La parola chiave che accompagna le pagine di questa tesi di ricerca è integrazione. Integrazione ricercata a Torino tra i luoghi frequentati da un particolare campione di adolescenti stranieri e integrazione tra le due lenti con cui si guarda alle storie da loro raccontate: la lente sociale della mia professione di assistente sociale e la lente geografica della mia più recente formazione. Siamo, appunto, nel campo di studio della geografia sociale. È a questa disciplina che fanno riferimento gli apporti teorici presenti nei primi capitoli, in cui, con un ampio sguardo, viene introdotto il tema del paesaggio terapeutico, ossia dell'effetto curativo, stabilizzante, reintegrante e preventivo che il paesaggio esercita sulla salute fisica e psichica delle persone che lo ¿abitano¿. È, infatti a questo tema che va l'interesse di chi scrive, volto a comprendere se esistano e quali siano i paesaggi terapeutici per i protagonisti della ricerca sotto il profilo dell'integrazione sociale.Dalla teoria si giunge alle esperienze d'immigrazione dei soggetti protagonisti della ricerca, i minori stranieri non accompagnati (minorenni privi della presenza dei genitori nel contesto d'immigrazione e ospitati da parenti) residenti a Torino. Il terzo capitolo permette di comprendere chi sono questi ragazzi, la cornice legislativa in cui s'inseriscono e in cui s'inserisce il mio lavoro di assistente sociale presso il Servizio Sociale della Circoscrizione 10 di Torino, presso il quale sono referente del progetto che li riguarda. È la qualità della loro integrazione in città che intendo approfondire. I loro paesaggi terapeutici d'integrazione. Per farlo, utilizzo un metodo di ricerca visuale (produzione soggettiva di immagini e mappe mentali) che descrivo nel quarto capitolo.Dopo questo percorso teorico, di descrizione del contesto di studio e metodologico, è possibile, con il quinto capitolo, entrare nella fase empirica del lavoro. In questo capitolo s'incontrano storie d'immigrazione di adolescenti, fotografie di luoghi d'integrazione e di luoghi vissuti con malessere dai ragazzi con cui ho parlato, mappe da loro disegnate che raffigurano case, scuole, centri commerciali, campi di calcio della città che ¿temporaneamente¿ li ospita. La ricerca-azione è movimento, ha in seno l'obiettivo di indurre al cambiamento la realtà che s'indaga e contamina. L'ambizione della ricerca che vi apprestate a leggere è, quindi, di poter essere giunti a conclusioni utili non solo alla sfera intellettuale ma anche all'operatività delle professioni che si trovano, ¿sul campo¿, a contatto con progetti che riguardano i minori stranieri e l'immigrazione. Queste riflessioni conclusive sono oggetto del sesto capitolo
Migrazione e integrazione sociale: paesaggi terapeutici torinesi per minori stranieri non accompagnati
GEDDA, LAURA
2010/2011
Abstract
La parola chiave che accompagna le pagine di questa tesi di ricerca è integrazione. Integrazione ricercata a Torino tra i luoghi frequentati da un particolare campione di adolescenti stranieri e integrazione tra le due lenti con cui si guarda alle storie da loro raccontate: la lente sociale della mia professione di assistente sociale e la lente geografica della mia più recente formazione. Siamo, appunto, nel campo di studio della geografia sociale. È a questa disciplina che fanno riferimento gli apporti teorici presenti nei primi capitoli, in cui, con un ampio sguardo, viene introdotto il tema del paesaggio terapeutico, ossia dell'effetto curativo, stabilizzante, reintegrante e preventivo che il paesaggio esercita sulla salute fisica e psichica delle persone che lo ¿abitano¿. È, infatti a questo tema che va l'interesse di chi scrive, volto a comprendere se esistano e quali siano i paesaggi terapeutici per i protagonisti della ricerca sotto il profilo dell'integrazione sociale.Dalla teoria si giunge alle esperienze d'immigrazione dei soggetti protagonisti della ricerca, i minori stranieri non accompagnati (minorenni privi della presenza dei genitori nel contesto d'immigrazione e ospitati da parenti) residenti a Torino. Il terzo capitolo permette di comprendere chi sono questi ragazzi, la cornice legislativa in cui s'inseriscono e in cui s'inserisce il mio lavoro di assistente sociale presso il Servizio Sociale della Circoscrizione 10 di Torino, presso il quale sono referente del progetto che li riguarda. È la qualità della loro integrazione in città che intendo approfondire. I loro paesaggi terapeutici d'integrazione. Per farlo, utilizzo un metodo di ricerca visuale (produzione soggettiva di immagini e mappe mentali) che descrivo nel quarto capitolo.Dopo questo percorso teorico, di descrizione del contesto di studio e metodologico, è possibile, con il quinto capitolo, entrare nella fase empirica del lavoro. In questo capitolo s'incontrano storie d'immigrazione di adolescenti, fotografie di luoghi d'integrazione e di luoghi vissuti con malessere dai ragazzi con cui ho parlato, mappe da loro disegnate che raffigurano case, scuole, centri commerciali, campi di calcio della città che ¿temporaneamente¿ li ospita. La ricerca-azione è movimento, ha in seno l'obiettivo di indurre al cambiamento la realtà che s'indaga e contamina. L'ambizione della ricerca che vi apprestate a leggere è, quindi, di poter essere giunti a conclusioni utili non solo alla sfera intellettuale ma anche all'operatività delle professioni che si trovano, ¿sul campo¿, a contatto con progetti che riguardano i minori stranieri e l'immigrazione. Queste riflessioni conclusive sono oggetto del sesto capitoloFile | Dimensione | Formato | |
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