La presente tesi di ricerca ha come oggetto la disciplina del giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee e le relative ipotesi di deroghe poste alla sua operatività, introdotte progressivamente dal legislatore a partire dalla legislazione emergenziale degli anni ’80 al fine di contrastare il fenomeno del terrorismo politico; mira, inoltre, a porre in relazione tale disciplina rispetto ai principi fondamentali tipici dell’ordinamento penale, inquadrandola all’interno della più ampia tematica riguardante il conflitto tra il principio di legalità e di determinatezza da un lato e quello della discrezionalità giudiziale dall’altro, che connota e pervade l’intero sistema delle circostanze del reato. Il primo capitolo del lavoro è volto a fornire una generale introduzione sulle circostanze del reato e sulle problematiche ad esse inerenti. Il secondo capitolo è invece focalizzato sull’esame della disciplina del giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee, fornendo una panoramica sulle evoluzioni normative che si sono registrate sul punto nonché sulla ratio che fonda la previsione dell’istituto ex art. 69 del Codice penale. Il terzo capitolo è, invece, volto all’esame dell’intero catalogo dei limiti al giudizio di bilanciamento che sono stati progressivamente introdotti dal legislatore a partire dagli anni’80, fornendo una approfondita disamina delle varie circostanze privilegiate o blindate presenti nell’ordinamento ma anche delle relative problematiche che esse hanno generato, in particolar modo in relazione alla difficile ricerca di una loro ratio unitaria e alla loro strumentalizzazione da parte del legislatore, interessato ad inasprire il trattamento sanzionatorio previsto per determinate fattispecie considerate particolarmente offensive di rilevanti beni giuridici; inoltre, a conclusione del capitolo viene posta in luce la specifica questione della tensione e della difficile ricerca di un equilibrio tra il principio di legalità-determinatezza da un lato e di discrezionalità dall’altro che si è posta proprio in relazione al giudizio di comparazione – che di per sé aumenta la discrezionalità giudiziale nella commisurazione della pena – e i relativi limiti – che, invece, riducono gli spazi discrezionali riservati al potere giudiziale in virtù di un rafforzamento della legalità e della certezza della pena comportando però un inasprimento financo eccessivo del trattamento sanzionatorio e dando un peso sproporzionato alle istanze securitarie provenienti dalla popolazione. Infine, il quarto e ultimo capitolo è dedicato in modo esclusivo all’esame della blindatura a base parziale della recidiva reiterata e del relativo percorso giurisprudenziale intrapreso dalla Consulta che ha dichiarato con varie sentenze parzialmente illegittima tale ipotesi di deroga al giudizio di bilanciamento laddove non consenta l’applicazione di circostanze attenuanti espressive di un minor disvalore oggettivo o soggettivo del fatto di reato in concreto realizzato; in tal caso si è posta nuovamente la questione del rispetto e della valorizzazione di alcuni fondamentali principi penali che sono rappresentati non dalla legalità-determinatezza bensì dal principio di uguaglianza-ragionevolezza, proporzionalità del trattamento sanzionatorio, offensività e colpevolezza. Al termine di tale lavoro viene dunque fornito un quadro più chiaro della disciplina del giudizio di bilanciamento e dei suoi limiti ponendola in relazione ai fondamentali principi penali.
Giudizio di bilanciamento delle circostanze e relativi limiti
VENUSO, SIMONA
2021/2022
Abstract
La presente tesi di ricerca ha come oggetto la disciplina del giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee e le relative ipotesi di deroghe poste alla sua operatività, introdotte progressivamente dal legislatore a partire dalla legislazione emergenziale degli anni ’80 al fine di contrastare il fenomeno del terrorismo politico; mira, inoltre, a porre in relazione tale disciplina rispetto ai principi fondamentali tipici dell’ordinamento penale, inquadrandola all’interno della più ampia tematica riguardante il conflitto tra il principio di legalità e di determinatezza da un lato e quello della discrezionalità giudiziale dall’altro, che connota e pervade l’intero sistema delle circostanze del reato. Il primo capitolo del lavoro è volto a fornire una generale introduzione sulle circostanze del reato e sulle problematiche ad esse inerenti. Il secondo capitolo è invece focalizzato sull’esame della disciplina del giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee, fornendo una panoramica sulle evoluzioni normative che si sono registrate sul punto nonché sulla ratio che fonda la previsione dell’istituto ex art. 69 del Codice penale. Il terzo capitolo è, invece, volto all’esame dell’intero catalogo dei limiti al giudizio di bilanciamento che sono stati progressivamente introdotti dal legislatore a partire dagli anni’80, fornendo una approfondita disamina delle varie circostanze privilegiate o blindate presenti nell’ordinamento ma anche delle relative problematiche che esse hanno generato, in particolar modo in relazione alla difficile ricerca di una loro ratio unitaria e alla loro strumentalizzazione da parte del legislatore, interessato ad inasprire il trattamento sanzionatorio previsto per determinate fattispecie considerate particolarmente offensive di rilevanti beni giuridici; inoltre, a conclusione del capitolo viene posta in luce la specifica questione della tensione e della difficile ricerca di un equilibrio tra il principio di legalità-determinatezza da un lato e di discrezionalità dall’altro che si è posta proprio in relazione al giudizio di comparazione – che di per sé aumenta la discrezionalità giudiziale nella commisurazione della pena – e i relativi limiti – che, invece, riducono gli spazi discrezionali riservati al potere giudiziale in virtù di un rafforzamento della legalità e della certezza della pena comportando però un inasprimento financo eccessivo del trattamento sanzionatorio e dando un peso sproporzionato alle istanze securitarie provenienti dalla popolazione. Infine, il quarto e ultimo capitolo è dedicato in modo esclusivo all’esame della blindatura a base parziale della recidiva reiterata e del relativo percorso giurisprudenziale intrapreso dalla Consulta che ha dichiarato con varie sentenze parzialmente illegittima tale ipotesi di deroga al giudizio di bilanciamento laddove non consenta l’applicazione di circostanze attenuanti espressive di un minor disvalore oggettivo o soggettivo del fatto di reato in concreto realizzato; in tal caso si è posta nuovamente la questione del rispetto e della valorizzazione di alcuni fondamentali principi penali che sono rappresentati non dalla legalità-determinatezza bensì dal principio di uguaglianza-ragionevolezza, proporzionalità del trattamento sanzionatorio, offensività e colpevolezza. Al termine di tale lavoro viene dunque fornito un quadro più chiaro della disciplina del giudizio di bilanciamento e dei suoi limiti ponendola in relazione ai fondamentali principi penali.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
844361_tesi_simonavenuso.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.01 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.01 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/130228