Nel corso di questo lavoro ho cercato di descrivere le caratteristiche delle banca islamica, partendo dalle fonti del diritto islamico, dal quale essa trae origine. L'elaborato parte dalla riflessione sul divieto di percepire interesse, uno dei principi cardine della religione islamica, che si riflette costantemente su tutta l'attività dell'islamic banking. Fin dalla parte iniziale del lavoro, infatti, si è constatato come l'attività bancaria sia subordinata a norme etico- religiose, con notevole influenza sui fenomeni socio-economici. Questo legame profondo con la religione rappresenta il maggior elemento di differenza con il sistema economico finanziario convenzionale, ormai da secoli, orientato verso logiche di mercato e svincolato dall'osservanza dei principi religiosi. Sul piano tecnico, nel lavoro si sono ampliamente analizzate le analogie e le differenze concettuali tra i due sistemi e le loro ripercussioni sulle caratteristiche contrattuali del sistema bancario islamico. Al riguardo, sebbene l'Islam riconosca come legittimo il valore temporale del denaro, la Sharia nega la sua connessione al prestito. La comunità musulmana viene indirizzata così, verso tecniche con alla base il concetto di condivisione dei profitti e delle perdite dell'iniziativa imprenditoriale tra finanziatore e gestore di fondi. La tecnica profit loss sharing, racchiude l'espressione dell'islamic banking puro basato sull'assunzione dell'illegittimità di qualsiasi guadagno non collegato al rischio imprenditoriale. Riguardo alla stabilità, invece, hanno positivamente influito fattori come la fidelizzazione della clientela per ragioni etico- religiose, la posizione di monopolio di cui il settore islamico ha beneficiato per decenni in alcuni paesi musulmani e il costante collegamento tra l'islamic banking e l'economia reale, lontano dall'attuale eccessiva finanziarizzazione dei sistemi convenzionali. Secondo uno studio del Fondo Monetario Internazionali, le piccole istituzioni finanziarie islamiche risultano le migliori realtà in termini di stabilità. Al riguardo, l'islamic banking puro, inteso come pratica avente alla base il concetto di condivisione sembra replicare il modello anglosassone mentre il ruolo centrale degli istituti finanziari islamici all'interno della comunità, risulta chiaramente una similitudine con il modello renano nipponico. Nella parte centrale sono stati trattati il principio di trasparenza e, soprattutto, essendo il punctum dolens del sistema bancario islamico, l'anatocismo, che, rappresenta una forma di tutela del cliente italiano nei confronti del rapporto asimmetrico con le banche. La richiesta di servizi conformi ai precetti islamici si è diffusa, negli ultimi anni, vigorosamente anche in Europa, in particolare in Gran Bretagna, dove la consolidata comunità musulmana ha reso possibile l'affermazione della piazza finanziaria di Londra come il perno globale della finanza islamica nell'emisfero occidentale. Concludendo, è stata valutata la situazione in Italia, dove non si è ancora assistito ad uno sviluppo significativo in materia di finanza islamica. Il recente dibattito sulla possibile prossima apertura di una istituzione finanziaria islamica sul nostro territorio, potrebbe essere il segnale di una definitiva inversione di tendenza ed aprire uno nuovo scenario potenzialmente positivo per l'Italia.
la tutela del cliente nel sistema bancario italiano e nel sistema bancario islamico
DI NATALE, ALFONSO
2010/2011
Abstract
Nel corso di questo lavoro ho cercato di descrivere le caratteristiche delle banca islamica, partendo dalle fonti del diritto islamico, dal quale essa trae origine. L'elaborato parte dalla riflessione sul divieto di percepire interesse, uno dei principi cardine della religione islamica, che si riflette costantemente su tutta l'attività dell'islamic banking. Fin dalla parte iniziale del lavoro, infatti, si è constatato come l'attività bancaria sia subordinata a norme etico- religiose, con notevole influenza sui fenomeni socio-economici. Questo legame profondo con la religione rappresenta il maggior elemento di differenza con il sistema economico finanziario convenzionale, ormai da secoli, orientato verso logiche di mercato e svincolato dall'osservanza dei principi religiosi. Sul piano tecnico, nel lavoro si sono ampliamente analizzate le analogie e le differenze concettuali tra i due sistemi e le loro ripercussioni sulle caratteristiche contrattuali del sistema bancario islamico. Al riguardo, sebbene l'Islam riconosca come legittimo il valore temporale del denaro, la Sharia nega la sua connessione al prestito. La comunità musulmana viene indirizzata così, verso tecniche con alla base il concetto di condivisione dei profitti e delle perdite dell'iniziativa imprenditoriale tra finanziatore e gestore di fondi. La tecnica profit loss sharing, racchiude l'espressione dell'islamic banking puro basato sull'assunzione dell'illegittimità di qualsiasi guadagno non collegato al rischio imprenditoriale. Riguardo alla stabilità, invece, hanno positivamente influito fattori come la fidelizzazione della clientela per ragioni etico- religiose, la posizione di monopolio di cui il settore islamico ha beneficiato per decenni in alcuni paesi musulmani e il costante collegamento tra l'islamic banking e l'economia reale, lontano dall'attuale eccessiva finanziarizzazione dei sistemi convenzionali. Secondo uno studio del Fondo Monetario Internazionali, le piccole istituzioni finanziarie islamiche risultano le migliori realtà in termini di stabilità. Al riguardo, l'islamic banking puro, inteso come pratica avente alla base il concetto di condivisione sembra replicare il modello anglosassone mentre il ruolo centrale degli istituti finanziari islamici all'interno della comunità, risulta chiaramente una similitudine con il modello renano nipponico. Nella parte centrale sono stati trattati il principio di trasparenza e, soprattutto, essendo il punctum dolens del sistema bancario islamico, l'anatocismo, che, rappresenta una forma di tutela del cliente italiano nei confronti del rapporto asimmetrico con le banche. La richiesta di servizi conformi ai precetti islamici si è diffusa, negli ultimi anni, vigorosamente anche in Europa, in particolare in Gran Bretagna, dove la consolidata comunità musulmana ha reso possibile l'affermazione della piazza finanziaria di Londra come il perno globale della finanza islamica nell'emisfero occidentale. Concludendo, è stata valutata la situazione in Italia, dove non si è ancora assistito ad uno sviluppo significativo in materia di finanza islamica. Il recente dibattito sulla possibile prossima apertura di una istituzione finanziaria islamica sul nostro territorio, potrebbe essere il segnale di una definitiva inversione di tendenza ed aprire uno nuovo scenario potenzialmente positivo per l'Italia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/130383