Questa tesi nasce dall'interesse di mostrare il ruolo del traduttore letterario attraverso il carteggio tra lo scrittore argentino Julio Cortázar e il suo traduttore verso l'inglese Gregory Rabassa. Grazie alla raccolta di missive spedite dall'autore al suo traduttore è stato possibile delineare il percorso traduttivo di alcune sue opere per mano di Rabassa, focalizzando l'attenzione su un romanzo in particolare che è stato uno dei più importanti nell'ambiente ispanoamericano e non solo: Rayuela. Il lavoro si apre con un'analisi in merito alle lettere di Cortázar e come queste possano mostrarci appieno la personalità dell'autore. Avremo la possibilità di conoscere cosa abbia significato per lui il gesto epistolare, la sua predilezione per l'uso della macchina da scrivere piuttosto che redarre le lettere di suo pugno, e i vincoli confidenziali che si sono venuti a creare proprio grazie al suo carteggio. Seguirà poi la presentazione del suo traduttore americano che, grazie alla sua autobiografia, ci aiuterà a capire cosa lo abbia portato a fare questo lavoro che lo ha consacrato come uno dei traduttori più importanti del mondo letterario. Sarà interessante vedere, attraverso i suoi occhi, il pensiero di Rabassa in merito alla traduzione e alcune delle strategie traduttive che ha utilizzato durante le collaborazioni con diversi autori ispanoamericani. Il secondo capitolo si concentrerà sulla ricerca svolta e gli strumenti utilizzati al fine di analizzare il carteggio tra autore e traduttore. Verrà messa in luce l'importanza di queste missive in quanto contengono argomenti molto interessanti per quel che riguarda la traduzione: Cortázar, oltre a essere stato uno scrittore, ha lavorato a sua volta come traduttore per diverse organizzazioni, fra cui l'Unesco. Infatti potremo notare un certo interesse e allo stesso tempo una sensibilità particolare da parte sua nei confronti dei traduttori con i quali ha collaborato al fine di risolvere problematiche legate alla traduzione. Prima di arrivare ad analizzare le lettere fra Cortázar e Rabassa avremo l'occasione di vedere come sia stato possibile l'incontro fra i due, grazie ad altri carteggi che l'autore ha avuto con Paul e Sara Blackburn, in modo da ricostruire in maniera esaustiva l'inizio di un rapporto confidenziale molto forte che si è poi consolidato nel tempo. In seguito l'accento verrà posto essenzialmente sui diversi problemi che l'autore e il suo traduttore americano hanno dovuto affrontare durante la traduzione di Rayuela (Hopscotch), anche se non mancheranno delle digressioni su altre opere di Cortázar con altri traduttori, come ad esempio Elaine Kerrigan, la traduttrice di Los Premios (The winners). Il terzo capitolo conterrà cinque lettere di Cortázar tradotte: la scelta di queste non è stata casuale, ma ci è stata dettata dalle numerose informazioni presenti legate alle varie problematiche traduttive fra l'autore e Rabassa. In questo modo per il lettore sarà possibile contestualizzare in maniera più completa le varie discussioni sollevate fra i due e analizzate nel precedente capitolo. Infine, nell'appendice sarà presente, oltre alla tabella sulle problematiche traduttive analizzate nel secondo capitolo e ad alcune immagini degli scritti originali di Cortázar, un documento interessante: un'intervista tenuta nel 1978 per il giornale Translation Review, nel quale sarà possibile approfondire alcuni aspetti del pensiero di Rabassa in merito alla traduzione.

Lettere al traduttore: Julio Cortázar scrive a Gregory Rabassa

TONETTI, EMANUELE
2008/2009

Abstract

Questa tesi nasce dall'interesse di mostrare il ruolo del traduttore letterario attraverso il carteggio tra lo scrittore argentino Julio Cortázar e il suo traduttore verso l'inglese Gregory Rabassa. Grazie alla raccolta di missive spedite dall'autore al suo traduttore è stato possibile delineare il percorso traduttivo di alcune sue opere per mano di Rabassa, focalizzando l'attenzione su un romanzo in particolare che è stato uno dei più importanti nell'ambiente ispanoamericano e non solo: Rayuela. Il lavoro si apre con un'analisi in merito alle lettere di Cortázar e come queste possano mostrarci appieno la personalità dell'autore. Avremo la possibilità di conoscere cosa abbia significato per lui il gesto epistolare, la sua predilezione per l'uso della macchina da scrivere piuttosto che redarre le lettere di suo pugno, e i vincoli confidenziali che si sono venuti a creare proprio grazie al suo carteggio. Seguirà poi la presentazione del suo traduttore americano che, grazie alla sua autobiografia, ci aiuterà a capire cosa lo abbia portato a fare questo lavoro che lo ha consacrato come uno dei traduttori più importanti del mondo letterario. Sarà interessante vedere, attraverso i suoi occhi, il pensiero di Rabassa in merito alla traduzione e alcune delle strategie traduttive che ha utilizzato durante le collaborazioni con diversi autori ispanoamericani. Il secondo capitolo si concentrerà sulla ricerca svolta e gli strumenti utilizzati al fine di analizzare il carteggio tra autore e traduttore. Verrà messa in luce l'importanza di queste missive in quanto contengono argomenti molto interessanti per quel che riguarda la traduzione: Cortázar, oltre a essere stato uno scrittore, ha lavorato a sua volta come traduttore per diverse organizzazioni, fra cui l'Unesco. Infatti potremo notare un certo interesse e allo stesso tempo una sensibilità particolare da parte sua nei confronti dei traduttori con i quali ha collaborato al fine di risolvere problematiche legate alla traduzione. Prima di arrivare ad analizzare le lettere fra Cortázar e Rabassa avremo l'occasione di vedere come sia stato possibile l'incontro fra i due, grazie ad altri carteggi che l'autore ha avuto con Paul e Sara Blackburn, in modo da ricostruire in maniera esaustiva l'inizio di un rapporto confidenziale molto forte che si è poi consolidato nel tempo. In seguito l'accento verrà posto essenzialmente sui diversi problemi che l'autore e il suo traduttore americano hanno dovuto affrontare durante la traduzione di Rayuela (Hopscotch), anche se non mancheranno delle digressioni su altre opere di Cortázar con altri traduttori, come ad esempio Elaine Kerrigan, la traduttrice di Los Premios (The winners). Il terzo capitolo conterrà cinque lettere di Cortázar tradotte: la scelta di queste non è stata casuale, ma ci è stata dettata dalle numerose informazioni presenti legate alle varie problematiche traduttive fra l'autore e Rabassa. In questo modo per il lettore sarà possibile contestualizzare in maniera più completa le varie discussioni sollevate fra i due e analizzate nel precedente capitolo. Infine, nell'appendice sarà presente, oltre alla tabella sulle problematiche traduttive analizzate nel secondo capitolo e ad alcune immagini degli scritti originali di Cortázar, un documento interessante: un'intervista tenuta nel 1978 per il giornale Translation Review, nel quale sarà possibile approfondire alcuni aspetti del pensiero di Rabassa in merito alla traduzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/130198