The aim of this work is to analyse the legal landscape currently in force in the Occupied Palestinian Territories, with a reference to the most important historic steps and to the resulting global mobilization. In the face of the serious breaches of international law committed by Israel, also ascertained in several UN Resolutions and in the historic advisory opinion released by the International Court of Justice in 2004, influential personalities stated that Israel, compared with the South African past experience, is today guilty of apartheid. Persuaded that every form of discrimination must be firmly condemned, this research work aims at offering arguments in favour of the momentous charge against Israel. In response to the several injustices inflicted to the Palestinians, a worldwide protest movement arose and took hold: particularly relevant is the BDS movement (Boycott, Divestment and Sanctions), which is nowadays target of many controversies. BDS makes the boycott its leading instrument for the achievement of three goals: a) ending the occupation and dismantling the Wall; b) entitling Jewish and non-Jewish Israeli citizens to full equality; c) recognising the right of Palestinian refugees to return to their homes as stipulated in 1948 in UN Resolution no. 194 (III). The right to boycott, intended as a branch of freedom of expression, has been recently discussed by the European Court of Human Rights: in June 2020, the Strasbourg judges declared that the campaign launched by some French activists to urge to boycott the Occupied Palestinian Territories is protected by Art. 10 of the ECHR. Paying particular attention to Germany and the United Kingdom, advocacy for Palestinian rights is today restricted in its freedom of expression. Domestic German courts have been called to judge the legitimacy of some city councils’ bent to deny public spaces to BDS events, in accordance with a non-binding resolution adopted by the German Parliament in May 2019. So far, the jurisprudence predominantly ruled in favour of the freedom of expression about such a sensitive issue as the Israeli-Palestinian conflict. On the other hand, the British jurisprudence is still in short supply, but several episodes of restrictions have already been reported. In particular, in December 2016, the British Government officially adopted the working definition of Anti-Semitism drafted by the International Holocaust Remembrance Alliance. The text is vague and unclear and seems to obstruct the right to criticise Israeli politics. Besides the freedom of expression, academic freedom and right to boycott are currently affected in the UK as well. The main ambition of the present work is to call upon the collective consciousness to stop tabooing the Israeli-Palestinian conflict: the creation of an open debate is urgently needed, so that the civil society might be finally given the chance to form a free opinion on the topic. As confirmed by the jurisprudence, freedom of expression, pillar of any democratic order, must be protected even when legitimately expressing a critical view on Israeli politics.
Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare il panorama giuridico attualmente vigente nelle terre palestinesi occupate, con richiamo alle principali tappe storiche e al movimento di mobilitazione mondiale che ne deriva. A fronte delle gravi violazioni di diritto internazionale commesse da Israele, accertate anche in varie Risoluzioni delle Nazioni Unite e nello storico parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 2004, autorevoli personalità hanno postulato la tesi, in termini di confronto con l’esperienza sudafricana, secondo cui Israele sarebbe oggi colpevole del crimine di apartheid. Nella più convinta condanna ad ogni forma di discriminazione, questo lavoro di tesi intende offrire argomentazioni a sostegno della grave accusa mossa nei confronti dello Stato di Israele. In reazione alle ingiustizie subite dal popolo palestinese, si è sviluppata e affermata un’ondata di protesta globale: in particolare, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) è oggi al centro di numerose controversie. Il BDS fa del boicottaggio il suo strumento principe per il raggiungimento di tre obiettivi: a) la fine dell’occupazione e lo smantellamento del Muro; b) la tutela di una piena uguaglianza tra ebrei e non ebrei entro i confini israeliani; c) il riconoscimento del diritto di ritorno ai profughi palestinesi, nel rispetto della Risoluzione ONU no. 194 (III) del 1948. Il diritto al boicottaggio, appendice della libertà di espressione, è stato recentemente oggetto della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo: in particolar modo, nel giugno 2020 i giudici di Strasburgo hanno ritenuto protetta dall’art. 10 CEDU l’azione di alcuni attivisti francesi che invitavano al boicottaggio commerciale dei prodotti provenienti dalle terre palestinesi occupate. Con attenzione particolare alla Germania e al Regno Unito, l’attivismo a sostegno della causa palestinese si trova oggi limitato nella sua libertà di espressione. Le corti nazionali tedesche sono state chiamate a decidere sulla legittimità della condotta di alcuni consigli comunali, decisi a negare gli spazi pubblici per eventi organizzati dal BDS, in conformità alla risoluzione parlamentare approvata nel maggio 2019. L’orientamento prevalente è quello in favore della libertà di espressione degli attivisti, intenzionati a discutere pubblicamente di un tema delicato come il conflitto israelo-palestinese. Nel Regno Unito, invece, la giurisprudenza resta tuttora scarna ma la casistica pratica piuttosto folta. In particolar modo, nel dicembre 2016 l’esecutivo britannico ha adottato la controversa definizione di antisemitismo elaborata dalla International Holocaust Remembrance Alliance. Da questo testo, cui si contesta la vaghezza concettuale, seguono episodi a danno del diritto di critica alle politiche israeliane. Oltre alla libertà di espressione, anche la libertà accademica e il diritto al boicottaggio appaiono oggi compromessi nel Regno Unito. L’aspirazione massima di questo lavoro è un appello alla coscienza collettiva affinché il conflitto israelo-palestinese non sia più relegato tra i temi tabù: necessaria è la creazione di un dibattito aperto così da permettere alla società civile di formarsi una libera opinione. Come confermato dalla giurisprudenza finora formatasi, la libertà di espressione, pilastro di ogni apparato democratico, deve trovare tutela anche quando manifestazione di un legittimo pensiero critico verso le politiche israeliane.
Critica alle politiche di Israele e libertà di espressione: una comparazione del panorama costituzionale in Germania e Regno Unito
FANTOLINO, BEATRICE
2020/2021
Abstract
Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare il panorama giuridico attualmente vigente nelle terre palestinesi occupate, con richiamo alle principali tappe storiche e al movimento di mobilitazione mondiale che ne deriva. A fronte delle gravi violazioni di diritto internazionale commesse da Israele, accertate anche in varie Risoluzioni delle Nazioni Unite e nello storico parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 2004, autorevoli personalità hanno postulato la tesi, in termini di confronto con l’esperienza sudafricana, secondo cui Israele sarebbe oggi colpevole del crimine di apartheid. Nella più convinta condanna ad ogni forma di discriminazione, questo lavoro di tesi intende offrire argomentazioni a sostegno della grave accusa mossa nei confronti dello Stato di Israele. In reazione alle ingiustizie subite dal popolo palestinese, si è sviluppata e affermata un’ondata di protesta globale: in particolare, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) è oggi al centro di numerose controversie. Il BDS fa del boicottaggio il suo strumento principe per il raggiungimento di tre obiettivi: a) la fine dell’occupazione e lo smantellamento del Muro; b) la tutela di una piena uguaglianza tra ebrei e non ebrei entro i confini israeliani; c) il riconoscimento del diritto di ritorno ai profughi palestinesi, nel rispetto della Risoluzione ONU no. 194 (III) del 1948. Il diritto al boicottaggio, appendice della libertà di espressione, è stato recentemente oggetto della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo: in particolar modo, nel giugno 2020 i giudici di Strasburgo hanno ritenuto protetta dall’art. 10 CEDU l’azione di alcuni attivisti francesi che invitavano al boicottaggio commerciale dei prodotti provenienti dalle terre palestinesi occupate. Con attenzione particolare alla Germania e al Regno Unito, l’attivismo a sostegno della causa palestinese si trova oggi limitato nella sua libertà di espressione. Le corti nazionali tedesche sono state chiamate a decidere sulla legittimità della condotta di alcuni consigli comunali, decisi a negare gli spazi pubblici per eventi organizzati dal BDS, in conformità alla risoluzione parlamentare approvata nel maggio 2019. L’orientamento prevalente è quello in favore della libertà di espressione degli attivisti, intenzionati a discutere pubblicamente di un tema delicato come il conflitto israelo-palestinese. Nel Regno Unito, invece, la giurisprudenza resta tuttora scarna ma la casistica pratica piuttosto folta. In particolar modo, nel dicembre 2016 l’esecutivo britannico ha adottato la controversa definizione di antisemitismo elaborata dalla International Holocaust Remembrance Alliance. Da questo testo, cui si contesta la vaghezza concettuale, seguono episodi a danno del diritto di critica alle politiche israeliane. Oltre alla libertà di espressione, anche la libertà accademica e il diritto al boicottaggio appaiono oggi compromessi nel Regno Unito. L’aspirazione massima di questo lavoro è un appello alla coscienza collettiva affinché il conflitto israelo-palestinese non sia più relegato tra i temi tabù: necessaria è la creazione di un dibattito aperto così da permettere alla società civile di formarsi una libera opinione. Come confermato dalla giurisprudenza finora formatasi, la libertà di espressione, pilastro di ogni apparato democratico, deve trovare tutela anche quando manifestazione di un legittimo pensiero critico verso le politiche israeliane.File | Dimensione | Formato | |
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