L'inserimento lavorativo dei disabili psichici rappresenta, nel quadro della più generale problematica occupazionale del nostro paese, un aspetto di particolare complessità ed interesse. Il lavoro rappresenta da sempre nella psichiatria e per l'organizzazione dei suoi servizi, un nodo così importante forse da diventare metafora anche del percorso della psichiatria stessa verso una sua effettiva, integrazione nei contesti sociali di riferimento. L'obiettivo di questo elaborato è quello di presentare, attraverso un'indagine nell'area torinese sul ruolo delle cooperative sociali di tipo B, la funzione socio-riabilitativa del lavoro per i pazienti psichiatrici. Parallelamente all'operato delle cooperative sociali si collocano funzioni e ruoli assegnati ai dipartimenti di salute mentale che hanno il compito di tutela della salute mentale in tutte le aree di vita del soggetto: l'area dell'abitare, delle relazioni familiari e sociali, della gestione economica e del lavorare. Il coordinamento dei servizi di salute mentale con le reti primarie del paziente, con i soggetti esterni, con altre istituzioni, con il settore della cooperazione e dell'associazionismo, diventa fondamentale per coordinare progetti adeguati di vita autonoma del soggetto con patologia psichiatrica. Il lavoro in questo senso assume un ruolo fondamentale per la conquista della stima di sé, e per l'acquisizione di un ruolo nella società. Il presente lavoro si articola in parti successive, inizialmente si descrive il processo di riforma dell'assistenza psichiatrica che ha determinato il passaggio da una psichiatria basilare fondata sull'esclusione e l'internamento ad una pratica di lavoro di salute mentale nella comunità fondata sull'inclusione e la restituzione e costruzione di diritti per le persone affette da disturbo mentale (Legge 180/78). Successivamente si analizza il ruolo della cooperazione sociale, le sue origini ed evoluzioni, lo sviluppo storico-legislativo che nasce con la legge 381/91, la disciplina delle cooperative sociali; una nuova forma di intervento e di tipologia organizzativa senza scopo di lucro, confluita nell'area cosiddetta del ¿terzo settore. Parallelamente questa tesi presenta una serie di strumenti legislativi per favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati: dalla legge 482/ legge 68/99. Si analizzano i dati rilevati da due indagini, una indirizzata alle cooperative sociali del territorio torinese e l'altra ai Dipartimenti di salute mentale dell'ASL To2 per valutare il lavoro che viene svolto tra istituzioni e soggetti altri per favorire l'inserimento lavorativo dei pazienti psichiatrici. Si riportano i nodi riscontrati rispetto ad una contrazione di risorse umane e finanziarie predisposte alla realizzazione di tali progetti, risorse lavorative come sedi di collocazione del soggetto sia nel settore della cooperazione sia nel settore del mercato profit; la necessità di coordinare attori diversi creando nuove prassi operativi e modalità di lavoro condivise. Solo un efficace lavoro di rete può favorire il riconoscimento della tematica del lavoro quale prioritaria nella vita di un soggetto con disabilità psichica, area che si integra inevitabilmente con le altre aree di vita quotidiana.
INSERIMENTO LAVORATIVO PER I PAZIENTI PSICHIATRICI: UN'OPPORTUNITA' SOCIO-RIABILITATIVA. LA COOPERAZIONE SOCIALE: UN'INDAGINE NELL'AREA TORINESE.
ALLEGRA, MARIAENZA
2010/2011
Abstract
L'inserimento lavorativo dei disabili psichici rappresenta, nel quadro della più generale problematica occupazionale del nostro paese, un aspetto di particolare complessità ed interesse. Il lavoro rappresenta da sempre nella psichiatria e per l'organizzazione dei suoi servizi, un nodo così importante forse da diventare metafora anche del percorso della psichiatria stessa verso una sua effettiva, integrazione nei contesti sociali di riferimento. L'obiettivo di questo elaborato è quello di presentare, attraverso un'indagine nell'area torinese sul ruolo delle cooperative sociali di tipo B, la funzione socio-riabilitativa del lavoro per i pazienti psichiatrici. Parallelamente all'operato delle cooperative sociali si collocano funzioni e ruoli assegnati ai dipartimenti di salute mentale che hanno il compito di tutela della salute mentale in tutte le aree di vita del soggetto: l'area dell'abitare, delle relazioni familiari e sociali, della gestione economica e del lavorare. Il coordinamento dei servizi di salute mentale con le reti primarie del paziente, con i soggetti esterni, con altre istituzioni, con il settore della cooperazione e dell'associazionismo, diventa fondamentale per coordinare progetti adeguati di vita autonoma del soggetto con patologia psichiatrica. Il lavoro in questo senso assume un ruolo fondamentale per la conquista della stima di sé, e per l'acquisizione di un ruolo nella società. Il presente lavoro si articola in parti successive, inizialmente si descrive il processo di riforma dell'assistenza psichiatrica che ha determinato il passaggio da una psichiatria basilare fondata sull'esclusione e l'internamento ad una pratica di lavoro di salute mentale nella comunità fondata sull'inclusione e la restituzione e costruzione di diritti per le persone affette da disturbo mentale (Legge 180/78). Successivamente si analizza il ruolo della cooperazione sociale, le sue origini ed evoluzioni, lo sviluppo storico-legislativo che nasce con la legge 381/91, la disciplina delle cooperative sociali; una nuova forma di intervento e di tipologia organizzativa senza scopo di lucro, confluita nell'area cosiddetta del ¿terzo settore. Parallelamente questa tesi presenta una serie di strumenti legislativi per favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati: dalla legge 482/ legge 68/99. Si analizzano i dati rilevati da due indagini, una indirizzata alle cooperative sociali del territorio torinese e l'altra ai Dipartimenti di salute mentale dell'ASL To2 per valutare il lavoro che viene svolto tra istituzioni e soggetti altri per favorire l'inserimento lavorativo dei pazienti psichiatrici. Si riportano i nodi riscontrati rispetto ad una contrazione di risorse umane e finanziarie predisposte alla realizzazione di tali progetti, risorse lavorative come sedi di collocazione del soggetto sia nel settore della cooperazione sia nel settore del mercato profit; la necessità di coordinare attori diversi creando nuove prassi operativi e modalità di lavoro condivise. Solo un efficace lavoro di rete può favorire il riconoscimento della tematica del lavoro quale prioritaria nella vita di un soggetto con disabilità psichica, area che si integra inevitabilmente con le altre aree di vita quotidiana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/130142