Negli ultimi vent'anni, il tema del risparmio previdenziale ha assunto una rilevanza fondamentale non solo più in paesi come gli Stati Uniti, l'Olanda e la Gran Bretagna, dove la materia è oggetto di studi ormai da decenni, ma anche in Italia. Il crescente interesse è connesso principalmente al fatto che il sistema previdenziale italiano è stato oggetto di un processo di riforma, resosi necessario a causa dell'enorme spesa previdenziale. Le varie leggi che si sono susseguite a partire dalla riforma Amato del 1992, avevano come obiettivo il contenimento di una spesa per le pensioni che era in continuo aumento, soprattutto per l'innalzamento della speranza di vita della popolazione italiana e per la riduzione del tasso di natalità. Il risultato di questo processo è stato la riduzione delle prestazioni garantite dal sistema pensionistico pubblico e, parallelamente, l'incentivo allo sviluppo della previdenza complementare. E' stato dunque costituito uno schema previdenziale basato su più pilastri, che affianca la previdenza integrativa al sistema pensionistico pubblico. Il primo capitolo del presente lavoro è dedicato all'introduzione degli aspetti economici connessi al secondo e terzo pilastro della previdenza italiana. Ci si propone di studiare i soggetti che sono coinvolti nei rapporti di previdenza complementare, il funzionamento dei fondi pensione, aperti e chiusi, e dei Piani Individuali Pensionistici, oltre la relazione esistente tra gestore e fondo e gli altri elementi rilevanti da un punto di vista economico. Il secondo capitolo tratta invece gli aspetti finanziari e attuariali connessi al secondo e terzo pilastro della previdenza italiana. Sono introdotte le tipologie di rischio associate alla previdenza complementare, viene trattato il modello di equilibrio finanziario utilizzato dai fondi pensione italiani e vengono proposti modelli basati su un approccio di tipo attuariale individuale o collettivo. Il terzo capitolo analizza, in maniera sintetica ma completa, il decreto legislativo numero 252 del 2005, fondamentale per comprendere il contesto normativo nel quale si sviluppa la previdenza complementare italiana. Il quarto capitolo è distinto in due sezioni. La prima presenta le specifiche contrattuali di un Piano Individuale Pensionistico attivato mediante un contratto assicurativo sulla vita sul quale sarà sviluppato il profit test. La seconda sezione approfondisce la metodologia di sviluppo del profit test sul contratto precedentemente introdotto, evidenziando se il prodotto proposto presenta una redditività sufficiente ai fini della commercializzazione. L'ultimo paragrafo del capitolo tratta invece un'analisi di scenario che è volta a ¿stressare¿ l'analisi di redditività presentata: rispetto alle variabili di scenario originali, vengono effettuati dei cambiamenti secondo ipotesi pessimistiche, in particolare rispetto a quelle sul rendimento, per verificare se il prodotto può essere competitivo anche in un contesto economico caratterizzato da tassi di rendimento bassi. L'ultimo capitolo presenta i dati più recenti e significativi relativi al terzo pilastro del sistema previdenziale italiano, mostrando la situazione a livello di adesioni, contributi e composizione del portafoglio titoli tra le varie linee di investimento ed eventuali dinamiche in atto.

Il secondo e il terzo pilastro della previdenza italiana e profit test di un piano individuale pensionistico

SPOLETO, MATTEO
2011/2012

Abstract

Negli ultimi vent'anni, il tema del risparmio previdenziale ha assunto una rilevanza fondamentale non solo più in paesi come gli Stati Uniti, l'Olanda e la Gran Bretagna, dove la materia è oggetto di studi ormai da decenni, ma anche in Italia. Il crescente interesse è connesso principalmente al fatto che il sistema previdenziale italiano è stato oggetto di un processo di riforma, resosi necessario a causa dell'enorme spesa previdenziale. Le varie leggi che si sono susseguite a partire dalla riforma Amato del 1992, avevano come obiettivo il contenimento di una spesa per le pensioni che era in continuo aumento, soprattutto per l'innalzamento della speranza di vita della popolazione italiana e per la riduzione del tasso di natalità. Il risultato di questo processo è stato la riduzione delle prestazioni garantite dal sistema pensionistico pubblico e, parallelamente, l'incentivo allo sviluppo della previdenza complementare. E' stato dunque costituito uno schema previdenziale basato su più pilastri, che affianca la previdenza integrativa al sistema pensionistico pubblico. Il primo capitolo del presente lavoro è dedicato all'introduzione degli aspetti economici connessi al secondo e terzo pilastro della previdenza italiana. Ci si propone di studiare i soggetti che sono coinvolti nei rapporti di previdenza complementare, il funzionamento dei fondi pensione, aperti e chiusi, e dei Piani Individuali Pensionistici, oltre la relazione esistente tra gestore e fondo e gli altri elementi rilevanti da un punto di vista economico. Il secondo capitolo tratta invece gli aspetti finanziari e attuariali connessi al secondo e terzo pilastro della previdenza italiana. Sono introdotte le tipologie di rischio associate alla previdenza complementare, viene trattato il modello di equilibrio finanziario utilizzato dai fondi pensione italiani e vengono proposti modelli basati su un approccio di tipo attuariale individuale o collettivo. Il terzo capitolo analizza, in maniera sintetica ma completa, il decreto legislativo numero 252 del 2005, fondamentale per comprendere il contesto normativo nel quale si sviluppa la previdenza complementare italiana. Il quarto capitolo è distinto in due sezioni. La prima presenta le specifiche contrattuali di un Piano Individuale Pensionistico attivato mediante un contratto assicurativo sulla vita sul quale sarà sviluppato il profit test. La seconda sezione approfondisce la metodologia di sviluppo del profit test sul contratto precedentemente introdotto, evidenziando se il prodotto proposto presenta una redditività sufficiente ai fini della commercializzazione. L'ultimo paragrafo del capitolo tratta invece un'analisi di scenario che è volta a ¿stressare¿ l'analisi di redditività presentata: rispetto alle variabili di scenario originali, vengono effettuati dei cambiamenti secondo ipotesi pessimistiche, in particolare rispetto a quelle sul rendimento, per verificare se il prodotto può essere competitivo anche in un contesto economico caratterizzato da tassi di rendimento bassi. L'ultimo capitolo presenta i dati più recenti e significativi relativi al terzo pilastro del sistema previdenziale italiano, mostrando la situazione a livello di adesioni, contributi e composizione del portafoglio titoli tra le varie linee di investimento ed eventuali dinamiche in atto.
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