La trattazione mira a percorrere l'evoluzione del riconoscimento al diritto all'obiezione di coscienza, partendo dal riconoscimento dell'obiezione del servizio militare. L'obiezione al servizio militare ha perso il ruolo di protagonista con l'abolizione della leva obbligatoria lasciando il posto a nuove forme di obiezione di coscienza, questa volta però in ambito bioetico. L'evolversi della scienza e della tecnologia hanno evidenziato l'incertezza del legislatore nell'affrontare e nel prendere posizione riguardo determinati temi di carattere etico. Negli ultimi anni si è molto discusso riguardo l’obiezione di coscienza opponibile dai sanitari nelle pratiche che riguardano il fine-vita; la bioetica, infatti si trova a fare i conti non solo con la fase iniziale della vita, ma anche con la morte. La questione viene affrontata in un primo momento mettendo in luce il riconoscimento del principio del consenso informato, dapprima sotto il punto di vista giurisprudenziale trattando i casi più noti, quali la vicenda giudiziaria di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e infine quella più recente che ha coinvolto Fabiano Antoniani, in Italia; e le vicende di Vacco v. Quill, Nancy Cruzan e Terry Schiavo, negli USA; questo in modo da evidenziare l’evoluzione della giurisprudenza di merito. In seconda battuta invece viene affrontato sotto un punto di vista legislativo, mettendo in risalto come i legislatori intervenendo nell’ambito della disciplina sul consenso informato, non abbiano invece preso posizione sulla regolamentazione dell’obiezione di coscienza. Ulteriore tematica che ha incontrato incertezza in merito al riconoscimento dell'obiezione di coscienza riguarda l’esistenza o meno del diritto all’obiezione di coscienza dei funzionari pubblici, per le questioni attinenti alla celebrazione e/o alla trascrizione delle unioni omoaffettive. In conclusione, obiettivo della trattazione risulta essere quello di dimostrare come nonostante il diritto all’obiezione di coscienza sia un diritto che trovi fondamento nella Costituzione, ma anche in fonti sovranazionali, sul piano pratico ed effettivo il legislatore abbia da sempre mostrato remore nel prendere posizione su tale questione; seguendo nel tempo una certa discontinuità: dalla mancata tutela degli obiettori al servizio militare in un primo momento, trovando invece una compiuta disciplina in seguito per quanto concerne le questioni riguardanti la sfera morale sulla fase iniziale della vita. Negli ultimi anni però il legislatore riguardo alle questioni eticamente sensibili ha mostrato un atteggiamento di sfavore nel riconoscimento di tale diritto.

Il diritto all'obiezione di coscienza alla prova delle nuove sfide etiche e tecnologiche

MINEO, MARTINA
2021/2022

Abstract

La trattazione mira a percorrere l'evoluzione del riconoscimento al diritto all'obiezione di coscienza, partendo dal riconoscimento dell'obiezione del servizio militare. L'obiezione al servizio militare ha perso il ruolo di protagonista con l'abolizione della leva obbligatoria lasciando il posto a nuove forme di obiezione di coscienza, questa volta però in ambito bioetico. L'evolversi della scienza e della tecnologia hanno evidenziato l'incertezza del legislatore nell'affrontare e nel prendere posizione riguardo determinati temi di carattere etico. Negli ultimi anni si è molto discusso riguardo l’obiezione di coscienza opponibile dai sanitari nelle pratiche che riguardano il fine-vita; la bioetica, infatti si trova a fare i conti non solo con la fase iniziale della vita, ma anche con la morte. La questione viene affrontata in un primo momento mettendo in luce il riconoscimento del principio del consenso informato, dapprima sotto il punto di vista giurisprudenziale trattando i casi più noti, quali la vicenda giudiziaria di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e infine quella più recente che ha coinvolto Fabiano Antoniani, in Italia; e le vicende di Vacco v. Quill, Nancy Cruzan e Terry Schiavo, negli USA; questo in modo da evidenziare l’evoluzione della giurisprudenza di merito. In seconda battuta invece viene affrontato sotto un punto di vista legislativo, mettendo in risalto come i legislatori intervenendo nell’ambito della disciplina sul consenso informato, non abbiano invece preso posizione sulla regolamentazione dell’obiezione di coscienza. Ulteriore tematica che ha incontrato incertezza in merito al riconoscimento dell'obiezione di coscienza riguarda l’esistenza o meno del diritto all’obiezione di coscienza dei funzionari pubblici, per le questioni attinenti alla celebrazione e/o alla trascrizione delle unioni omoaffettive. In conclusione, obiettivo della trattazione risulta essere quello di dimostrare come nonostante il diritto all’obiezione di coscienza sia un diritto che trovi fondamento nella Costituzione, ma anche in fonti sovranazionali, sul piano pratico ed effettivo il legislatore abbia da sempre mostrato remore nel prendere posizione su tale questione; seguendo nel tempo una certa discontinuità: dalla mancata tutela degli obiettori al servizio militare in un primo momento, trovando invece una compiuta disciplina in seguito per quanto concerne le questioni riguardanti la sfera morale sulla fase iniziale della vita. Negli ultimi anni però il legislatore riguardo alle questioni eticamente sensibili ha mostrato un atteggiamento di sfavore nel riconoscimento di tale diritto.
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