Le società avanzate hanno raggiunto da tempo la chiara consapevolezza che tutti i bambini devono andare a scuola, ma questa comune convinzione purtroppo non basta per garantire ad ogni alunno un apprendimento proficuo. Sempre più spesso, gli insegnanti si trovano a dover lavorare con classi difficili da coinvolgere e da appassionare, in cui confluiscono soggetti con situazioni personali e sociali differenti, che si sentono talora costretti a frequentare la scuola senza rilevarne alcun vantaggio. Disinteresse, noia, scarsa partecipazione, sentimenti di rabbia o paura, comportamenti scorretti, difficoltà ad apprendere possono essere la triste conseguenza del fatto che, agli alunni, non è stata data la possibilità di sperimentare che gli oggetti culturali non sono inerti ma saperi in grado di entrare in relazione profonda con la vita di chi li sta interiorizzando. Atteggiamenti di disaffezione scolastica si presentano sempre più precocemente coinvolgendo anche bambini a partire dagli ultimi anni della scuola primaria. Nel tentativo di porre rimedio a questo triste fenomeno, evitando che il tempo peggiori le situazioni di rischio, risulta importante che l’insegnante abbia come obiettivo prioritario quello di fecondare le radici della motivazione umana individuando i passaggi profondi che consentono di far nascere e sviluppare il desiderio ad apprendere e, più in generale, di impegnarsi nelle attività che il soggetto ritiene significative. A questo proposito, tramite una ricerca empirica in collaborazione con i servizi del territorio, si analizzano le potenzialità della narrazione come metodologia didattica in grado di intercettare i bisogni, i desideri, gli interessi, le aspettative dei bambini così da rendere i contenuti da apprendere emozionanti e in grado di animare la curiosità e il coinvolgimento profondo.
Contrastare la disaffezione scolastica suscitando piacere e motivazione ad apprendere: un progetto sperimentale in collaborazione con i servizi del territorio.
GIORDANENGO, MARGHERITA
2020/2021
Abstract
Le società avanzate hanno raggiunto da tempo la chiara consapevolezza che tutti i bambini devono andare a scuola, ma questa comune convinzione purtroppo non basta per garantire ad ogni alunno un apprendimento proficuo. Sempre più spesso, gli insegnanti si trovano a dover lavorare con classi difficili da coinvolgere e da appassionare, in cui confluiscono soggetti con situazioni personali e sociali differenti, che si sentono talora costretti a frequentare la scuola senza rilevarne alcun vantaggio. Disinteresse, noia, scarsa partecipazione, sentimenti di rabbia o paura, comportamenti scorretti, difficoltà ad apprendere possono essere la triste conseguenza del fatto che, agli alunni, non è stata data la possibilità di sperimentare che gli oggetti culturali non sono inerti ma saperi in grado di entrare in relazione profonda con la vita di chi li sta interiorizzando. Atteggiamenti di disaffezione scolastica si presentano sempre più precocemente coinvolgendo anche bambini a partire dagli ultimi anni della scuola primaria. Nel tentativo di porre rimedio a questo triste fenomeno, evitando che il tempo peggiori le situazioni di rischio, risulta importante che l’insegnante abbia come obiettivo prioritario quello di fecondare le radici della motivazione umana individuando i passaggi profondi che consentono di far nascere e sviluppare il desiderio ad apprendere e, più in generale, di impegnarsi nelle attività che il soggetto ritiene significative. A questo proposito, tramite una ricerca empirica in collaborazione con i servizi del territorio, si analizzano le potenzialità della narrazione come metodologia didattica in grado di intercettare i bisogni, i desideri, gli interessi, le aspettative dei bambini così da rendere i contenuti da apprendere emozionanti e in grado di animare la curiosità e il coinvolgimento profondo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129401