Background and purposes: Sepsis is defined as a life-threatening organ dysfunction, caused by an uncontrolled response of the host to the infection. Septic shock has been classified as a subset of sepsis, characterized by severe hypotension and impaired tissue perfusion, which persist despite adequate fluid therapy. The best fluid replacement strategy and the role of albumin in immunocompromised patients with sepsis is unclear. This study aims to evaluate whether the supplementation of albumin as a support to fluidic therapy may be useful in reducing morbidity and mortality in immunocompromised patients with severe sepsis and septic shock. Materials and methods: We performed a post-hoc analysis of the cohort of immunocompromised patients enrolled in the multicenter open label study ALBIOS (Albumin Italian Outcome Sepsis) in which patients with severe sepsis or septic shock were randomized into two groups: the first received 300ml of albumin 20% (target serum ≥ 30 g/L) and crystalloids, the second only crystalloids. The therapy began on the day of the randomization and carried on until day 28 or until discharge from the ICU. The immunocompromised cohort included patients with active tumors, haematological diseases, AIDS, or patients in an immunodeficient state, defined by the presence of immunosuppressive diseases or by the administration of chemotherapy, radiotherapy, or other therapies that compromised the immune response (including chronic steroid use at high doses). Results: Out of the 1818 patients enrolled in ALBIOS trial, 304 (16.4%) were immunocompromised. Of these, 139 (45.7%) were randomized to the albumin group, 165 (54.2%) to the crystalloid group. At 90 days, 69 (49.6%) patients in the treatment group and 89 (53.9%) in the control group died (HR 0.94; 95% CI 0.69-1.29). No differences were observed regarding mortality at 28 days, SOFA score, length of stay in the ICU and hospital, proportion of patients who developed acute kidney injury or who received renal replacement therapy, time to suspension of vasopressor or inotropic agents, resolution of primary infection and rate of secondary infections. Furthermore, albumin was not associated with a higher or lower 90-day mortality than crystalloids (HR 0.968; 95% CI 0.702-1.334). Conclusions: Albumin replacement during the ICU stay in addition to crystalloids, compared with crystalloids alone, did not affect clinical outcomes in a heterogeneous cohort of immunocompromised patients with sepsis. Further studies with appropriate sample size should evaluate the effect of albumin in cohorts of patients with specific underlying causes of immunosuppression and specific type of infection.

Introduzione e obiettivi: La sepsi viene definita come una disfunzione d'organo, pericolosa per la vita, causata da una risposta disregolata dell'ospite all'infezione. Lo shock settico è stato inquadrato come un sottoinsieme della sepsi caratterizzato da ipotensione grave e alterazione della perfusione tissutale, che persistono nonostante un'adeguata terapia fluidica. Poco si conosce circa gli effetti della supplementazione di albumina nei pazienti settici immunocompromessi. Questo studio ha l'obiettivo di valutare se l'integrazione di albumina come supporto al riempimento fluidico possa essere utile nel ridurre la morbilità e la mortalità nei pazienti immunocompromessi con sepsi grave e shock settico. Materiali e metodi: Abbiamo eseguito un'analisi secondaria della coorte di pazienti immunocompromessi arruolati nello studio multicentrico open label ALBIOS (Albumin Italian Outcome Sepsis), che ha randomizzato pazienti con sepsi grave o shock settico in due gruppi: il primo riceveva 300ml di albumina 20% (target sierico ≥ 30 g/L) e cristalloidi, il secondo solo cristalloidi. La terapia iniziava il giorno della randomizzazione e doveva proseguire fino al giorno 28 o fino alla dimissione dalla terapia intensiva. La coorte immunocompromessa comprendeva pazienti con neoplasie attive, malattie ematologiche, AIDS, o pazienti in stato di immunodeficienza, definito dalla presenza di malattie immunosoppressive o dalla somministrazione di chemioterapia, radioterapia o altre terapie che compromettessero la risposta immunitaria (inclusi steroidi ad uso cronico ad alte dosi). Risultati: Dei 1818 pazienti arruolati nell'ALBIOS trial, 304 (16.4%) erano immunocompromessi. Tra questi, 139 (45.7%) sono stati randomizzati nel gruppo albumina, 165 (54.2%) nel gruppo cristalloidi. A 90 giorni, 69 (49.6%) pazienti del gruppo trattamento e 89 (53.9%) del gruppo controllo sono andati incontro a morte (HR 0.94; CI 95% 0.69-1.29). Non sono state osservate differenze per quanto riguarda la mortalità a 28 giorni, il SOFA score, la durata della degenza in terapia intensiva e in ospedale, la percentuale di pazienti che hanno sviluppato un danno renale acuto o che hanno ricevuto terapia sostitutiva renale, la durata della ventilazione, il tempo della sospensione di agenti vasopressori o inotropi, la risoluzione dell'infezione primaria e il tasso di infezioni secondarie. Inoltre, l'albumina non è stata associata a una mortalità a 90 giorni maggiore o minore rispetto ai cristalloidi (HR 0.968; CI 95% 0.702-1.334). Conclusioni: La supplementazione di albumina durante il ricovero in terapia intensiva in aggiunta ai cristalloidi, rispetto ai soli cristalloidi, non ha migliorato i risultati clinici in una coorte eterogenea di pazienti immunocompromessi con sepsi. Sono necessari ulteriori studi con una dimensione del campione appropriata per valutare l'effetto dell'albumina in coorti di pazienti con specifiche cause sottostanti di immunosoppressione.

Efficacia della supplementazione di albumina in pazienti immunocompromessi con sepsi grave o shock settico

CURTO, ARIANNA
2019/2020

Abstract

Introduzione e obiettivi: La sepsi viene definita come una disfunzione d'organo, pericolosa per la vita, causata da una risposta disregolata dell'ospite all'infezione. Lo shock settico è stato inquadrato come un sottoinsieme della sepsi caratterizzato da ipotensione grave e alterazione della perfusione tissutale, che persistono nonostante un'adeguata terapia fluidica. Poco si conosce circa gli effetti della supplementazione di albumina nei pazienti settici immunocompromessi. Questo studio ha l'obiettivo di valutare se l'integrazione di albumina come supporto al riempimento fluidico possa essere utile nel ridurre la morbilità e la mortalità nei pazienti immunocompromessi con sepsi grave e shock settico. Materiali e metodi: Abbiamo eseguito un'analisi secondaria della coorte di pazienti immunocompromessi arruolati nello studio multicentrico open label ALBIOS (Albumin Italian Outcome Sepsis), che ha randomizzato pazienti con sepsi grave o shock settico in due gruppi: il primo riceveva 300ml di albumina 20% (target sierico ≥ 30 g/L) e cristalloidi, il secondo solo cristalloidi. La terapia iniziava il giorno della randomizzazione e doveva proseguire fino al giorno 28 o fino alla dimissione dalla terapia intensiva. La coorte immunocompromessa comprendeva pazienti con neoplasie attive, malattie ematologiche, AIDS, o pazienti in stato di immunodeficienza, definito dalla presenza di malattie immunosoppressive o dalla somministrazione di chemioterapia, radioterapia o altre terapie che compromettessero la risposta immunitaria (inclusi steroidi ad uso cronico ad alte dosi). Risultati: Dei 1818 pazienti arruolati nell'ALBIOS trial, 304 (16.4%) erano immunocompromessi. Tra questi, 139 (45.7%) sono stati randomizzati nel gruppo albumina, 165 (54.2%) nel gruppo cristalloidi. A 90 giorni, 69 (49.6%) pazienti del gruppo trattamento e 89 (53.9%) del gruppo controllo sono andati incontro a morte (HR 0.94; CI 95% 0.69-1.29). Non sono state osservate differenze per quanto riguarda la mortalità a 28 giorni, il SOFA score, la durata della degenza in terapia intensiva e in ospedale, la percentuale di pazienti che hanno sviluppato un danno renale acuto o che hanno ricevuto terapia sostitutiva renale, la durata della ventilazione, il tempo della sospensione di agenti vasopressori o inotropi, la risoluzione dell'infezione primaria e il tasso di infezioni secondarie. Inoltre, l'albumina non è stata associata a una mortalità a 90 giorni maggiore o minore rispetto ai cristalloidi (HR 0.968; CI 95% 0.702-1.334). Conclusioni: La supplementazione di albumina durante il ricovero in terapia intensiva in aggiunta ai cristalloidi, rispetto ai soli cristalloidi, non ha migliorato i risultati clinici in una coorte eterogenea di pazienti immunocompromessi con sepsi. Sono necessari ulteriori studi con una dimensione del campione appropriata per valutare l'effetto dell'albumina in coorti di pazienti con specifiche cause sottostanti di immunosoppressione.
ITA
Background and purposes: Sepsis is defined as a life-threatening organ dysfunction, caused by an uncontrolled response of the host to the infection. Septic shock has been classified as a subset of sepsis, characterized by severe hypotension and impaired tissue perfusion, which persist despite adequate fluid therapy. The best fluid replacement strategy and the role of albumin in immunocompromised patients with sepsis is unclear. This study aims to evaluate whether the supplementation of albumin as a support to fluidic therapy may be useful in reducing morbidity and mortality in immunocompromised patients with severe sepsis and septic shock. Materials and methods: We performed a post-hoc analysis of the cohort of immunocompromised patients enrolled in the multicenter open label study ALBIOS (Albumin Italian Outcome Sepsis) in which patients with severe sepsis or septic shock were randomized into two groups: the first received 300ml of albumin 20% (target serum ≥ 30 g/L) and crystalloids, the second only crystalloids. The therapy began on the day of the randomization and carried on until day 28 or until discharge from the ICU. The immunocompromised cohort included patients with active tumors, haematological diseases, AIDS, or patients in an immunodeficient state, defined by the presence of immunosuppressive diseases or by the administration of chemotherapy, radiotherapy, or other therapies that compromised the immune response (including chronic steroid use at high doses). Results: Out of the 1818 patients enrolled in ALBIOS trial, 304 (16.4%) were immunocompromised. Of these, 139 (45.7%) were randomized to the albumin group, 165 (54.2%) to the crystalloid group. At 90 days, 69 (49.6%) patients in the treatment group and 89 (53.9%) in the control group died (HR 0.94; 95% CI 0.69-1.29). No differences were observed regarding mortality at 28 days, SOFA score, length of stay in the ICU and hospital, proportion of patients who developed acute kidney injury or who received renal replacement therapy, time to suspension of vasopressor or inotropic agents, resolution of primary infection and rate of secondary infections. Furthermore, albumin was not associated with a higher or lower 90-day mortality than crystalloids (HR 0.968; 95% CI 0.702-1.334). Conclusions: Albumin replacement during the ICU stay in addition to crystalloids, compared with crystalloids alone, did not affect clinical outcomes in a heterogeneous cohort of immunocompromised patients with sepsis. Further studies with appropriate sample size should evaluate the effect of albumin in cohorts of patients with specific underlying causes of immunosuppression and specific type of infection.
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