Migliaia di titoli tossici che, nonostante la loro AAA, vanno incontro al default o divengono speculative grade nell'arco di poco tempo; le commercial paper di Lehman Brothers, valutate ancora investment grade la mattina del fallimento della società. Sebbene le CRAs siano state già altre volte oggetto di critica, ad esempio per gli errori commessi nel 1997 sulle valutazioni asiatiche, la crisi 2008-2009 ha confermato che talvolta le agenzie di rating commettono dei gravi sbagli. Come si è visto, questi possono contribuire all'instabilità finanziaria sui mercati internazionali, e quindi portare a conseguenze anche catastrofiche. Gli errori commessi dalle agenzie hanno inevitabilmente riaperto le polemiche sul conflitto d'interesse legato all'issuer pay model. Dopotutto la crisi subprime ha evidenziato chiaramente un sistema in cui il rating era l'obiettivo da raggiungere, e non il payoff di un imparziale procedimento valutativo. Alla luce di queste evidenze, è comprensibile chiedersi se gli investitori ritengano ancora validi i rating o se, invece, abbiano modificato la loro opinione e ritengano i giudizi espressi dalle CRAs privi di un contenuto informativo incrementale. In pratica la domanda è: le agenzie di rating hanno subito evidenti danni reputazionali? Partendo da questa premessa, la mia ricerca va a indagare se i mercati finanziari presentino una fluttuazione significativa dei prezzi in concomitanza di una revisione del rating. In particolare, sono andato a studiare l'impatto che una variazione dell'issuer rating produce sul mercato azionario europeo nel periodo 2004-2014. L'analisi effettuata non indaga solo la possibilità che le CRAs abbiano subito dei danni d'immagine, ma testa anche i principali risultati dalla letteratura precedente. Adottando un event study ho genericamente riscontrato che le rating action sono dotate di un contenuto informativo incrementale, pertanto solitamente il mercato registra extra-rendimenti coerenti. Il fallimento di Lehman Brothers non sembra aver comportato danni reputazionali nel periodo post-recessivo.
Agenzie di rating e perdita di credibilità a seguito della crisi finanziaria del 2008: indagine empirica sui mercati azionari europei
PIAZZA, STEFANO
2014/2015
Abstract
Migliaia di titoli tossici che, nonostante la loro AAA, vanno incontro al default o divengono speculative grade nell'arco di poco tempo; le commercial paper di Lehman Brothers, valutate ancora investment grade la mattina del fallimento della società. Sebbene le CRAs siano state già altre volte oggetto di critica, ad esempio per gli errori commessi nel 1997 sulle valutazioni asiatiche, la crisi 2008-2009 ha confermato che talvolta le agenzie di rating commettono dei gravi sbagli. Come si è visto, questi possono contribuire all'instabilità finanziaria sui mercati internazionali, e quindi portare a conseguenze anche catastrofiche. Gli errori commessi dalle agenzie hanno inevitabilmente riaperto le polemiche sul conflitto d'interesse legato all'issuer pay model. Dopotutto la crisi subprime ha evidenziato chiaramente un sistema in cui il rating era l'obiettivo da raggiungere, e non il payoff di un imparziale procedimento valutativo. Alla luce di queste evidenze, è comprensibile chiedersi se gli investitori ritengano ancora validi i rating o se, invece, abbiano modificato la loro opinione e ritengano i giudizi espressi dalle CRAs privi di un contenuto informativo incrementale. In pratica la domanda è: le agenzie di rating hanno subito evidenti danni reputazionali? Partendo da questa premessa, la mia ricerca va a indagare se i mercati finanziari presentino una fluttuazione significativa dei prezzi in concomitanza di una revisione del rating. In particolare, sono andato a studiare l'impatto che una variazione dell'issuer rating produce sul mercato azionario europeo nel periodo 2004-2014. L'analisi effettuata non indaga solo la possibilità che le CRAs abbiano subito dei danni d'immagine, ma testa anche i principali risultati dalla letteratura precedente. Adottando un event study ho genericamente riscontrato che le rating action sono dotate di un contenuto informativo incrementale, pertanto solitamente il mercato registra extra-rendimenti coerenti. Il fallimento di Lehman Brothers non sembra aver comportato danni reputazionali nel periodo post-recessivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/12995