Background: Colorectal cancer (CRC) is the third most frequently diagnosed cancer in the world and the second leading cause of cancer death in both sexes. The best approach in the management of patients with metastatic CRC (particularly in those with limited metastatic disease, also known as oligometastatic disease) involves a multidisciplinary evaluation. Local ablative therapies are part of the therapeutic algorithm with the aim of limiting local tumor progression and subsequently improving disease-free survival and, lastly, overall survival. Liquid biopsy (LB), capable of assessing circulating tumor DNA (ctDNA), has great sensibility and can be performed on plasma samples, enabling longitudinal monitoring. Because of these advantages, LB is rapidly gaining interest from oncologists in the context of metastatic disease management. In current clinical practice, LB is involved in the management of non-small cell lung cancer; furthermore, several trials are nowadays investigating its use in CRC. To date, LB has not yet been studied as a predictive diagnostic tool for thermal ablation of liver metastases from oligometastatic CRC. The purpose of this study is to evaluate the potential role of liquid biopsy as a predictive factor of intrahepatic recurrence after thermal ablation of liver metastasis. Materials and Methods: In this prospective bi-center study (Università degli Studi di Torino, MD Anderson Cancer Center, Houston, USA) 37 patients with oligometastatic CRC with indication for hepatic thermal ablation were enrolled. Liquid biopsy plasma samples were taken firstly the day before ablation and then 40 days after (simultaneously to CT control). Thermal ablation was performed with either MWA or RFA system with ultrasound, CT, or mixed guidance depending on local expertise. Analysis of the plasma samples was performed with next-generation sequencing testing (LUNAR-1, Guardant Reveal). The statistical analysis was made using R studio software. Results: A total of 58 nodules (mean size of 1.8 cm, range 0.8-3.2 cm) underwent thermal ablation in 37 patients (mean age of 61.2 years, range 38-88 years). Complete ablation at first follow-up was achieved in 56/58 nodules (96.6%). In 5 patients (5/37, 13.5%) local tumor progression was observed in 5 lesions, while 15 patients (15/37, 40.5%) developed hepatic progression. Intrahepatic recurrence was observed in 13/23 (56,5%) patients in the ctDNA positive group, and in 2/14 (14,3%) patients with negative ctDNA (p<0.05). Moreover, mean time to intrahepatic recurrence (9.6 months for negative ctDNA vs. 7.3 months for positive ctDNA) demonstrates a significant difference (p<0.05) between patients with positive and negative ctDNA. Conclusion: Patients with presence of ctDNA before the ablation have a higher risk of hepatic progression. LB can be considered before liver CRC metastases image-guided ablation as an early biomarker of intrahepatic recurrence and a selection criterion for locoregional treatments in the oligometastatic setting.
Background: Il cancro del colon retto (CRC) è il terzo tumore per incidenza a livello mondiale e la seconda causa di morte per cancro in entrambi i sessi. Nell’ambito della gestione del paziente metastatico (e in particolare in caso di limitato carico di malattia, la cosiddetta malattia oligometastatica), un’attenta valutazione multidisciplinare è considerata l’approccio di scelta. In questo setting, le terapie ablative locali sono parte integrante e riconosciuta dell'algoritmo terapeutico, con l'obiettivo di limitare la progressione locale del tumore e di conseguenza migliorare la sopravvivenza libera da malattia e in ultima analisi la sopravvivenza globale. La biopsia liquida (LB), in grado di valutare il DNA tumorale circolante (ctDNA), è un test estremamente sensibile e facilmente ripetibile nel tempo (viene prevalentemente eseguito su plasma) che sta rapidamente guadagnando l’interesse da parte degli oncologi nell’ambito della gestione della malattia metastatica. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è stato il primo campo di applicazione clinica, ma numerosi trial in corso evidenziano risultati promettenti anche per il CRC. Ad oggi, la LB non è ancora stata studiata come strumento diagnostico predittivo di outcome nella termoablazione delle metastasi epatiche da CRC oligometastatico, utile alla selezione dei pazienti prima della procedura. Lo scopo di questo studio è di valutare il potenziale ruolo della LB come fattore predittivo di progressione epatica dopo trattamento epatico con termoablazione. Materiali e metodi: Nel presente studio prospettico bicentrico (Università degli Studi di Torino, MD Anderson Cancer Center, Houston, USA) sono stati reclutati 37 pazienti affetti da CRC oligometastatico con indicazione multidisciplinare al trattamento termoablativo eradicante epatico. I campioni di plasma della biopsia liquida sono stati prelevati il giorno prima dell’ablazione e successivamente a 40 giorni (contestualmente all’esecuzione dell’esame TC di controllo). La termoablazione è stata eseguita mediante sistema a MWA o RFA con guida ecografica, TC o mista a seconda dell’expertise dell’operatore e del centro. I campioni di plasma sono stati analizzati utilizzando un test NGS (“Next Generation Sequencing”) (LUNAR-1, Guardant Reveal). L’analisi statistica è stata eseguita mediante software R studio. Risultati: Sono stati sottoposti a trattamento termoblativo 58 noduli (dimensione media 1.8 cm, range 0.8-3.2 cm) in 37 pazienti (età media 61.2 anni, range 38-88 anni). L’ablazione completa al primo controllo è stata ottenuta in 56/58 noduli (96,6%). 5 pazienti (5/37, 13.5%) sono andati incontro a progressione tumorale locale, mentre in 15 pazienti (15/37, 40.5%) si è osservata una progressione epatica. La progressione epatica è avvenuta in 13/23 pazienti del gruppo con ctDNA positivo, e in 2/14 pazienti tra quelli con ctDNA negativo (p<0.05). Anche il tempo medio alla progressione epatica (9.6 mesi nei pazienti con ctDNA negativo vs. 7.3 mesi nei pazienti con ctDNA positivo), dimostra una differenza significativa (p<0.05) tra pazienti con ctDNA positivo e negativo. Conclusioni: I pazienti che presentano ctDNA positivo prima della termoablazione hanno una più rapida e frequente progressione epatica. Il test di biopsia liquida si candida ad essere un potenziale biomarcatore capace di selezionare i migliori candidati al trattamento termoablativo.
TERMOABLAZIONE DI METASTASI DA TUMORE DEL COLON RETTO: IL RUOLO DELLA BIOPSIA LIQUIDA PRIMA E DOPO IL TRATTAMENTO
BALINT, MONICA MARIA
2020/2021
Abstract
Background: Il cancro del colon retto (CRC) è il terzo tumore per incidenza a livello mondiale e la seconda causa di morte per cancro in entrambi i sessi. Nell’ambito della gestione del paziente metastatico (e in particolare in caso di limitato carico di malattia, la cosiddetta malattia oligometastatica), un’attenta valutazione multidisciplinare è considerata l’approccio di scelta. In questo setting, le terapie ablative locali sono parte integrante e riconosciuta dell'algoritmo terapeutico, con l'obiettivo di limitare la progressione locale del tumore e di conseguenza migliorare la sopravvivenza libera da malattia e in ultima analisi la sopravvivenza globale. La biopsia liquida (LB), in grado di valutare il DNA tumorale circolante (ctDNA), è un test estremamente sensibile e facilmente ripetibile nel tempo (viene prevalentemente eseguito su plasma) che sta rapidamente guadagnando l’interesse da parte degli oncologi nell’ambito della gestione della malattia metastatica. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è stato il primo campo di applicazione clinica, ma numerosi trial in corso evidenziano risultati promettenti anche per il CRC. Ad oggi, la LB non è ancora stata studiata come strumento diagnostico predittivo di outcome nella termoablazione delle metastasi epatiche da CRC oligometastatico, utile alla selezione dei pazienti prima della procedura. Lo scopo di questo studio è di valutare il potenziale ruolo della LB come fattore predittivo di progressione epatica dopo trattamento epatico con termoablazione. Materiali e metodi: Nel presente studio prospettico bicentrico (Università degli Studi di Torino, MD Anderson Cancer Center, Houston, USA) sono stati reclutati 37 pazienti affetti da CRC oligometastatico con indicazione multidisciplinare al trattamento termoablativo eradicante epatico. I campioni di plasma della biopsia liquida sono stati prelevati il giorno prima dell’ablazione e successivamente a 40 giorni (contestualmente all’esecuzione dell’esame TC di controllo). La termoablazione è stata eseguita mediante sistema a MWA o RFA con guida ecografica, TC o mista a seconda dell’expertise dell’operatore e del centro. I campioni di plasma sono stati analizzati utilizzando un test NGS (“Next Generation Sequencing”) (LUNAR-1, Guardant Reveal). L’analisi statistica è stata eseguita mediante software R studio. Risultati: Sono stati sottoposti a trattamento termoblativo 58 noduli (dimensione media 1.8 cm, range 0.8-3.2 cm) in 37 pazienti (età media 61.2 anni, range 38-88 anni). L’ablazione completa al primo controllo è stata ottenuta in 56/58 noduli (96,6%). 5 pazienti (5/37, 13.5%) sono andati incontro a progressione tumorale locale, mentre in 15 pazienti (15/37, 40.5%) si è osservata una progressione epatica. La progressione epatica è avvenuta in 13/23 pazienti del gruppo con ctDNA positivo, e in 2/14 pazienti tra quelli con ctDNA negativo (p<0.05). Anche il tempo medio alla progressione epatica (9.6 mesi nei pazienti con ctDNA negativo vs. 7.3 mesi nei pazienti con ctDNA positivo), dimostra una differenza significativa (p<0.05) tra pazienti con ctDNA positivo e negativo. Conclusioni: I pazienti che presentano ctDNA positivo prima della termoablazione hanno una più rapida e frequente progressione epatica. Il test di biopsia liquida si candida ad essere un potenziale biomarcatore capace di selezionare i migliori candidati al trattamento termoablativo.File | Dimensione | Formato | |
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