The work aims to offer an overview of the history of the Provincial Institute for Maternity and Childhood in Turin between 1870 and the beginning of the 20th century. The first part of the paper is introductory and aims, in fact, to make the reader aware of the legislative situation of the pious structures in Italy between the middle of the 19th and the beginning of the 20th century. In the first half of the nineteenth century there was no homogeneous legislation to regulate the institutions of assistance and charity since the unification of Italy had not yet taken place. The first post-unification law is the so-called Rattazzi law of 1862. It did not entail substantial changes to the various pre-existing laws and extended to Italy the public charity system in force in the Kingdom of Sardinia. A Congregation of Charity was established in every municipality of the Kingdom in order to administer the goods destined for the poor and the pious works whose management had been entrusted to them by the municipal council. The law contained an articulated discipline of the various charitable and welfare institutions, religious and lay, that the Kingdom of Italy had inherited from the pre-unitary States. This legislation did not give the expected results so much so that sources of the time report that its application proceeded slowly and almost unsatisfactorily. On 17 July 1890 another law was adopted, the so-called Crispi law, which tried to remedy the shortcomings of the 1862 law. This, in fact, was promulgated after a long investigation of pious works, undertaken since 1880. The Royal Commission of Inquiry showed a fragmentation of the assets in a multitude of small and medium foundations and the uneven distribution of the pious assets. The Crispi law can be considered the first organic law on public assistance and charity. However, it had a hostile reception not only from the press, but also from the accountants employed in pious works. It soon became clear that this legislation also had shortcomings and gaps. So another law was enacted in 1904 in which the creator, Giolitti, put in place a reorganisation activity that culminated in a project that took on board some of the suggestions that had been made in the past.The second part of the work is dedicated, finally, to deepening the history of the Provincial Institute for Maternity and Childhood. It is a body that boasts a centuries-old history that begins in the mid-19th century and ends around the eighties of the 20th century. The institute distinguished itself in the field of Turin's pious works not only for being entirely financed by the province since 1865, but also for some innovative choices such as the abolition of the wheel since 1870. The narration of the events of the institute is combined with archival work aimed at offering an insight into the life of the exhibits between the end of the 19th and the beginning of the 20th century in the Institute.
Il lavoro si propone di offrire una panoramica sulla storia dell'Istituto provinciale per la maternità e l'infanzia di Torino tra il 1870 e l'inizio del XX secolo. La prima parte dell'elaborato è introduttiva, mira, infatti, a rendere edotto il lettore sulla situazione legislativa delle opere pie vigente in Italia tra la metà del XIX e l'inizio del XX secolo. Nella prima metà del XIX secolo non esisteva una normativa omogenea per disciplinare gli istituti di assistenza e beneficenza poiché non era ancora avvenuta l'Unità di Italia. La prima legge post- unitaria è la c.d. legge Rattazzi del 1862. Essa non comportava modifiche sostanziali ai vari ordinamenti preesistenti ed estendeva all'Italia il sistema della beneficenza pubblica vigente nel Regno di Sardegna. Venne istituita presso ogni comune del Regno una Congregazione di Carità allo scopo di amministrare i beni destinati ai poveri e le opere pie la cui gestione fosse stata affidata loro dal consiglio comunale. La legge conteneva una disciplina articolata dei vari istituti assistenziali e caritativi, religiosi e laici, che il Regno d'Italia aveva ereditato dagli Stati preunitari. Questa normativa non diede i risultati sperati tanto che le fonti dell'epoca riportano come la sua applicazione procedette a rilento e in maniera pressoché insoddisfacente. Il 17 luglio del 1890 venne, poi, adottata un'altra legge la c.d. legge Crispi che cercò di sanare le mancanze di quella del 1862. Questa, infatti, fu promulgata dopo una lunga indagine sulle opere pie, intrapresa a partire dal 1880. La Commissione Reale di inchiesta evidenziò una frammentazione dei patrimoni in una moltitudine di piccole e medie fondazioni e la distribuzione non omogenea dei patrimoni pii. La legge Crispi può essere considerata la prima normativa organica in materia di assistenza e beneficenza pubblica. Ebbe tuttavia, un'accoglienza ostile da parte non solo della stampa, ma anche dei ragionieri impiegati nelle opere pie. Fu presto chiaro come anche questa normativa avesse carenze e lacune. Venne dunque, emanata nel 1904 un'altra legge in cui l'ideatore, Giolitti, mise in atto una attività di riordino che culminò con un progetto che accolse alcuni dei suggerimenti che erano stati espressi in passato. La seconda parte del lavoro è dedicata, infine, ad approfondire la storia dell'Istituto provinciale per la maternità e l'infanzia. Si tratta di un ente che vanta una storia plurisecolare che inizia all' metà del XIX secolo e termina intorno agli anni ottanta del XX secolo. L'istituto si distinse nell'ambito delle opere pie torinesi non solo per essere finanziato interamente dalla provincia partire dal 1865, ma anche per alcune scelte innovative come l'abolizione della ruota fin dal 1870. Alla narrazione delle vicende dell'ente è unito un lavoro archivistico volto ad offrire uno spaccato sulla vita degli esposti tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo nell'Istituto.
L'Infanzia negata. l'istituto provinciale per la maternità e l'infanzia di Torino nell'assistenza ai bambini esposti.
ANTONIOLI, LUDOVICA
2019/2020
Abstract
Il lavoro si propone di offrire una panoramica sulla storia dell'Istituto provinciale per la maternità e l'infanzia di Torino tra il 1870 e l'inizio del XX secolo. La prima parte dell'elaborato è introduttiva, mira, infatti, a rendere edotto il lettore sulla situazione legislativa delle opere pie vigente in Italia tra la metà del XIX e l'inizio del XX secolo. Nella prima metà del XIX secolo non esisteva una normativa omogenea per disciplinare gli istituti di assistenza e beneficenza poiché non era ancora avvenuta l'Unità di Italia. La prima legge post- unitaria è la c.d. legge Rattazzi del 1862. Essa non comportava modifiche sostanziali ai vari ordinamenti preesistenti ed estendeva all'Italia il sistema della beneficenza pubblica vigente nel Regno di Sardegna. Venne istituita presso ogni comune del Regno una Congregazione di Carità allo scopo di amministrare i beni destinati ai poveri e le opere pie la cui gestione fosse stata affidata loro dal consiglio comunale. La legge conteneva una disciplina articolata dei vari istituti assistenziali e caritativi, religiosi e laici, che il Regno d'Italia aveva ereditato dagli Stati preunitari. Questa normativa non diede i risultati sperati tanto che le fonti dell'epoca riportano come la sua applicazione procedette a rilento e in maniera pressoché insoddisfacente. Il 17 luglio del 1890 venne, poi, adottata un'altra legge la c.d. legge Crispi che cercò di sanare le mancanze di quella del 1862. Questa, infatti, fu promulgata dopo una lunga indagine sulle opere pie, intrapresa a partire dal 1880. La Commissione Reale di inchiesta evidenziò una frammentazione dei patrimoni in una moltitudine di piccole e medie fondazioni e la distribuzione non omogenea dei patrimoni pii. La legge Crispi può essere considerata la prima normativa organica in materia di assistenza e beneficenza pubblica. Ebbe tuttavia, un'accoglienza ostile da parte non solo della stampa, ma anche dei ragionieri impiegati nelle opere pie. Fu presto chiaro come anche questa normativa avesse carenze e lacune. Venne dunque, emanata nel 1904 un'altra legge in cui l'ideatore, Giolitti, mise in atto una attività di riordino che culminò con un progetto che accolse alcuni dei suggerimenti che erano stati espressi in passato. La seconda parte del lavoro è dedicata, infine, ad approfondire la storia dell'Istituto provinciale per la maternità e l'infanzia. Si tratta di un ente che vanta una storia plurisecolare che inizia all' metà del XIX secolo e termina intorno agli anni ottanta del XX secolo. L'istituto si distinse nell'ambito delle opere pie torinesi non solo per essere finanziato interamente dalla provincia partire dal 1865, ma anche per alcune scelte innovative come l'abolizione della ruota fin dal 1870. Alla narrazione delle vicende dell'ente è unito un lavoro archivistico volto ad offrire uno spaccato sulla vita degli esposti tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo nell'Istituto.File | Dimensione | Formato | |
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