaustibilità, non appropriabilità, non divisibilità, cumulabilità e complementarietà. La generazione di nuova conoscenza si basa sull'uso della conoscenza già esistente e come tale essa costituisce quindi un input intermediario. La conoscenza è quindi un input non appropriabile e cumulabile. Queste caratteristiche intrinseche della conoscenza portano al caso del governo dei beni comuni. In caso di allocazione non efficiente delle risorse di conoscenza il sistema rischia la tragedia dei commons profetizzata da Mr Hardin ovvero il freeriding o la sovrabbondanza. In questo contesto il governo della conoscenza diventa fondamentale. I recenti studi sulla comunicazione nel campo dell'economia della conoscenza hanno reso possibile analizzare come il governo della conoscenza lavori e come le esternalità pecuniarie siano condizionate da tre fattori distinti: a) gli emissari, b) il contesto e c) i destinatari (Antonelli, forthcoming). È necessario in questo contesto, definire, anche mediante studi empirici che verranno citati nel testo, quali agenti economici possono essere utili allo scambio di conoscenza codificata: le università, il sussidio pubblico, le imprese a partecipazione statale, i brevetti e il venture capitalism.

Il governo della conoscenza

ERVAS, ELISA
2011/2012

Abstract

La conoscenza è essenziale per l'efficienza del sistema economico. La crescita in efficienza di un sistema economico dipende fortemente dalla quantità e dalla qualità di conoscenza che funge da input intermediario per la produzione dei beni economici. La conoscenza è un bene economico particolare in quanto caratterizzato da non esaustibilità, non appropriabilità, non divisibilità, cumulabilità e complementarietà. La generazione di nuova conoscenza si basa sull'uso della conoscenza già esistente e come tale essa costituisce quindi un input intermediario. La conoscenza è quindi un input non appropriabile e cumulabile. Queste caratteristiche intrinseche della conoscenza portano al caso del governo dei beni comuni. In caso di allocazione non efficiente delle risorse di conoscenza il sistema rischia la tragedia dei commons profetizzata da Mr Hardin ovvero il freeriding o la sovrabbondanza. In questo contesto il governo della conoscenza diventa fondamentale. I recenti studi sulla comunicazione nel campo dell'economia della conoscenza hanno reso possibile analizzare come il governo della conoscenza lavori e come le esternalità pecuniarie siano condizionate da tre fattori distinti: a) gli emissari, b) il contesto e c) i destinatari (Antonelli, forthcoming). È necessario in questo contesto, definire, anche mediante studi empirici che verranno citati nel testo, quali agenti economici possono essere utili allo scambio di conoscenza codificata: le università, il sussidio pubblico, le imprese a partecipazione statale, i brevetti e il venture capitalism.
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