La problematica politica e culturale sollevata dalla convivenza tra gruppi culturalmente diversi nelle democrazie contemporanee, soprattutto a seguito delle ondate migratorie che negli ultimi anni sono divenute via via più massicce, è una delle questioni più dibattute nella teoria politica contemporanea. È in questo contesto che si inseriscono le rivendicazioni identitarie che riguardano il riconoscimento e l'affermazione pubblica della diversità. I soggetti dai quali queste domande provengono sono essenzialmente due: le minoranze nazionali e i gruppi etnici costituiti dagli immigrati. La presente trattazione ha quindi come obiettivo quello di chiarire la nozione di diritti culturali e di comprendere se si tratti o meno di una nuova categoria di diritti. Ci si è chiesto, cioè, se, oltre ai classici diritti civili, politici e sociali, ci sia bisogno di un'altra categoria di diritti, quella dei diritti culturali appunto, che consisterebbero nei diritti alla propria cultura e cioè l'insieme di diritti che permettono agli individui - nella loro dimensione individuale, così come in quella di gruppo - di poter godere della propria cultura attraverso la libertà di espressione, di culto, di lingua, etc. Si è tentato di capire, a partire da un'analisi di tutta una serie di carte dei diritti, che cosa si intenda dal punto di vista giuridico per ¿diritti culturali¿. La ricerca di una definizione che chiarisca che cosa si intende per diritti culturali è funzionale alla possibilità della creazione di una nuova classe di diritti. In altre parole, se i diritti battezzati dalla letteratura multiculturalista come ¿culturali¿ coincidono con alcuni classici diritti liberali - come il diritto di opinione, di religione, di espressione, etc ¿ significa che sono già tutelati anche dal fatto che la maggior parte di questi rientra peraltro anche nei diritti fondamentali dell'uomo e perciò non è giustificabile la creazione di una nuova categoria di diritti. Successivamente ci siamo invece concentrati rispettivamente su Will Kymlicka e Charles Taylor che sono certamente tra i più autorevoli autori che hanno affrontato il tema del multiculturalismo. Non si è voluto, tuttavia, prendere in considerazione l'intera opera di Kymlicka e Taylor, ma solo alcuni aspetti salienti ai fini della dissertazione sui diritti culturali. Secondo i due autori, le domande e le rivendicazioni che emergono dal multiculturalismo sono spesso articolate nel linguaggio dei diritti e più precisamente dei diritti culturali, che non troverebbero, nelle democrazie liberali, protezione adeguata. I teorici del multiculturalismo ritengono che lo stato liberale non sia veramente neutrale e cieco alle differenze, ma operi delle scelte di campo che sono quelle della maggioranza. Per questo motivo gli individui appartenenti a gruppi minoritari hanno il diritto di chiedere diritti che si traducano in trattamenti differenziati al fine di conservare la loro cultura dal momento che essa rappresenta il contesto entro il quale l'individuo compie scelte significative.
I diritti culturali: una nuova categoria di diritti?
GRANDO, CHIARA REBECCA
2011/2012
Abstract
La problematica politica e culturale sollevata dalla convivenza tra gruppi culturalmente diversi nelle democrazie contemporanee, soprattutto a seguito delle ondate migratorie che negli ultimi anni sono divenute via via più massicce, è una delle questioni più dibattute nella teoria politica contemporanea. È in questo contesto che si inseriscono le rivendicazioni identitarie che riguardano il riconoscimento e l'affermazione pubblica della diversità. I soggetti dai quali queste domande provengono sono essenzialmente due: le minoranze nazionali e i gruppi etnici costituiti dagli immigrati. La presente trattazione ha quindi come obiettivo quello di chiarire la nozione di diritti culturali e di comprendere se si tratti o meno di una nuova categoria di diritti. Ci si è chiesto, cioè, se, oltre ai classici diritti civili, politici e sociali, ci sia bisogno di un'altra categoria di diritti, quella dei diritti culturali appunto, che consisterebbero nei diritti alla propria cultura e cioè l'insieme di diritti che permettono agli individui - nella loro dimensione individuale, così come in quella di gruppo - di poter godere della propria cultura attraverso la libertà di espressione, di culto, di lingua, etc. Si è tentato di capire, a partire da un'analisi di tutta una serie di carte dei diritti, che cosa si intenda dal punto di vista giuridico per ¿diritti culturali¿. La ricerca di una definizione che chiarisca che cosa si intende per diritti culturali è funzionale alla possibilità della creazione di una nuova classe di diritti. In altre parole, se i diritti battezzati dalla letteratura multiculturalista come ¿culturali¿ coincidono con alcuni classici diritti liberali - come il diritto di opinione, di religione, di espressione, etc ¿ significa che sono già tutelati anche dal fatto che la maggior parte di questi rientra peraltro anche nei diritti fondamentali dell'uomo e perciò non è giustificabile la creazione di una nuova categoria di diritti. Successivamente ci siamo invece concentrati rispettivamente su Will Kymlicka e Charles Taylor che sono certamente tra i più autorevoli autori che hanno affrontato il tema del multiculturalismo. Non si è voluto, tuttavia, prendere in considerazione l'intera opera di Kymlicka e Taylor, ma solo alcuni aspetti salienti ai fini della dissertazione sui diritti culturali. Secondo i due autori, le domande e le rivendicazioni che emergono dal multiculturalismo sono spesso articolate nel linguaggio dei diritti e più precisamente dei diritti culturali, che non troverebbero, nelle democrazie liberali, protezione adeguata. I teorici del multiculturalismo ritengono che lo stato liberale non sia veramente neutrale e cieco alle differenze, ma operi delle scelte di campo che sono quelle della maggioranza. Per questo motivo gli individui appartenenti a gruppi minoritari hanno il diritto di chiedere diritti che si traducano in trattamenti differenziati al fine di conservare la loro cultura dal momento che essa rappresenta il contesto entro il quale l'individuo compie scelte significative.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
323942_grando.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.75 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.75 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/129495