Introduction: posterior crossbite (PX) is a complex clinical syndrome, characterized by functional and anatomical alterations in the three planes of space, and it is still subject to relapse after treatment with fixed appliances. The objective evaluation of this malocclusion and associated cephalometric characteristics is of clinical interest, as well as the efficacy its treatment with “Function generating bite” (FGB), especially in the course of follow up. Objectives: To evaluate the occlusal and cephalometric characteristics of posterior crossbite (PX) patients, compared to a control group, 1) before treatment (T0); 2) after the correction of the malocclusion with FGB (T1); 3) after a follow up period of minimum 3 years. Materials and methods: 348 subjects were included, among which 132 posterior crossbite patients (mean age 9,1 ± 2,7 SD [years,months])and 216 control individuals (mean age 10,2 ± 2,3 SD [years,months]). From these groups, 116 patients were treated with function generating bite (70 PX patients and 46 controls). Intermolar (IMD), cervical intermolar (CIMD), intercanine (ICD) and cervical intercanine (CICD) distances were measured on maxillary and mandibular study casts, and the cephalometric values SpP^GoGn; SpP^Oc; Oc^GoGn; SN^GoGn; SpP^F; CoGo^GoGn; A:Po; ANB were recorded. Results: In PX patients at T0, maxillary interdental distances resulted smaller (p<0,001), while mandibular interdental distances did not show significant differences, except for CIMD, greater in PX patients (p<0,04). In the evaluation before/after treatment, in subjects treated with FGB there was a significant increase in maxillary interdental distances T0/T1 (p<0,001), T0/T2 (p<0,001). In greater detail, IMD, CIMD and ICD showed a significant increase T1/T2 (p<0,001). Between T0 and T2 there was a mean increase in IMD of 6,42 mm and in ICD of 4,11 mm. From inter-group comparison emerged that only DIC was smaller in crossbite patients at T1 (p=0,02) and only CICD was greater at T2 (p=0,03). Furthermore, there was an increase in mandibular IMD between T0 and T1 (p<0,001), T1 and T2 (p<0,001) and T0 and T2 (p<0,001), CIMD between T0 and T1 (p<0,01), T1 and T2 (p=0,05), T0 and T2 (p<0,001), and ICD between T0 and T2 (p<0,01). The only difference emerging from inter-group comparison was a greater mandibular CICD in crossbite patients at T2 (p=0,03). As far as cephalometric evaluation is concerned, at T0 a difference was found between XP and controls in SpP^F (p<0,02) and ANB (p<0,05, smaller in XP patients; CoGo^GoGn was greater in XP (p<0,05). Moreover, from the T0/T2 comparison resulted a reduction in both groups in SpP^Oc (p<0,01) and A-Po (p<0,05), as well as a tendency towards smaller SpP^GoGn, SN^GoGn, CoGo^GoGn and ANB; SpP^F, on the other hand, tended to increase at T2 in the PX group. Conclusions: This study demonstrated that treatment with function generating bite is associated with a significant increase in maxillary interdental distances, which keep on increasing even after the correction of the malocclusion: for the time being, it is the only orthodontic appliance capable of obtaining this result. Moreover, treatment of posterior crossbite with function generating bite allowed for successful control of the vertical dimension, with a tendency to reduce the divergence, and ameliorated the occlusal plane cant, the sagittal relationship between the jaws and influenced mandibular posture.
Introduzione: Il morso incrociato posteriore (XP) è una sindrome clinica complessa, caratterizzata da alterazioni funzionali e anatomiche nei tre piani dello spazio, ancora oggi soggetta a ricaduta dopo terapie fisse. È di interesse clinico la valutazione oggettiva della malocclusione e delle sue caratteristiche cefalometriche e dell’efficacia terapeutica dell’apparecchiatura funzionalizzante “Function Generating Bite” (FGB) soprattutto nel follow up. Obiettivi: Valutare le caratteristiche occlusali e cefalometriche dei soggetti portatori di morso incrociato posteriore (XP), confrontati con un gruppo di controllo, 1) prima del trattamento (T0); 2) dopo la correzione della malocclusione con FGB (T1); 3) al termine di un periodo di follow up (T2) superiore ai 3 anni. Materiali e metodi: sono stati inclusi 348 soggetti, di cui 132 (età media 9,1 ± 2,7 DS [anni,mesi]) portatori di XP e 216 controlli (età media 10,2 ± 2,3 DS [anni,mesi]). Tra questi, 116 pazienti sono stati trattati con FGB di cui 70 con XP e 46 controlli. Sono state misurate le distanze intermolari (DIM), intermolari gengivali (DIMG), intercanine (DIC), intercanine gengivali (DICG) sui modelli in gesso mascellari e mandibolari, e registrate le variabili cefalometriche SpP^GoGn; SpP^Oc; Oc^GoGn; SN^GoGn; SpP^F; CoGo^GoGn; A:Po; ANB. Risultati: Nei soggetti con XP a T0 le distanze interdentali mascellari risultano inferiori (p<0,001), mentre quelle interdentali mandibolari non hanno mostrato differenze significative, a eccezione della DIMG, maggiore nel morso incrociato (p<0,04). Nella valutazione prima/dopo terapia, nei soggetti trattati con FGB si registra un aumento significativo delle distanze interdentali mascellari T0/T1 (p<0,001) e tra T0 e T2 (p<0,001). Nello specifico, tra T1 e T2 le DIM, DIMG e DIC mostrano un aumento significativo (p<0,001). Tra T0 e T2 c’è stato un aumento medio della DIM di 6,42 mm e della DIC di 4,11 mm. Dal confronto tra i due gruppi, a T1 solo la DIC risulta minore nei soggetti con morso incrociato (p<0,02); a T2, solo la DICG risulta superiore (p<0,03). Si registra inoltre un aumento della DIM mandibolare tra T0 e T1 (p<0,001), tra T1 e T2 (p<0,001) e tra T0 e T2 (p<0,001), della DIMG tra T0 e T1 (p<0,01), tra T1 e T2 (p<0,05) e tra T0 e T2 (p<0,001) e della DIC tra T0 e T2 (p<0,01). Dal confronto tra i due gruppi, a T2 solo la DICG mandibolare risulta maggiore nei soggetti con XP (p<0,03). Per quanto riguarda la valutazione cefalometrica, a T0, si osserva una differenza tra i valori di SpP^F (p<0,02) e ANB (p<0,05), inferiori nei soggetti con XP; il valore di CoGo^GoGn è invece risultato maggiore (p<0,05). Inoltre dal confronto T0/T2 risulta in entrambi i gruppi una riduzione significativa dei valori medi di SpP^Oc (p<0,01) e A-Po (p<0,05), e una tendenza alla riduzione di SpP^GoGn, SN^GoGn, CoGo^GoGn e ANB; SpP^F, tende ad aumentare nel gruppo XP a T2. Conclusioni: questo studio dimostra che l’apparecchiatura funzionalizzante permette di ottenere un aumento importante delle distanze interdentali mascellari e di continuare a stimolare l’aumento trasversale dell’arcata superiore durante la crescita anche dopo la correzione della malocclusione, consentendo una correzione stabile nel tempo: al momento, è l’unica apparecchiatura in grado di ottenere questo risultato. Inoltre, dal punto di vista cefalometrico, controlla la dimensione verticale, migliora l’orientamento del piano occlusale e la relazione delle basi ossee sul piano sagittale.
Valutazione occlusale e cefalometrica di pazienti con morso incrociato posteriore prima e dopo la correzione della malocclusione.
TORTAROLO, ALESSANDRO
2020/2021
Abstract
Introduzione: Il morso incrociato posteriore (XP) è una sindrome clinica complessa, caratterizzata da alterazioni funzionali e anatomiche nei tre piani dello spazio, ancora oggi soggetta a ricaduta dopo terapie fisse. È di interesse clinico la valutazione oggettiva della malocclusione e delle sue caratteristiche cefalometriche e dell’efficacia terapeutica dell’apparecchiatura funzionalizzante “Function Generating Bite” (FGB) soprattutto nel follow up. Obiettivi: Valutare le caratteristiche occlusali e cefalometriche dei soggetti portatori di morso incrociato posteriore (XP), confrontati con un gruppo di controllo, 1) prima del trattamento (T0); 2) dopo la correzione della malocclusione con FGB (T1); 3) al termine di un periodo di follow up (T2) superiore ai 3 anni. Materiali e metodi: sono stati inclusi 348 soggetti, di cui 132 (età media 9,1 ± 2,7 DS [anni,mesi]) portatori di XP e 216 controlli (età media 10,2 ± 2,3 DS [anni,mesi]). Tra questi, 116 pazienti sono stati trattati con FGB di cui 70 con XP e 46 controlli. Sono state misurate le distanze intermolari (DIM), intermolari gengivali (DIMG), intercanine (DIC), intercanine gengivali (DICG) sui modelli in gesso mascellari e mandibolari, e registrate le variabili cefalometriche SpP^GoGn; SpP^Oc; Oc^GoGn; SN^GoGn; SpP^F; CoGo^GoGn; A:Po; ANB. Risultati: Nei soggetti con XP a T0 le distanze interdentali mascellari risultano inferiori (p<0,001), mentre quelle interdentali mandibolari non hanno mostrato differenze significative, a eccezione della DIMG, maggiore nel morso incrociato (p<0,04). Nella valutazione prima/dopo terapia, nei soggetti trattati con FGB si registra un aumento significativo delle distanze interdentali mascellari T0/T1 (p<0,001) e tra T0 e T2 (p<0,001). Nello specifico, tra T1 e T2 le DIM, DIMG e DIC mostrano un aumento significativo (p<0,001). Tra T0 e T2 c’è stato un aumento medio della DIM di 6,42 mm e della DIC di 4,11 mm. Dal confronto tra i due gruppi, a T1 solo la DIC risulta minore nei soggetti con morso incrociato (p<0,02); a T2, solo la DICG risulta superiore (p<0,03). Si registra inoltre un aumento della DIM mandibolare tra T0 e T1 (p<0,001), tra T1 e T2 (p<0,001) e tra T0 e T2 (p<0,001), della DIMG tra T0 e T1 (p<0,01), tra T1 e T2 (p<0,05) e tra T0 e T2 (p<0,001) e della DIC tra T0 e T2 (p<0,01). Dal confronto tra i due gruppi, a T2 solo la DICG mandibolare risulta maggiore nei soggetti con XP (p<0,03). Per quanto riguarda la valutazione cefalometrica, a T0, si osserva una differenza tra i valori di SpP^F (p<0,02) e ANB (p<0,05), inferiori nei soggetti con XP; il valore di CoGo^GoGn è invece risultato maggiore (p<0,05). Inoltre dal confronto T0/T2 risulta in entrambi i gruppi una riduzione significativa dei valori medi di SpP^Oc (p<0,01) e A-Po (p<0,05), e una tendenza alla riduzione di SpP^GoGn, SN^GoGn, CoGo^GoGn e ANB; SpP^F, tende ad aumentare nel gruppo XP a T2. Conclusioni: questo studio dimostra che l’apparecchiatura funzionalizzante permette di ottenere un aumento importante delle distanze interdentali mascellari e di continuare a stimolare l’aumento trasversale dell’arcata superiore durante la crescita anche dopo la correzione della malocclusione, consentendo una correzione stabile nel tempo: al momento, è l’unica apparecchiatura in grado di ottenere questo risultato. Inoltre, dal punto di vista cefalometrico, controlla la dimensione verticale, migliora l’orientamento del piano occlusale e la relazione delle basi ossee sul piano sagittale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
790993_tortarolo.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.7 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.7 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/129389