The present work is included in a wider experimental activity coordinated by CRA. The latter aims at evaluating poplar cultivation systems with low impact in flood plains and economically sustainable in areas not traditionally suitable for this use. In this context, two different plantations built in 2000 and located in Piedmont were considered. They represented an environment of flood plain (Bozzole, AL) and one of bottom valley (Rosignano Monferrato, AL). The main difference is constituted by the soil type, its physical characteristics and the ground water depth. The same 6 clones were planted in both stations; in 2011, 3 trees for each clone were fallen and subjected to tests on solid wood and industrial transformation. Two logs were cut from each trunk. Two sections of 5 cm were respectively cut from the base and the header of each log. Their diameters and false heartwood percentage were measured, then 4 prismatic specimens were obtained and measured according to UNI EN 13183-1. In particular, mass and tangential and radial dimensions of green wood were measured; then, after bringing the samples to the oven-dry state, the measurements were repeated in order to calculate the volume, the initial moisture content, the total withdrawal in different anatomical directions and the basic density. As for the industrial transformation, logs were subjected to rotary cutting in two industries. After drying, sheets quality was evaluated according to UNI EN 635-2. Then 5 layers plywood panels were produced. Panels were subjected to mechanical tests for determining their bending strength and modulus of elasticity in accordance with UNI EN 310. On the whole the experimental investigations allowed to draw a comparison of clones behavior in the different stations. The first emerging element is the superiority of the flood plain station regarding the growth rate in the first 6 years. In subsequent years, however, the reverse trend occurred, so that after 11 years the average basal area was higher for the bottom valley plantation. Material resulting from the valley bottom is also characterized by a false heartwood less extended and more regular, and by a sapwood lighter than the flood plain station. The valley bottom station provided better results even for the withdrawal of the tangential basal portion. As for the sheets qualitative classification (even if performed by different operators), the results showed the presence of a greater percentage of first class sheets for valley bottom logs. As a first indication, laboratory tests were also carried out on plywood panels. In this case, however, results did not show an direct station influence. Even if the small sample dimension do not allow to draw definitive indications, the results show that in valley bottom stations is possible to cultivate poplar adopting methods similar to those used in flood plains and to obtain wood with interesting quality characteristics.

Il lavoro svolto si sviluppa nell'ambito di una più ampia attività di sperimentazione coordinata dal CRA che ha come obiettivo la valutazione di modelli di coltivazione del pioppo meno impattanti in ambito golenale ed economicamente sostenibili in aree non tradizionali. Sono stati presi in considerazione due impianti realizzati nel 2000 in distinte località piemontesi: uno di golena (Bozzole, AL) ed uno di fondovalle collinare (Rosignano Monferrato, AL). La differenza sostanziale è costituita dal tipo di suolo, dalle sue caratteristiche fisiche e dalla profondità della falda. In entrambe le stazioni erano stati piantati gli stessi 6 cloni; in ognuna sono state abbattute, nel 2011, tre piante per ogni clone, su cui sono state effettuate sia prove di laboratorio sul legno massiccio che di trasformazione industriale. Da ciascun tronco sono stati ricavati due toppi. Alla base ed in testata al toppo di maggiore lunghezza sono state ricavate due rotelle di spessore pari a circa 5 cm. Su ciascuna di esse sono stati misurati i diametri totali e della porzione di falso durame; successivamente sono stati ricavati 4 provini a forma di prisma retto su cui si è proceduto alle misurazioni previste secondo la norma UNI EN 13183-1. Sul legno fresco sono state misurate la massa e le dimensioni in direzione tangenziale e radiale; dopo aver portato i provini allo stato anidro, sono state ripetute le misurazioni, per calcolare il volume, l'umidità iniziale del legno, i ritiri totali nelle diverse direzioni anatomiche, il coefficiente di nervosità e la densità basale. I due toppi sono stati poi sottoposti a sfogliatura presso due industrie del settore: i toppi da 2,60 m sono stati destinati alla produzione di fogli longitudinali, mentre i toppi da 1,30 m alla produzione di fogli trasversali. I fogli ottenuti sono stati classificati in base alla norma UNI EN 635-2. Sono stati poi realizzati pannelli di compensato a 5 strati. I pannelli sono stati sottoposti a prove per la determinazione della resistenza a flessione e del modulo di elasticità conformemente alla norma UNI EN 310. Il primo elemento che emerge è la superiorità della stazione golenale per la velocità di accrescimento delle piante nei primi 6 anni di età; negli anni successivi si è tuttavia verificata un'inversione di tendenza, tanto che al momento del taglio si ottiene un'area basimetrica media superiore nel caso dell'impianto di fondovalle. Il materiale derivante dal fondovalle risulta caratterizzato da un falso durame meno esteso e più regolare, con una porzione di alburno nettamente più chiara rispetto alla stazione golenale. Anche per il ritiro tangenziale della porzione basale il fondovalle ha fornito risultati decisamente migliori. Per quanto riguarda la classificazione qualitativa dello sfogliato, i risultati hanno mostrato la presenza di una maggiore percentuale di fogli attribuibili alla prima classe nel caso del fondovalle. A titolo orientativo, sono state effettuate anche verifiche sperimentali di laboratorio condotte su provini ottenuti dai pannelli di compensato; da cui però non è emersa un'influenza stazionale univoca sui diversi cloni o impianti. L'esigua dimensione del campione non consente di trarre indicazioni definitive, i risultati mostrano che in situazioni di fondovalle collinare appare non solo possibile coltivare il pioppo in modo pressoché analogo a quanto avviene correntemente nelle aree golenali ma si riesce a ottenere materiale legnoso di buona qualità.

Caratteristiche e idoneità all'impiego industriale del legno di pioppo: confronto tra impianto di golena e fondovalle su diversi cloni

ROATTINO, GLORIA
2011/2012

Abstract

Il lavoro svolto si sviluppa nell'ambito di una più ampia attività di sperimentazione coordinata dal CRA che ha come obiettivo la valutazione di modelli di coltivazione del pioppo meno impattanti in ambito golenale ed economicamente sostenibili in aree non tradizionali. Sono stati presi in considerazione due impianti realizzati nel 2000 in distinte località piemontesi: uno di golena (Bozzole, AL) ed uno di fondovalle collinare (Rosignano Monferrato, AL). La differenza sostanziale è costituita dal tipo di suolo, dalle sue caratteristiche fisiche e dalla profondità della falda. In entrambe le stazioni erano stati piantati gli stessi 6 cloni; in ognuna sono state abbattute, nel 2011, tre piante per ogni clone, su cui sono state effettuate sia prove di laboratorio sul legno massiccio che di trasformazione industriale. Da ciascun tronco sono stati ricavati due toppi. Alla base ed in testata al toppo di maggiore lunghezza sono state ricavate due rotelle di spessore pari a circa 5 cm. Su ciascuna di esse sono stati misurati i diametri totali e della porzione di falso durame; successivamente sono stati ricavati 4 provini a forma di prisma retto su cui si è proceduto alle misurazioni previste secondo la norma UNI EN 13183-1. Sul legno fresco sono state misurate la massa e le dimensioni in direzione tangenziale e radiale; dopo aver portato i provini allo stato anidro, sono state ripetute le misurazioni, per calcolare il volume, l'umidità iniziale del legno, i ritiri totali nelle diverse direzioni anatomiche, il coefficiente di nervosità e la densità basale. I due toppi sono stati poi sottoposti a sfogliatura presso due industrie del settore: i toppi da 2,60 m sono stati destinati alla produzione di fogli longitudinali, mentre i toppi da 1,30 m alla produzione di fogli trasversali. I fogli ottenuti sono stati classificati in base alla norma UNI EN 635-2. Sono stati poi realizzati pannelli di compensato a 5 strati. I pannelli sono stati sottoposti a prove per la determinazione della resistenza a flessione e del modulo di elasticità conformemente alla norma UNI EN 310. Il primo elemento che emerge è la superiorità della stazione golenale per la velocità di accrescimento delle piante nei primi 6 anni di età; negli anni successivi si è tuttavia verificata un'inversione di tendenza, tanto che al momento del taglio si ottiene un'area basimetrica media superiore nel caso dell'impianto di fondovalle. Il materiale derivante dal fondovalle risulta caratterizzato da un falso durame meno esteso e più regolare, con una porzione di alburno nettamente più chiara rispetto alla stazione golenale. Anche per il ritiro tangenziale della porzione basale il fondovalle ha fornito risultati decisamente migliori. Per quanto riguarda la classificazione qualitativa dello sfogliato, i risultati hanno mostrato la presenza di una maggiore percentuale di fogli attribuibili alla prima classe nel caso del fondovalle. A titolo orientativo, sono state effettuate anche verifiche sperimentali di laboratorio condotte su provini ottenuti dai pannelli di compensato; da cui però non è emersa un'influenza stazionale univoca sui diversi cloni o impianti. L'esigua dimensione del campione non consente di trarre indicazioni definitive, i risultati mostrano che in situazioni di fondovalle collinare appare non solo possibile coltivare il pioppo in modo pressoché analogo a quanto avviene correntemente nelle aree golenali ma si riesce a ottenere materiale legnoso di buona qualità.
ITA
The present work is included in a wider experimental activity coordinated by CRA. The latter aims at evaluating poplar cultivation systems with low impact in flood plains and economically sustainable in areas not traditionally suitable for this use. In this context, two different plantations built in 2000 and located in Piedmont were considered. They represented an environment of flood plain (Bozzole, AL) and one of bottom valley (Rosignano Monferrato, AL). The main difference is constituted by the soil type, its physical characteristics and the ground water depth. The same 6 clones were planted in both stations; in 2011, 3 trees for each clone were fallen and subjected to tests on solid wood and industrial transformation. Two logs were cut from each trunk. Two sections of 5 cm were respectively cut from the base and the header of each log. Their diameters and false heartwood percentage were measured, then 4 prismatic specimens were obtained and measured according to UNI EN 13183-1. In particular, mass and tangential and radial dimensions of green wood were measured; then, after bringing the samples to the oven-dry state, the measurements were repeated in order to calculate the volume, the initial moisture content, the total withdrawal in different anatomical directions and the basic density. As for the industrial transformation, logs were subjected to rotary cutting in two industries. After drying, sheets quality was evaluated according to UNI EN 635-2. Then 5 layers plywood panels were produced. Panels were subjected to mechanical tests for determining their bending strength and modulus of elasticity in accordance with UNI EN 310. On the whole the experimental investigations allowed to draw a comparison of clones behavior in the different stations. The first emerging element is the superiority of the flood plain station regarding the growth rate in the first 6 years. In subsequent years, however, the reverse trend occurred, so that after 11 years the average basal area was higher for the bottom valley plantation. Material resulting from the valley bottom is also characterized by a false heartwood less extended and more regular, and by a sapwood lighter than the flood plain station. The valley bottom station provided better results even for the withdrawal of the tangential basal portion. As for the sheets qualitative classification (even if performed by different operators), the results showed the presence of a greater percentage of first class sheets for valley bottom logs. As a first indication, laboratory tests were also carried out on plywood panels. In this case, however, results did not show an direct station influence. Even if the small sample dimension do not allow to draw definitive indications, the results show that in valley bottom stations is possible to cultivate poplar adopting methods similar to those used in flood plains and to obtain wood with interesting quality characteristics.
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