La tesi intende coniugare due elementi fondamentali nell’insegnamento apprendimento della matematica: l’uso degli artefatti e della notazione posizionale dei numeri. La teoria della Mediazione Semiotica, sviluppata da Bartolini Bussi e Mariotti (2009) secondo una prospettiva vygotskijana, può essere il cuore di una metodologia didattica laboratoriale che permette di sviluppare conoscenze e competenze matematiche attraverso l’uso di artefatti. L’artefatto e lo strumento diventano gli elementi centrali della progettazione e dell’azione didattica messa in atto dall’insegnante permettendo lo sviluppo di significati matematici. Attraverso le fasi del ciclo didattico i segni prodotti con l’artefatto possono diventare segni matematici condivisi grazie all’utilizzo della discussione matematica e alla guida dell’insegnante. Come è stato evidenziato da Bruner (1988, 1922), il pensiero narrativo e la narrazione che ne deriva, sono dei dispositivi interpretativi e conoscitivi utilizzati dall’uomo all’interno della sua esperienza di vita. Attraverso questa tipologia di pensiero, è possibile supportare lo sviluppo del pensiero scientifico attraverso la funzione epistemica della narrazione che innesca processi di elaborazione, interpretazione, comprensione e rievocazione di esperienze svolte o narrate. Nella sperimentazione condotta, per introdurre gli artefatti e far evolvere le attività presentate agli alunni, sono stati utilizzati i personaggi della “Storia di Martina e il Gigante” di Paolo Guidoni a cui si aggiunge quello del matematico Blaise Pascal. L’azione didattica ha promosso lo sviluppo di abilità visuo-spaziali, cinestetico-tattili, verbali-linguistiche, logico-matematiche e interpersonali, potenziando l’acquisizione dei significati matematici e favorendo un approccio positivo alla disciplina. L’esplorazione, la discussione, il confronto e la condivisione di idee e riflessioni tra pari e con esperti, ha permesso agli studenti di comprendere il significato della notazione posizionale del nostro sistema di numerazione.

Artefatti e mediazione semiotica per comprendere la notazione posizionale nella scuola primaria

DELLAVALLE, GIULIA
2020/2021

Abstract

La tesi intende coniugare due elementi fondamentali nell’insegnamento apprendimento della matematica: l’uso degli artefatti e della notazione posizionale dei numeri. La teoria della Mediazione Semiotica, sviluppata da Bartolini Bussi e Mariotti (2009) secondo una prospettiva vygotskijana, può essere il cuore di una metodologia didattica laboratoriale che permette di sviluppare conoscenze e competenze matematiche attraverso l’uso di artefatti. L’artefatto e lo strumento diventano gli elementi centrali della progettazione e dell’azione didattica messa in atto dall’insegnante permettendo lo sviluppo di significati matematici. Attraverso le fasi del ciclo didattico i segni prodotti con l’artefatto possono diventare segni matematici condivisi grazie all’utilizzo della discussione matematica e alla guida dell’insegnante. Come è stato evidenziato da Bruner (1988, 1922), il pensiero narrativo e la narrazione che ne deriva, sono dei dispositivi interpretativi e conoscitivi utilizzati dall’uomo all’interno della sua esperienza di vita. Attraverso questa tipologia di pensiero, è possibile supportare lo sviluppo del pensiero scientifico attraverso la funzione epistemica della narrazione che innesca processi di elaborazione, interpretazione, comprensione e rievocazione di esperienze svolte o narrate. Nella sperimentazione condotta, per introdurre gli artefatti e far evolvere le attività presentate agli alunni, sono stati utilizzati i personaggi della “Storia di Martina e il Gigante” di Paolo Guidoni a cui si aggiunge quello del matematico Blaise Pascal. L’azione didattica ha promosso lo sviluppo di abilità visuo-spaziali, cinestetico-tattili, verbali-linguistiche, logico-matematiche e interpersonali, potenziando l’acquisizione dei significati matematici e favorendo un approccio positivo alla disciplina. L’esplorazione, la discussione, il confronto e la condivisione di idee e riflessioni tra pari e con esperti, ha permesso agli studenti di comprendere il significato della notazione posizionale del nostro sistema di numerazione.
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