Il presente studio intende occuparsi di quelli che sono i principali istituti deflattivi del dibattimento, impiegati per quanto riguarda il trattamento di minori devianti. In particolare intende soffermarsi sull' analisi degli istituti a finalità deflattiva in chiave comparativa, analizzando gli stessi in riferimento all' ordinamento italiano e a quello inglese. Si parte da un' accurata analisi dell' evoluzione storico-giurisprudenziale del processo minorile in Italia, per approdare al D.p.r. 22 settembre del 1988 n. 448, con il quale, per la prima volta, viene introdotto nel nostro ordinamento l' istituto della sospensione del procedimento e successiva messa alla prova. Nel primo capitolo si ripercorsa l' iter storicamente seguito dalla giustizia minorile, della quale vengono evidenziate le tappe principali: dal Tribunale per i Minorenni del 1934 fino all' elaborazione del nuovo processo penale minorile del 1988, passando attraverso i nuovi principi introdotti dalla Costituzione del 1948, la giurisprudenza e le principali fonti internazionali. Il secondo capitolo verte sui concetti di deflazione penale e deprocessualizzazione, con particolare attenzione all' espansione che essi hanno registrato dagli anni '70 ad oggi. Alla timidezza dei primi interventi si è sostituita una fermezza ed un vigore che ne hanno fatto, soprattutto negli anni '90, il principale strumento deflattivo in Italia. Il capitolo si propone di sottolinearne l' importanza, con particolare riferimento al processo minorile, evidenziandone i notevoli vantaggi dal punto di vista della risocializzazione del reo. Una prima parte inquadra il suddetto fenomeno e le sue tipiche forme di manifestazione, la seconda verte, invece, sulle principali problematiche emerse al suo interno, analizzandone tipologia e metodi di risoluzione. Infine, per quanto attiene la prima parte, vengono presi in esame gli istituti espressivi di una tendenza a depenalizzare, mettendo in rilievo il ruolo dei servizi sociali nel successo di tale pratica. Il quarto ed il quinto capitolo sono dedicati all' analisi delle pratiche di mediazione e di archiviazione in chiave comparativa (con particolare attenzione quanto attiene ad ordinamenti quali Svezia, Germania e Norvegia, e per quanto attiene l' archiviazione a Stati Uniti, Francia e Germania) A seguire un' attenta descrizione di quello che è il processo minorile inglese, partendo da quella che è stata la sua evoluzione storica e sottolineando l' importanza di documenti quali il Children Act 1908, Children and Young Persons Act 1933, Children Act del 1948 per approdare infine al Children and Young Persons Act 1969, ovvero quello che è considerato la pietra miliare della moderna legislazione minorile inglese. Il lavoro prosegue con Youth Court e delle sue funzioni precipue, per concludere poi con l' analisi degli istituti di deprocessualizzazione utilizzati dal sistema processuale inglese, sì che ci permette di effettuare una comparazione con quelli posti in essere dal sistema italiano e il confronto tra essi lascerà spazio a delle conclusioni
Deprocessualizzazione: il processo minorile, profili comparativi.
BARBERO, VANESSA
2012/2013
Abstract
Il presente studio intende occuparsi di quelli che sono i principali istituti deflattivi del dibattimento, impiegati per quanto riguarda il trattamento di minori devianti. In particolare intende soffermarsi sull' analisi degli istituti a finalità deflattiva in chiave comparativa, analizzando gli stessi in riferimento all' ordinamento italiano e a quello inglese. Si parte da un' accurata analisi dell' evoluzione storico-giurisprudenziale del processo minorile in Italia, per approdare al D.p.r. 22 settembre del 1988 n. 448, con il quale, per la prima volta, viene introdotto nel nostro ordinamento l' istituto della sospensione del procedimento e successiva messa alla prova. Nel primo capitolo si ripercorsa l' iter storicamente seguito dalla giustizia minorile, della quale vengono evidenziate le tappe principali: dal Tribunale per i Minorenni del 1934 fino all' elaborazione del nuovo processo penale minorile del 1988, passando attraverso i nuovi principi introdotti dalla Costituzione del 1948, la giurisprudenza e le principali fonti internazionali. Il secondo capitolo verte sui concetti di deflazione penale e deprocessualizzazione, con particolare attenzione all' espansione che essi hanno registrato dagli anni '70 ad oggi. Alla timidezza dei primi interventi si è sostituita una fermezza ed un vigore che ne hanno fatto, soprattutto negli anni '90, il principale strumento deflattivo in Italia. Il capitolo si propone di sottolinearne l' importanza, con particolare riferimento al processo minorile, evidenziandone i notevoli vantaggi dal punto di vista della risocializzazione del reo. Una prima parte inquadra il suddetto fenomeno e le sue tipiche forme di manifestazione, la seconda verte, invece, sulle principali problematiche emerse al suo interno, analizzandone tipologia e metodi di risoluzione. Infine, per quanto attiene la prima parte, vengono presi in esame gli istituti espressivi di una tendenza a depenalizzare, mettendo in rilievo il ruolo dei servizi sociali nel successo di tale pratica. Il quarto ed il quinto capitolo sono dedicati all' analisi delle pratiche di mediazione e di archiviazione in chiave comparativa (con particolare attenzione quanto attiene ad ordinamenti quali Svezia, Germania e Norvegia, e per quanto attiene l' archiviazione a Stati Uniti, Francia e Germania) A seguire un' attenta descrizione di quello che è il processo minorile inglese, partendo da quella che è stata la sua evoluzione storica e sottolineando l' importanza di documenti quali il Children Act 1908, Children and Young Persons Act 1933, Children Act del 1948 per approdare infine al Children and Young Persons Act 1969, ovvero quello che è considerato la pietra miliare della moderna legislazione minorile inglese. Il lavoro prosegue con Youth Court e delle sue funzioni precipue, per concludere poi con l' analisi degli istituti di deprocessualizzazione utilizzati dal sistema processuale inglese, sì che ci permette di effettuare una comparazione con quelli posti in essere dal sistema italiano e il confronto tra essi lascerà spazio a delle conclusioniFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/129248