Textile artefacts are included into the broad category of minor arts: objects of little consideration and, consequently, little value and protection effort. In particular, garments play a significant role in the representation of the culture and society of the past. It is a particularly complex category to preserve, since it is easily damaged, especially when subjected to physical stress. The causes of the ageing of a garment are closely linked to the very nature of the materials that make it up, as well as the function it has performed during its lifetime. Conservative restoration makes it possible to consider these issues, and, if the case, to search for new techniques for the intervention. The evening dress considered in this thesis dates back to the 1920s. It is a historical dress from a private collection, donated in 2000 to the Civic Museums of Modena, where it was kept in a box in the museum's storerooms along with other works of a different nature and composition. The artefact consists of a low waist dress, with a straight line up to the middle of the shin, and two simple sleeves, long to the elbow. The crepe de chine fabric is embroidered at its bottom with glass beads arranged in a decorative lily pattern, repeated and interspersed with vertical bands. The technique used to apply the beads is in luneville embroidery. The embroidery is also found o in the two sleeves, again arranged in the lower part of the fabric. The position of the beaded embroidery is characteristic of those years, since the weight of the beads allows the garment to drop in a linear way, without causing unwanted deformation. At the time of the first survey, the piece of clothing was heavily degraded, so that it was difficult even to manipulate the dress thus excluding its use. The degradation of the work was mainly caused by the high weight of the beads that, over the years, have caused tears and loss of materials at the sleeve turn, causing the detachment of the sleeves themselves. This situation was getting worse by the increasing depolymerization of the fibres, which caused its weakening. All parts of the sleeve are in fact subject to fibres breakage, as evident in the form of lacerations, gaps and consumptions. The program of the intervention was aimed at preserving the authenticity of the garment, thus respecting the transparency of the original fabric. Basically, the aim was, to restore the general shape of the object and protect the textile material from the degenerative process. The methodological choice was in fact evaluated also taking into account the aesthetics of the product. The diagnostic-scientific plan was essential in the development of the conservative intervention project, since it guided the operational choices by offering and in-depth picture of the dress, which significantly integrated the information available before the restoration. The sandwich consolidation intervention constituted the focal point of the conservative restoration, and the insertion of a total support allowed to restore structure and strength of the textile. The integration of some parts, which were damaged by material losses, was done taking into account the mechanical strength and transparency of the fabric making up the work. Finally, the treated parts have been covered with crepeline, so that they can be preserved over the years. The restoration was concluded by repositioning the two sleeves on to the dress and then the dress itself into its original box for the final storage.
I manufatti tessili sono da sempre fatti ricadere nell'ampia categoria delle arti minori: oggetti d'uso poco considerati e, di conseguenza, poco valorizzati e salvaguardati. In particolare, i beni vestiari rivestono un ruolo significativo nella, rappresentazione della cultura e, società del passato. Si tratta di una categoria particolarmente complessa da conservare, poiché facilmente deteriorabile, soprattutto quando è sottoposta a tensioni fisiche. Le cause dell'invecchiamento di un abito sono strettamente legate alla natura stessa dei materiali che lo compongono, oltre che alla funzione che ha svolto durante il proprio tempo di vita. Il restauro conservativo permette di considerare tali tematiche, che possono eventualmente suggerire la ricerca di tecniche innovative per l'intervento. L'abito da sera considerato in questa tesi risale agli anni '20 del Novecento. È un abito storico di collezione privata, donato nel 2000 ai Musei Civici di Modena, dove è stato conservato, all'interno di una scatola nei depositi del museo assieme ad altre opere di natura e composizione differente. Il manufatto si compone di un: abito a vita bassa, di linea diritta lungo fino a metà tibia, e di due maniche semplici, lunghe fino al gomito. Il tessuto in crêpe de chine, presenta nella parte inferiore un ricamo con perline in vetro disposte secondo un modulo decorativo a giglio, ripetuto e intervallato da fasce verticali. La tecnica utilizzata per l'applicazione delle perline è a Lunéville. Il ricamo si trova anche nelle due maniche, sempre disposto nella zona inferiore. La posizione del ricamo a perline è caratteristica di quegli anni, poiché il peso delle perline, permette di far cadere l'abito in maniera lineare, senza recare deformazioni indesiderate. Al momento del primo rilevamento l'opera si trovava in uno stato di degrado avanzato, che ne rendeva difficile perfino la manipolazione e ne ecludeva la fruizione. Il degrado dell'opera è stato principalmente causato dall'elevato peso delle perline che, nel corso degli anni hanno provocato lacerazioni e perdite di materiali in corrispondenza del giro manica, determinando il distacco delle maniche stesse. Questa situazione è stata poi aggravata dall'avanzamento del processo di depolimerizzazione della fibra che ne ha provocato il suo indebolimento. Tutte le parti dell'abito sono infatti soggette a rottura delle fibre, che si manifesta sotto forma di lacerazioni, lacune e consunzioni. Il programma dell'intervento è stato finalizzato alla conservazione del manufatto nella sua autenticità, rispettando quindi la trasparenza del tessuto originale, per restituire leggibilità all'oggetto e tutelare la materia tessile dal processo degenerativo. La scelta metodologica è stata infatti valutata tenendo anche in considerazione l'istanza estetica del manufatto. Il piano diagnostico-scientifico si è reso indispensabile, nello sviluppo del progetto d'intervento conservativo, poiché ha permesso di effettuare scelte operative che hanno consentito di avere una visione completa dell'opera, integrando significativamente le informazioni disponibili prima del restauro. L'intervento di consolidamento a sandwich ha costituito il punto focale del restauro conservativo, e l'inserimento di un supporto totale ha permesso di ridare struttura e resistenza alla superficie tessile. L'integrazione di alcune parti della superficie, compromesse da perdite di materiale, è stata fatta tenendo in considerazione la resistenza meccanica e la trasparenza del materiale costituente l'opera. Infine, le parti trattate sono state coperte con il crepeline, in modo da permettergli la conservazione nel corso degli anni. Il restauro si conclude con il ricollocamento delle due maniche all'abito e il ripristino della sua confezione originale.
Studio e restauro di un abito da sera degli anni '20 in crêpe di seta con perline proveniente dai Musei civici di Modena Problematiche dell'intervento conservativo e della proposta espositiva
CALORE, VIKTORIA
2018/2019
Abstract
I manufatti tessili sono da sempre fatti ricadere nell'ampia categoria delle arti minori: oggetti d'uso poco considerati e, di conseguenza, poco valorizzati e salvaguardati. In particolare, i beni vestiari rivestono un ruolo significativo nella, rappresentazione della cultura e, società del passato. Si tratta di una categoria particolarmente complessa da conservare, poiché facilmente deteriorabile, soprattutto quando è sottoposta a tensioni fisiche. Le cause dell'invecchiamento di un abito sono strettamente legate alla natura stessa dei materiali che lo compongono, oltre che alla funzione che ha svolto durante il proprio tempo di vita. Il restauro conservativo permette di considerare tali tematiche, che possono eventualmente suggerire la ricerca di tecniche innovative per l'intervento. L'abito da sera considerato in questa tesi risale agli anni '20 del Novecento. È un abito storico di collezione privata, donato nel 2000 ai Musei Civici di Modena, dove è stato conservato, all'interno di una scatola nei depositi del museo assieme ad altre opere di natura e composizione differente. Il manufatto si compone di un: abito a vita bassa, di linea diritta lungo fino a metà tibia, e di due maniche semplici, lunghe fino al gomito. Il tessuto in crêpe de chine, presenta nella parte inferiore un ricamo con perline in vetro disposte secondo un modulo decorativo a giglio, ripetuto e intervallato da fasce verticali. La tecnica utilizzata per l'applicazione delle perline è a Lunéville. Il ricamo si trova anche nelle due maniche, sempre disposto nella zona inferiore. La posizione del ricamo a perline è caratteristica di quegli anni, poiché il peso delle perline, permette di far cadere l'abito in maniera lineare, senza recare deformazioni indesiderate. Al momento del primo rilevamento l'opera si trovava in uno stato di degrado avanzato, che ne rendeva difficile perfino la manipolazione e ne ecludeva la fruizione. Il degrado dell'opera è stato principalmente causato dall'elevato peso delle perline che, nel corso degli anni hanno provocato lacerazioni e perdite di materiali in corrispondenza del giro manica, determinando il distacco delle maniche stesse. Questa situazione è stata poi aggravata dall'avanzamento del processo di depolimerizzazione della fibra che ne ha provocato il suo indebolimento. Tutte le parti dell'abito sono infatti soggette a rottura delle fibre, che si manifesta sotto forma di lacerazioni, lacune e consunzioni. Il programma dell'intervento è stato finalizzato alla conservazione del manufatto nella sua autenticità, rispettando quindi la trasparenza del tessuto originale, per restituire leggibilità all'oggetto e tutelare la materia tessile dal processo degenerativo. La scelta metodologica è stata infatti valutata tenendo anche in considerazione l'istanza estetica del manufatto. Il piano diagnostico-scientifico si è reso indispensabile, nello sviluppo del progetto d'intervento conservativo, poiché ha permesso di effettuare scelte operative che hanno consentito di avere una visione completa dell'opera, integrando significativamente le informazioni disponibili prima del restauro. L'intervento di consolidamento a sandwich ha costituito il punto focale del restauro conservativo, e l'inserimento di un supporto totale ha permesso di ridare struttura e resistenza alla superficie tessile. L'integrazione di alcune parti della superficie, compromesse da perdite di materiale, è stata fatta tenendo in considerazione la resistenza meccanica e la trasparenza del materiale costituente l'opera. Infine, le parti trattate sono state coperte con il crepeline, in modo da permettergli la conservazione nel corso degli anni. Il restauro si conclude con il ricollocamento delle due maniche all'abito e il ripristino della sua confezione originale.File | Dimensione | Formato | |
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