INTRODUZIONE: La scelta di intraprendere manovre rianimatorie in determinate circostanze è una delle condizioni più difficili d'affrontare, soprattutto in ambito extraospedaliero. OBIETTIVI: Descrivere le differenze di opinioni nell'equipe sanitaria 118 sulla scelta di attuare o meno le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP), descrivendone frequenza e principali motivi di disaccordo. METODI: E' stato inviato tramite mail, dicembre 2015 e gennaio 2016,un questionario con domande aperte e chiuse per analizzare i motivi di divergenza di opinione sull'esecuzione o meno della RCP, ai 178 infermieri del Servizio Emergenza - Urgenza (S.U.E.) del 118 di Torino; il questionario è stato anche consegnato in occasione di una riunione di reparto. Si chiedeva anche di descrivere l'ultimo caso in cui c'è stata una divergenza. RISULTATI: Hanno risposto al questionario 112 infermieri (63%). In 55 (53%) dichiarano di aver avuto almeno una divergenza; per 19 (35%) la divergenza si è verificata negli ultimi 6 mesi (complessivamente 1 divergenza ogni 52 ACC assistiti). La figura con cui si è verificata la divergenza è stata prevalentemente quella del medico 118 (45; 82%). In 42 casi (76%) l'infermiere non avrebbe iniziato la RCP (ma il medico l'ha invece eseguita) mentre in 13 (24%) casi l'avrebbe iniziata o continuata (e il medico ha fatto l'opposto). Le motivazioni si possono ricercare in questioni di carattere etico - deontologico, per le condizioni generali e per l'età della persona assistita. CONCLUSIONI: Anche se i casi di divergenza non sono molti rispetto al numero degli ACC, sono essenziali momenti di confronto tra il personale sanitario per definire linee di comportamento che tengano conto dei benefici reali per la persona assistita e i suoi familiari.
DIVERGENZE TRA MEDICI E INFERMIERI DI EMERGENZA TERRITORIALE SULLA SCELTA SE ATTUARE LA RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE: UN'INCHIESTA
MANCINO, VINCENZO GIUSEPPE
2014/2015
Abstract
INTRODUZIONE: La scelta di intraprendere manovre rianimatorie in determinate circostanze è una delle condizioni più difficili d'affrontare, soprattutto in ambito extraospedaliero. OBIETTIVI: Descrivere le differenze di opinioni nell'equipe sanitaria 118 sulla scelta di attuare o meno le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP), descrivendone frequenza e principali motivi di disaccordo. METODI: E' stato inviato tramite mail, dicembre 2015 e gennaio 2016,un questionario con domande aperte e chiuse per analizzare i motivi di divergenza di opinione sull'esecuzione o meno della RCP, ai 178 infermieri del Servizio Emergenza - Urgenza (S.U.E.) del 118 di Torino; il questionario è stato anche consegnato in occasione di una riunione di reparto. Si chiedeva anche di descrivere l'ultimo caso in cui c'è stata una divergenza. RISULTATI: Hanno risposto al questionario 112 infermieri (63%). In 55 (53%) dichiarano di aver avuto almeno una divergenza; per 19 (35%) la divergenza si è verificata negli ultimi 6 mesi (complessivamente 1 divergenza ogni 52 ACC assistiti). La figura con cui si è verificata la divergenza è stata prevalentemente quella del medico 118 (45; 82%). In 42 casi (76%) l'infermiere non avrebbe iniziato la RCP (ma il medico l'ha invece eseguita) mentre in 13 (24%) casi l'avrebbe iniziata o continuata (e il medico ha fatto l'opposto). Le motivazioni si possono ricercare in questioni di carattere etico - deontologico, per le condizioni generali e per l'età della persona assistita. CONCLUSIONI: Anche se i casi di divergenza non sono molti rispetto al numero degli ACC, sono essenziali momenti di confronto tra il personale sanitario per definire linee di comportamento che tengano conto dei benefici reali per la persona assistita e i suoi familiari.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/130165