La pseudogravidanza è una delle principali malattie che possono influenzare l’efficienza riproduttiva delle capre da latte, causando subfertilità o infertilità temporanea. Tale condizione è caratterizzata dalla presenza di un accumulo di liquido asettico e limpido all’interno dell’utero, che porta a gradi variabili di distensione addominale. Le cause non sono ancora completamente note ma sembrerebbe esserci alla base un corpo luteo persistente e quindi incompleti meccanismi di luteolisi. La prevalenza nelle zone a clima temperato non è precisamente conosciuta, ma varia tra il 3,0% e il 20,8%. La diagnosi è prettamente ecografica, con il rilevamento di un’immagine caratteristica, rappresentata da un utero suddiviso in sezioni da sottili setti ecogeni, le quali sezioni sono piene di gradi variabili di liquido anecogeno. I trattamenti maggiormente descritti si basano sull’utilizzo di prostaglandine. In questo studio è stata valutata l’incidenza della pseudogravidanza in sei allevamenti di capre da latte piemontesi. In aggiunta sono stati presi in considerazione due ipotetici fattori di rischio riportati in letteratura, consistenti nell’accoppiamento al di fuori della fisiologica stagione riproduttiva e la lattazione lunga, ed è stato valutato il loro impatto sull’insorgenza della patologia. In una azienda è stato valutato l’effetto terapeutico di due diversi trattamenti con prostaglandina di sintesi. I capi sono stati individuati come affetti da pseudogravidanza tramite diagnosi ecografica. Per tutti i capi è stata segnalata la condizione di trovarsi in stagione o “controstagione” e in lattazione standard o lunga. I capi affetti dalla patologia in un’azienda sono stati suddivisi in due gruppi: al primo è stata effettuata una singola somministrazione di PGF2α al momento della diagnosi, mentre al secondo, dopo la prima PGF2α, è stata effettuata una seconda somministrazione di PGF2α a distanza di 12 giorni. Per questi capi è stato poi valutato lo stato di gravidanza nella stagione di monta successiva. Sul territorio piemontese è stata rilevata un’incidenza di pseudogravidanza pari al 4,38%, valore che si posiziona verso il limite inferiore del range riportato in letteratura. Sono state rilevate un numero statisticamente maggiore di pseudogravidanze al di fuori della stagione di monta fisiologica (p<0,0001) e durante la lattazione lunga (p=0,0073), rispettivamente rispetto all’accoppiamento durante la stagione riproduttiva fisiologica e alla lattazione con durata standard. Entrambi sono quindi da considerare fattori di rischio per l’insorgenza della pseudogravidanza. Per quanto riguarda i trattamenti effettuati, non sono state rilevate differenze significative tra i due protocolli utilizzati (p>0,05) in termini di animali ingravidati nella stagione di monta successiva, portando a concludere che una singola somministrazione di PGF2α sia sufficiente per direnare completamente l’utero e ottenere buone performance riproduttive. In conclusione, si può affermare che ci sono ancora ampie possibilità di studio riguardo questa patologia, in quanto sono attualmente disponibili scarse informazioni relativamente alle cause di insorgenza, i dati sui fattori di rischio riportati sono tra loro contradditori e i trattamenti hanno bisogno di ulteriore implementazione.

L'impatto della pseudogravidanza sulla fertilità negli allevamenti di capre piemontesi

REINERO, LISA
2020/2021

Abstract

La pseudogravidanza è una delle principali malattie che possono influenzare l’efficienza riproduttiva delle capre da latte, causando subfertilità o infertilità temporanea. Tale condizione è caratterizzata dalla presenza di un accumulo di liquido asettico e limpido all’interno dell’utero, che porta a gradi variabili di distensione addominale. Le cause non sono ancora completamente note ma sembrerebbe esserci alla base un corpo luteo persistente e quindi incompleti meccanismi di luteolisi. La prevalenza nelle zone a clima temperato non è precisamente conosciuta, ma varia tra il 3,0% e il 20,8%. La diagnosi è prettamente ecografica, con il rilevamento di un’immagine caratteristica, rappresentata da un utero suddiviso in sezioni da sottili setti ecogeni, le quali sezioni sono piene di gradi variabili di liquido anecogeno. I trattamenti maggiormente descritti si basano sull’utilizzo di prostaglandine. In questo studio è stata valutata l’incidenza della pseudogravidanza in sei allevamenti di capre da latte piemontesi. In aggiunta sono stati presi in considerazione due ipotetici fattori di rischio riportati in letteratura, consistenti nell’accoppiamento al di fuori della fisiologica stagione riproduttiva e la lattazione lunga, ed è stato valutato il loro impatto sull’insorgenza della patologia. In una azienda è stato valutato l’effetto terapeutico di due diversi trattamenti con prostaglandina di sintesi. I capi sono stati individuati come affetti da pseudogravidanza tramite diagnosi ecografica. Per tutti i capi è stata segnalata la condizione di trovarsi in stagione o “controstagione” e in lattazione standard o lunga. I capi affetti dalla patologia in un’azienda sono stati suddivisi in due gruppi: al primo è stata effettuata una singola somministrazione di PGF2α al momento della diagnosi, mentre al secondo, dopo la prima PGF2α, è stata effettuata una seconda somministrazione di PGF2α a distanza di 12 giorni. Per questi capi è stato poi valutato lo stato di gravidanza nella stagione di monta successiva. Sul territorio piemontese è stata rilevata un’incidenza di pseudogravidanza pari al 4,38%, valore che si posiziona verso il limite inferiore del range riportato in letteratura. Sono state rilevate un numero statisticamente maggiore di pseudogravidanze al di fuori della stagione di monta fisiologica (p<0,0001) e durante la lattazione lunga (p=0,0073), rispettivamente rispetto all’accoppiamento durante la stagione riproduttiva fisiologica e alla lattazione con durata standard. Entrambi sono quindi da considerare fattori di rischio per l’insorgenza della pseudogravidanza. Per quanto riguarda i trattamenti effettuati, non sono state rilevate differenze significative tra i due protocolli utilizzati (p>0,05) in termini di animali ingravidati nella stagione di monta successiva, portando a concludere che una singola somministrazione di PGF2α sia sufficiente per direnare completamente l’utero e ottenere buone performance riproduttive. In conclusione, si può affermare che ci sono ancora ampie possibilità di studio riguardo questa patologia, in quanto sono attualmente disponibili scarse informazioni relativamente alle cause di insorgenza, i dati sui fattori di rischio riportati sono tra loro contradditori e i trattamenti hanno bisogno di ulteriore implementazione.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
799199_tesireinero.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 829.72 kB
Formato Adobe PDF
829.72 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/130259