Nella cornice di uno studio sulle questioni di laicità e diritto di espressione religiosa che si impongono nello spazio pubblico, sospinte da un crescente pluralismo culturale e religioso e da una sempre più rilevante differenziazione sociale, il lavoro si concentra sulle conseguenze ¿ teoriche e pratiche ¿ dei mutamenti intervenuti nella società italiana con particolare attenzione all'istituzione scolastica intesa tanto come spazio pubblico quanto come agenzia formativa fondamentale per lo sviluppo della persona e del cittadino. La domanda di fondo che ha mosso il lavoro è la seguente: la scuola italiana, pubblica e laica, può dirsi in grado di affrontare le sfide inedite poste dalla mutata composizione demografica e da un diffuso analfabetismo religioso, garantendo i diritti del bambino, dell'adolescente, dei genitori ¿ del cittadino ¿ in materia di libertà di coscienza e di espressione religiosa e promuovendo una cultura dell'inclusione e del pluralismo delle differenze entro un comune sistema simbolico? A questa domanda fondamentale se ne può aggiungere una seconda più generale: quale rapporto deve instaurarsi tra lo Stato italiano e le religioni, tra l'amministrazione pubblica ed i cittadini o le comunità/istituzioni religiose? La presenza, la visibilità pubblica delle religioni rappresenta un ostacolo per la piena realizzazione della laicità dello Stato, tale per cui si renda necessario il contenimento dell'espressione religiosa entro il contesto privato dei cittadini? È adeguato individuare ¿ come sin qui si è fatto ¿ nel rapporto privilegiato con la confessione storicamente maggioritaria il meccanismo sufficiente all'integrazione sociale nella separazione delle sfere statale e religiosa? È possibile che non l'oblio ma la valorizzazione della conoscenza sulle religioni (al plurale), in quanto fenomeni culturali e sociali, diventi strumento per una formazione civile al rispetto ed al riconoscimento della differenza entro un comune sistema simbolico che ponga al centro i valori di cittadinanza, senza con ciò mettere a rischio l'integrazione sociale, l'unità morale del Paese ¿ ammesso che questa esista? L'ampio ambito della scuola pubblica italiana è stato considerato a partire da due contesti specifici, entro i quali le sfide poste dal crescente pluralismo culturale e religioso si impongono con particolare rilevanza: l'insegnamento della religione e delle sue alternative a scuola, che in Italia si configura anzitutto come insegnamento confessionale del cattolicesimo; e la mensa scolastica, intesa come luogo d'incontro, confronto, condivisione e come momento fondamentale del più complesso progetto pedagogico garantito dall'istituzione pubblica. Assunti quali casi-studio, sono stati analizzati entro il contesto territoriale della città di Torino e della sua prima cintura, con un focus particolare sulla scuola secondaria di secondo grado nel caso dell'insegnamento della religione, sulla scuola primaria nel caso delle mense scolastiche. Con l'obiettivo di considerare i termini di un dibattito nazionale, europeo ed internazionale in senso più ampio, il lavoro si è avvalso di diversi strumenti di ricerca: lo studio delle fonti documentali e della letteratura disponibile, la comparazione tra casi-studio e l'analisi di modelli internazionali, l'indagine empirica condotta con metodi quantitativi e qualitativi (survey tramite questionario semi-strutturato autosomministrato, osservazione partecipante, focus groups, interviste in profondità).
A SCUOLA DI LAICITÁ. STUDI DI CASO SULL'ATTIVITÁ ALTERNATIVA ALL'IRC E SULL'ALIMENTAZIONE NELLE MENSE SCOLASTICHE.
BOSSI, LUCA
2013/2014
Abstract
Nella cornice di uno studio sulle questioni di laicità e diritto di espressione religiosa che si impongono nello spazio pubblico, sospinte da un crescente pluralismo culturale e religioso e da una sempre più rilevante differenziazione sociale, il lavoro si concentra sulle conseguenze ¿ teoriche e pratiche ¿ dei mutamenti intervenuti nella società italiana con particolare attenzione all'istituzione scolastica intesa tanto come spazio pubblico quanto come agenzia formativa fondamentale per lo sviluppo della persona e del cittadino. La domanda di fondo che ha mosso il lavoro è la seguente: la scuola italiana, pubblica e laica, può dirsi in grado di affrontare le sfide inedite poste dalla mutata composizione demografica e da un diffuso analfabetismo religioso, garantendo i diritti del bambino, dell'adolescente, dei genitori ¿ del cittadino ¿ in materia di libertà di coscienza e di espressione religiosa e promuovendo una cultura dell'inclusione e del pluralismo delle differenze entro un comune sistema simbolico? A questa domanda fondamentale se ne può aggiungere una seconda più generale: quale rapporto deve instaurarsi tra lo Stato italiano e le religioni, tra l'amministrazione pubblica ed i cittadini o le comunità/istituzioni religiose? La presenza, la visibilità pubblica delle religioni rappresenta un ostacolo per la piena realizzazione della laicità dello Stato, tale per cui si renda necessario il contenimento dell'espressione religiosa entro il contesto privato dei cittadini? È adeguato individuare ¿ come sin qui si è fatto ¿ nel rapporto privilegiato con la confessione storicamente maggioritaria il meccanismo sufficiente all'integrazione sociale nella separazione delle sfere statale e religiosa? È possibile che non l'oblio ma la valorizzazione della conoscenza sulle religioni (al plurale), in quanto fenomeni culturali e sociali, diventi strumento per una formazione civile al rispetto ed al riconoscimento della differenza entro un comune sistema simbolico che ponga al centro i valori di cittadinanza, senza con ciò mettere a rischio l'integrazione sociale, l'unità morale del Paese ¿ ammesso che questa esista? L'ampio ambito della scuola pubblica italiana è stato considerato a partire da due contesti specifici, entro i quali le sfide poste dal crescente pluralismo culturale e religioso si impongono con particolare rilevanza: l'insegnamento della religione e delle sue alternative a scuola, che in Italia si configura anzitutto come insegnamento confessionale del cattolicesimo; e la mensa scolastica, intesa come luogo d'incontro, confronto, condivisione e come momento fondamentale del più complesso progetto pedagogico garantito dall'istituzione pubblica. Assunti quali casi-studio, sono stati analizzati entro il contesto territoriale della città di Torino e della sua prima cintura, con un focus particolare sulla scuola secondaria di secondo grado nel caso dell'insegnamento della religione, sulla scuola primaria nel caso delle mense scolastiche. Con l'obiettivo di considerare i termini di un dibattito nazionale, europeo ed internazionale in senso più ampio, il lavoro si è avvalso di diversi strumenti di ricerca: lo studio delle fonti documentali e della letteratura disponibile, la comparazione tra casi-studio e l'analisi di modelli internazionali, l'indagine empirica condotta con metodi quantitativi e qualitativi (survey tramite questionario semi-strutturato autosomministrato, osservazione partecipante, focus groups, interviste in profondità).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129741